LA CASA, GLI ANZIANI, IL COHOUSING: I NOSTRI ULTIMI TRENT’ANNI
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LA CASA, GLI ANZIANI, IL COHOUSING: I NOSTRI ULTIMI TRENT’ANNI
Sono sollevata di invecchiare, mi godo ogni momento di questi anni; ho avuto storie, figli; ora ho dei nipoti, e davanti a me forse ancora un paio di decenni da trascorrere in autonomia e libertà. Ho scelto di vivere in un Cohousing qui a Ferrara, ossia in un condominio con spazi comuni, dove persone giovani e anziane condividono la vita di tutti i giorni in un giusto mix di autonomia e socialità. Ogni settimana riceviamo da tutta Italia almeno due o tre telefonate di persone anziane che cercano una soluzione abitativa simile, disposte anche a cambiare abitudini, amici, città pur di vivere in modalità comunitaria. Sono quasi tutte persone comprese nella fascia di età che va dai 60-65 anni (l’età della pensione) agli 85-90 (cioè il momento in cui si perde l’autosufficienza): sono circa trent’anni di vita. Trent’anni in cui, pur dedicandosi ad attività di volontariato e di svago, si teme la solitudine e si vorrebbe condividere il tempo rimasto, sostenendosi a vicenda in amicizia e serenità.
Ferrara è una delle città italiane con il maggior numero di anziani. L’Italia, insieme al Giappone, detiene il primato di nazione più vecchia del mondo: ciò significa che tra dieci anni gli asili e le scuole ferraresi caleranno a vista d’occhio, e che la popolazione sarà costituita in maggioranza da anziani, molti dei quali soli, per vedovanza o per scelta.
In molti paesi europei il governo ha stanziato dei fondi per costruire piccole strutture in centro città, strutture che permettono alle persone anziane di mantenere la loro indipendenza vivendo una vita dignitosa e a costo calmierato. L’idea alla base di questa iniziativa è quella di recuperare l’investimento fatto riducendo i costi della salute, perché più si è soli più ci si ammala; la solitudine infatti non costituisce soltanto uno status sociale problematico, ma incrementa il rischio di morte prematura.
Ferrara ha una grande domanda abitativa inevasa. Tra le case popolari ci sono centinaia di alloggi di vecchia costruzione vuoti, che necessitano di una profonda ristrutturazione. Per restaurarli e renderli disponibili, serve l’impegno di Comune e Regione.
Il Comune di Ferrara potrebbe creare dei Bandi per case popolari in cui unire l’Housing sociale al Cohousing, come ha fatto il Comune di Bologna con “Porto15”, esperienza fantastica e interamente pubblica che ha portato all’assegnazione di 18 alloggi a chi, oltre a soddisfare altri requisiti, ha dimostrato di essere disposto a condividere il proprio tempo con i vicini per migliorare i rapporti interpersonali. L’esperimento, molto ben strutturato, ha avuto grande successo ed è stato copiato da altre Amministrazioni, come ad esempio quella di Albiano in Trentino.
I destinatari del Bando potrebbero essere gli anziani ma anche soggetti più giovani, come le famiglie monoparentali o gli studenti: un condominio intergenerazionale è sempre una ricca fonte di scambi reciproci. Sono indispensabili spazi comuni di aggregazione, interni ed esterni, e un percorso di formazione prima dell’ingresso e durante la permanenza negli alloggi, perché l’arte del vivere insieme non si può mai dare per scontata. Un percorso impegnativo, che però funziona – lo dimostrano i tanti esperimenti, anche privati, in atto in tutta Italia – e che porterebbe a un rinnovamento positivo delle politiche abitative del Comune di Ferrara, per regalare a noi anziani trenta ultimi, splendidi anni di vita.
Alida Nepa
Cohousing ‘Solidaria’ – Ferrara
In lista per la candidata sindaca Anna Zonari
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Alida Nepa
Commenti (1)
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Salve sono paolo russo de La Stampa. Vorrei contattarla per una intervista sull’esperienza del cohousing
335201252
Grazie