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Ferrara film corto festival

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Rapporto Invalsi 2024; a che punto siamo con gli apprendimenti negli studenti italiani?

Invalsi ha distribuito i risultati delle prove del 2024 in Italiano, Matematica e Inglese degli studenti italiani. Nel rapporto nazionale ci sono anche i dati per regioni e alcune cartine per provincia [Vedi qui il Rapporto Invalsi 2024]

I risultati sono in lieve miglioramento rispetto all’anno scorso (specie per Inglese che migliora in modo costante da vari anni) ma, escluso Inglese, sono ancora peggiori di quelli pre-pandemia del 2019 sia per Italiano che Matematica. La lunga chiusura delle scuole nel 2020 (di cui l’Italia ha il record mondiale) e il passaggio alla DAD (Didattica A Distanza) ha inciso in modo devastante, per cui ancora nel 2024 non si è riusciti a raggiungere i livelli di apprendimento del 2019 per Italiano e Matematica. In Inglese si migliora ma potrebbe incidere la quota sempre più numerosa degli immigrati che hanno maggiori difficoltà in Italiano e Matematica, mentre, come dice lo stesso Rapporto Invalsi 2024sono maggiormente predisposti ad apprendere le lingue straniere poiché già esposti ad almeno due lingue (quella d’insegnamento e quella parlata a casa)”.

Sta di fatto che i nostri studenti hanno livelli di apprendimento ancora inferiori a quelli del 2019, a conferma (se c’era bisogno) che la DAD e l’assenza prolungata da scuola ha inciso in modo rilevante sugli apprendimenti, in particolare, degli adolescenti. Risultati poi pessimi al Sud, inteso come Campania, Basilicata, Calabria e Isole, che ha vistose differenze con il Nord, anche se la spesa per alunno è quasi simile (-9%) a quella del Nord.

La dispersione “esplicita” (cioè chi non raggiunge il diploma) cala: dal 25% del 2001 al 10,5% del 2024 e si potrebbe quindi raggiungere l’obiettivo del PNRR (9% al 2026). Si tratta però di un dato più formale che sostanziale in quanto il diploma non garantisce che si siano raggiunti gli apprendimenti di base minimi. Il Rapporto infatti menziona che gli studenti “fragili sia in Italiano che in Matematica dopo 13 anni di studi a scuola (al 5° anno delle superiori), che sono ancora ad un livello 1 e 2 (cioè non raggiungono la sufficienza) sono il 32,7%, cioè un terzo degli alunni, anche se in calo sul 2023, ma molti di più del 2019 quando erano “solo” il 25,4% (+7,3 punti).
Meno peggio va alle elementari (+3,9 punti sul 2019) e alle medie (+6,6 punti) ma, nel complesso, si potrà notare la situazione di grave degrado avvenuta nel post-Covid che permane dopo 3 anni. Gli adolescenti delle superiori sono quelli che hanno subito i maggiori danni: nel 2023 i “fragili” erano saliti al livello “monstre” di 37,1% (+11,7 punti sul 2019).

Un dato che conferma quanti danni abbia fatto la DAD e la prolungata chiusura. Lo conferma anche la dispersone “implicita” (chi esce col diploma ma di fatto ha una competenza da 3^ media inferiore): 6,6% la media nazionale (era 8,7% nel 2023) che in Campania vola al 15,7% degli alunni rispetto a 1,2% del Trentino. [Vedi Qui] 

Il Rapporto segnala anche che le differenze tra scuola e scuola dello stesso tipo (anche nella stessa provincia), alle elementari sono di oltre il 15%, che viene considerata la “soglia fisiologica”. Ciò significa che si apprende in modo molto diverso secondo la scuola elementare dove vai, a conferma di quanto sarebbe importante una Authority pubblica che sappia indicare scuola per scuola i livelli (di tutti i parametri) in modo da responsabilizzare docenti, dirigenti, famiglie e Istituzioni locali su come migliorare scuola per scuola. Si naviga invece nella nebbia (che sta bene a tutti), in quanto i dati, disponibili quando va bene per provincia (ma li puoi avere solo se sei un docente universitario), non consentono alcuna vera analisi e quindi rimedio.

Al Sud in 3^ media solo il 50% dei 14enni raggiunge la sufficienza di Italiano contro il 64% dei settentrionali e in Matematica va pure peggio: 40% contro 63% del Nord. Alla fine delle Superiori al 5° anno i sufficienti in Italia sono 56% in Italiano (64% nel 2019) e 50% in Matematica (61% nel 2019).
Le ragazze vanno meglio in Italiano (+6 punti) ma peggio in Matematica (-8 punti). Un quadro deludente su cui si fa poco e nulla (del resto mancano i soldi) se non vietare (e va bene) i telefonini dal prossimo anno alle elementari e medie.

Qualche giorno fa La Repubblica ha scritto un articolo demenziale in cui si diceva che “la didattica a distanza ha migliorato gli apprendimenti…e che i giovani si trovano bene nella loro cameretta al sicuro…”, uno dei tanti articoli sponsorizzati, questa volta probabilmente dalla piattaforma gostudent che vende attività on line di tutorig e ripetizioni delle lezioni.
E’ davvero incredibile che dopo tanti studi scientifici in cui si è dimostrato quanto la DAD abbia contribuito al crollo negli apprendimenti si dicano corbellerie del genere. Mentre La Repubblica esalta le magnifiche sorti e progressive della DAD, segnalo che il gruppo EuCARE continua a studiare e mostrare cosa stia capitando ai ragazzi a causa delle scelte sbagliate fatte nella gestione della pandemia.

Nel mio articolo su un primo consuntivo della gestione del  Covid apparso su queste colonne [vedi Qui]  ho evidenziato (a mio modesto parere) gli aspetti positivi e negativi della strategia italiana. Tra quelli negativi ricordavo l’eccessiva chiusura delle scuole e l’uso massiccio della DAD che ha portato (oggi lo sappiamo) a enormi perdite di apprendimento. In Svezia non c’è stata nessuna chiusura delle scuole e, pertanto, nessuna perdita di apprendimento per gli studenti nel 2020 e 2021 e nessun danno per studenti provenienti da contesti svantaggiati, a differenza di quanto avvenuto negli altri paesi (dall’Italia agli stessi paesi nordici come Olanda, etc.) dove la perdita di apprendimento è stata generalizzata e maggiore nelle classi sociali più basse, con crescita del divario sociale. Fortissimi sono stati i disagi psicologici in bambini e adolescenti (in particolare maschi, scuola infanzia ed elementare, chi non aveva spazi all’aperto, nelle classi sociali più basse, chi non ha fatto attività fisica, chi usava più spesso dispositivi mobili). Raddoppiati negli adolescenti i decessi per droga, suicidi e incidenti stradali correlati ad alcol e depressione.
Fa piacere leggere su Il Corriere della Sera un articolo di Gloria Saccani Jotti (13.7.2024) che manifesta allarme sulla crescita dell’antibiotico-resistenza nel mondo e cita il premio Nobel per la medicina Domagk che aveva detto nel 1939 che “non c’è nessuna distruzione di batteri senza la collaborazione dell’organismo” per cui oggi per contrastare i patogeni si fa sempre più uso dell’immunità naturale come coadiuvante di farmaci e vaccini…quello che ha appunto fatto la Svezia.

Il Congresso ICAR 2024 ha mostrato che la perdita di apprendimento è stata più marcata negli studenti italiani con un basso livello socio-economico e tra quelli con genitori meno istruiti, in particolare le madri. La didattica a distanza è stata vissuta male dagli studenti più bravi in matematica, mentre coloro che avevano difficoltà a socializzare hanno mostrato i peggiori risultati in italiano. Il contesto socio-economico ha influenzato non solo le prestazioni scolastiche, ma anche la condizione psicologica degli studenti. Nell’anno scolastico lo studio EuCARE, il 2022/2023, ha infatti osservato che gli studenti provenienti da contesti socio-economici più svantaggiati hanno mostrato maggiori problemi emotivi, di iperattività e difficoltà nelle relazioni con i pari. Francesca Incardona è stata la coordinatrice dello studio.

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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