LA GALLERIA DEL CARBONE CAMBIA CASA.
Il 16 febbraio 2025 la prima mostra
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LA GALLERIA DEL CARBONE CAMBIA CASA.
Il 16 febbraio 2025 la prima mostra
“Ho sempre avuto il piacere di percorrere piano la città, ogni passo un suono, un odore, un ritmo. una parola, un respiro…Piccole strade scure e segrete. La storia e le storie che trasudano dalla porosità dei mattoni e i nomi delle vie che raccontano il passato.E siamo stati attratti ambedue, come fosse una malia, da questa strada: Via del Carbone.”
Così scrive Lucia Boni in un passaggio del delizioso ‘quadernino’ come lei lo definisce intitolato CARBONE D’ARGENTO, una raffinata dedica, in forma di ‘dialogo con Giuliana’, alla Galleria del Carbone, sogno condiviso e realizzato dai tre protagonisti di questo testo sublime, insieme ai tanti artisti e appassionati che da 25 anni frequentano questo luogo dell’arte.
Su iniziativa di Luciana Tufani, sempre attenta a far conoscere e promuovere le ‘belle scritture’ tra gli eventi organizzati dalla Biblioteca del Centro Documentazione Donna, lunedì 20 dicembre scorso Lucia Boni ed io abbiamo dialogato su Carbone d’Argento e sulla Galleria, che proprio al compimento dei 25 anni lascia Via del Carbone 18a e si trasferisce in Via Vignatagliata 41.
In verità, io faccio notare all’autrice, introducendo la nostra conversazione, che la Galleria del Carbone, anzi la Via da cui essa ha preso il nome, compare solo a pagina 24, nelle righe con cui si apre questo mio scritto. E per di più, mai come soggetto autonomo, bensì sempre inserita nella città, della quale si sentono suoni e rumori, si annusano odori, si osservano muri e colori che cambiano con le stagioni. Perciò chiedo a Lucia di parlarci subito della Galleria e ne viene fuori un quadro fatto di vivaci ed intense attività culturali: mostre di pittura, scultura, laboratori artistici, letture, concerti, presentazioni librarie, collaborazioni con enti culturali e singoli artisti anche provenienti da paesi stranieri, viaggi. Già, perché non di sola Galleria si tratta, ma di una vivace e propositiva Associazione che raccoglie numerosi volontari e appassionati, che affiancano con idee e contributi preziosi l’instancabile lavoro di Paolo Volta e Lucia Boni stessa. Il 2025, anno delle ‘nozze d’argento’, è iniziato con i lavori di trasloco e il trasferimento nella nuova sede e l’intenzione è di proseguire, anzi intensificare il lavoro artistico e culturale, traendo nuova linfa dagli stimoli che potrà dare la nuova sede e la nuova Via, che da anni offre spazi ad artisti ferraresi.
Poi il nostro sguardo si concentra sull’oggetto di questo incontro: il piccolo ma prezioso “Dialogo con Giuliana” che ha una copertina d’argento con una suggestiva immagine, un bellissimo disegno realizzato da Paolo Volta, che mi piace evocare con le parole di Lucia in chiusura del testo: “Stasera in cielo c’è una luna piena, grande, in fondo alla strada, appoggiata sul tetto della casa che fu di Giorgio De Chirico. La luna ci guarda negli occhi. La sua luce si riflette sui ciottoli che la riverberano e la via è una roggia con polle d’acqua brillanti che paiono di metallo argentato. Queste serate fanno innamorare. Via del Carbone stasera è ‘Carbone d’Argento’”.
Il dialogo è immaginato fra l’io, che è Lucia, e il tu, che è Giuliana Magri, che (scrive l’autrice nella postfazione) “ha contribuito, con la sua presenza e disponibilità, a rendere possibile, nell’anno 2000, il realizzarsi di un progetto che sembrava troppo ambizioso…”. Ma, come già detto, la Galleria compare tardi, nel testo, perché in esso dominano i ricordi, centrati su quello che appare, fin dalle prime righe, come il lui, terzo protagonista del dialogo: lo vediamo, evocato da Giuliana “andare su quelle strade nel centro della città medievale fin da quando era piccolino, anche nel sonno, dormendo nella carrozzina o in braccio a mamma e papà…Lui il senso della città ce l’ha ad occhi chiusi e l’ha acquisito prestissimo…La città, le strade le conosce senza vederle, non le vuole vedere, determinato ad immaginarle e ad indovinarle…lui era serio, gli piaceva la città dipinta, pensata, sognata. Guardava con grande rispetto i quadri di mio papà… (si parla qui di Antenore Magri, zio di Paolo, per apprezzare i cui lavori, si legge poco più avanti, bisogna misurarla la città, passo dopo passo, luce dopo luce in tagli netti…).
Il dialogo presenta una struttura compositiva molto interessante, con un gioco affascinante in cui le parole entrano ed escono dalle virgolette e si muovono lungo un percorso definito dagli ‘a capo’ e dai numerosi spazi bianchi, in un alternarsi di discorsi diretti ed enunciati narrativi e sembra a tratti di sentirle, quelle due voci, di Lucia e Giuliana, che ora dal vivo non possono più parlarsi, ne puoi cogliere i toni, i sussurri, i rimpianti.
Il quadernino si apre con una breve ed efficace prefazione di Corrado Pocaterra: <Quanti occhi e quanti chiodi sono passati dalla Galleria del Carbone, i primi attaccati alle opere, i secondi al muro…Cosa rimarrà di tutto questo? …Puntiamo tutto sulla memoria di quelli che hanno messo ‘le mani nel carbone’…>
Mi sembra un passaggio adatto a fare da trait d’union tra due diverse occasioni di incontro che ho avuto con la Galleria in questo suo momento di cambiamento. La prima, la presentazione di Carbone d’Argento. La seconda, giovedì 13 febbraio, la Conferenza stampa indetta dal Direttivo dell’Accademia d’Arte Città di Ferrara, l’associazione no profit di cui la Galleria è lo spazio espositivo, nella nuova sede.
Nella bella e luminosa sala che ci ha accolto sono esposte opere degli artisti scelti per la mostra di inaugurazione, che si svolgerà domenica 16 febbraio alle ore 18. Ad illustrare tempi e modi del trasferimento da Via del Carbone 18a e intenti e progetti dell’Associazione di riferimento, abbiamo trovato il Direttivo quasi al completo: il Presidente Paolo Volta, la Segretaria e Tesoriera Lucia Boni e i Consiglieri Corrado Pocaterra e Ulrich Wienand (assente per indisposizione il Consigliere Gianni Cestari). Presenti anche gli artisti Daniela Carletti e Sergio Zanni.
Dagli interventi ben articolati abbiamo potuto percepire i caratteri di un mondo fatto di intensa collaborazione e partecipazione, di vitalità e vivacità culturale, di attenzione agli artisti locali e stranieri. Abbiamo potuto condividere storie ed emozioni, nei momenti in cui ha prevalso il racconto di ciò che è stato e pure, e soprattutto, gli entusiasmi di ciò che sarà, quando sono stati illustrati, a grandi linee, i tanti, nuovi progetti. Dalla ricca documentazione che ci è stata consegnata, mi piace riportare qui l’incipit del testo di illustrazione della mostra scritto da Enrica Domenicali, che soddisfa il mio desiderio di preciso inquadramento nello spazio, con dettagli toponomastici e storici ricchi ed esaurienti, del luogo di cui si parla, e i successivi capoversi dedicati alla mostra vera e propria.
Imposte di legno pesanti, fissate con lunghe viti di metallo, stanno sul portone d’ingresso di un’antica bottega in Via Vignatagliata 41, la nuova sede della Galleria del Carbone. A togliere quelle imposte si percepisce che sei l’ultimo di tanti, si sente l’avvicendarsi delle generazioni, delle memorie, in questo ritaglio della città che per secoli fu il ghetto degli ebrei ferraresi. Poco più su, al civico 33, c’è la casa di Isacco Lampronti, medico, rabbino e filosofo dal sapere enciclopedico, al 44 c’era il forno delle azzime, al 79 la scuola ebraica, dove insegnava Bassani, dopo le leggi razziste del 1938. Al 39, dove c’è oggi la Bottega di Riccardo Biavati, e prima anche gli studi di Sergio Zanni e Paolo Zappaterra, abitava Nissim Melli, il nonno del grande pittore Roberto. Gianfranco Goberti, negli anni, ha avuto addirittura tre studi in Vignatagliata: al 32, 33a, 57, in ordine topografico e temporale.
Qui, arriva ora anche la Galleria del Carbone, carica di una storia lunga un quarto di secolo e che subito, appena rimbiancati i muri, riprende l’attività con la mostra “Ripartiamo”. Un titolo che è un annuncio ed insieme un proposito.
Ad inaugurare questa nuova stagione sono chiamati cinque artisti ferraresi, cinque amici storici del Carbone che negli anni ne hanno sostenuto ed arricchito il percorso: Maurizio Bonora, Paola Bonora, Gianfranco Goberti, Gianni Guidi, Sergio Zanni. Amici del Carbone e amici tra di loro, tutti cresciuti alla scuola del Dosso Dossi e tutti legati dall’Arte, che tutti hanno praticato ed insegnato. Sostanzialmente coetanei, con Paola, la più giovane, distanziata di un lustro dal fratello Maurizio e così, per tutti, “Paolina”, e Gianfranco, il più grande, mancato due anni fa, i loro percorsi artistici sono autonomi, originali, forse appena sedotti, all’inizio, da certo astrattismo organico di matrice bolognese e certamente dal clima di protesta sociale al volgere degli anni Sessanta del Novecento.
Poste qui, le une accanto alle altre, nello spazio ordinato della Galleria le loro opere si confrontano e mostrano gli esiti di riflessioni originali, espresse da temi e poetiche sostanzialmente diverse per ciascun autore, accomunate tuttavia dalla formazione comune che si traduce e si intende nel rigore della ricerca e nell’impeccabile resa formale.
E, per tornare a Lucia, soggetto di partenza di questo mio scritto, mi piace ora chiudere con altre sue parole, tratte dal ‘racconto’ delle variegate fasi del trasloco da una sede all’altra.
La ’vecchia’ sede di Via del Carbone non dista molto da Via Vignatagliata e, con buon impegno, si è potuta trasbordare molta parte del carico: scatoloni, strutture, arredi e suppellettili varie, con trasporti a mano, nelle serate libere da altri impegni, attraversando i crocchi di chi conversa fumando e bevendo aperitivi, vincendo la folla di passeggiatori in Via Mazzini, scarrellando rumorosamente sui ciottoli, caricando e scaricando merci varie sull’auto stracolma di qualche socio compassionevole. Avrei voluto filmare tutta questa storia, e vedere ‘di nascosto l’effetto che fa!’.
Riprendiamo quindi e verrebbe da chiederci: ‘’dove eravamo rimasti?’’, visto che non è passato, infine, troppo tempo e si deve soltanto riprendere il filo del discorso, momentaneamente interrotto. Nessuno di noi vuole ‘rottamare’ ciò che è stato, convinti, come siamo, che nulla si crea se non c’è un’esperienza pregressa sulla quale appoggiarsi, ma diventa necessario comunque rinnovarsi. Abbiamo tanti amici della Galleria del Carbone che ci hanno sostenuto fin dall’inizio nel campo dell’arte e della cultura in generale.
Vogliamo riprendere da alcuni nomi tra i tanti, tantissimi, a cui siamo legati anche da affetto, per poter continuare nella nostra nuova avventura.
La prima mostra del “nuova vita della galleria:
“RIPARTIAMO”
Opere di Maurizio Bonora, Paola Bonora, Gianfranco Goberti, Gianni Guidi, Sergio Zanni
Domenica 16 Febbraio 2025 alle ore 18
Galleria del Carbone
Via Vignatagliata 41 – Ferrara
In copertina: due panoramiche della mostra RIPARTIAMO
Per leggere gli articoli di Maria Calabrese su Periscopio clicca sul nome dell’autrice.

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Maria Calabrese
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PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
Sempre attenta osservatrice, Maria stavolta ci restituisce con grande sensibilità un evento di spessore culturale mentre accade. Una scrittura epifanica!
Tantissime persone alla vernice del 16 febbraio: giovani e meno giovani, Splendida location nel cuore del ghetto. Splendidi galleristi che celebrano degnamente le nozze d’argento con l’Arte. Splendida la scelta antologica degli artisti in mostra. Complimenti a Paolo e Lucia.