INTERNO VERDE
Dal giardiniere reale al botanico-investigatore, una guida ai parchi ferraresi
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È la piacevole sensazione di incontro quella che resta dopo uno o due giorni di tour tra i giardini aperti a Ferrara dalla manifestazione Interno Verde 2022. Dietro a cancelli e porte che si aprono, mi è capitato di trovare parchi immensi così come fazzoletti di terra pieni di piante, fiori e cura. Piccolo o grande che sia, ogni volta ho scoperto un mondo. Può essere espresso da vegetali, oggetti, composizione architettonica. Ma sono la personalità, l’estro, le passioni dei padroni di casa che arrivano al visitatore. Invitata a condividere le visite, un’amica mi ha detto che preferiva non partecipare a questa manifestazione perché le sembrava di ficcare il naso in casa d’altri. E in effetti è proprio questa la chiave, ma da vivere in positivo. Le persone aprono le porte per accogliere visite, mettono in ordine gli spazi esterni, talvolta anche interni, e magari li abbelliscono con nuove essenze. A volte lasciano piccoli omaggi per gli ospiti-spettatori, raccontano qualcosa di loro attraverso opere esposte, libri, piante e, in qualche caso, con la loro stessa testimonianza e accoglienza.
Tanti gli incontri artistici fatti in questa edizione 2022.
STATUE TOTEMICHE – Nel giardino di casa Tubi, in via XX Settembre, svettano tre sculture storiche in terracotta di Sergio Zanni, ferrarese noto anche all’estero. Fino a marzo scorso i suoi lavori più recenti, di grandissime dimensioni, erano esposti nella Palazzina d’arte moderna di Ferrara, in corso Porta Mare. Ed è ancora possibile ammirare il suo imponente complesso scultoreo composto da sei figure: sei kamikaze giapponesi, alti tre metri, sono esposti nel salone d’onore del Palazzo comune (piazza Municipio 2, Ferrara), con ingresso libero negli orario di apertura degli uffici pubblici.
VOLTI PLASMATI – In via Carlo Mayr, tra le varie pezzature di verde in cui è stato suddiviso il giardino che era di Villa Carla, c’è l’angolo verde della pittrice e scultrice Pinuccia Boschi, che dissemina di calchi di volti anche le aiuole e che sulle pareti d’ingresso espone numerose tele di talentuosi amici artisti.
STATUE NARRANTI – A seconda delle edizioni, anche spazi verdi già visti possono rivelare aspetti inediti o curiosità che erano sfuggiti. Così il giardino della scultrice Mirella Guidetti Giacomelli quest’anno è apparso in modo nuovo. Non solo perché questa volta l’accesso era dal retro, in via Cantarana anziché in via XX Settembre, conferendogli il fascino di un’entrata segreta.
Un’altra novità è stata affidata al caso. In questo occasione la contingenza dipendeva dal fatto che a fare da cicerone, con la maglietta rossa dell’organizzazione, ci fosse un neo laureato in biologia, Leonardo Frezza. Era lui a spiegare che le statuette in creta appoggiate al muro di confine sono i primi esperimenti scultorei della padrona di casa, mentre sue opere più mature sono le due figure femminili in terracotta appoggiate sul muretto davanti all’abitazione [vedi foto in apertura e sotto].
Leonardo ha ricordato, inoltre, che Mirella è l’autrice del busto dantesco che si può vedere nel viale laterale d’ingresso di Parco Massari, di un ritratto di Pertini donato al Quirinale e di quello di papa Wojtyla, che le valse un incontro con Giovanni Paolo II in Vaticano.
Quando si è inoltrato nella sua materia per illustrare le piante, il giovane è diventato poi un narratore avvincente dal piglio thriller. Del bell’oleandro dai fiori rossi ha fatto presente che è tossico, al punto che bastano tre sue foglie in un infuso per distruggere un uomo di 85 chili e ha ricordato come dei soldati romani morirono dopo avere mangiato spiedini di carne cotti sopra ai suoi rami. “Le piante sviluppano veleno per difendersi dai predatori – raccontava – e tanti principi inebrianti in realtà sono mortali per animali o organismi più piccoli. Come i frutti del baobab, che hanno un altissimo contenuto alcolico. Gli elefanti li mangiano e si inebriano, mentre altri animali di dimensioni ridotte ci restano secchi”.
Un’ebbrezza di risulta, invece, quella che deriverebbe dalle foglie grandi e cuoriformi dell’albero che svetta di fronte all’abitazione e che viene detto del tabacco, perché – dice la guida – venivano seccate e fumate in tempi di guerra per sopperire alla mancanza di fumo.
CORTILE REGALE – Un altro incontro super professionale in tema botanico è quello con Giulio Veronese, giovane giardiniere ferrarese rientrato da poco dall’Inghilterra, dove ha lavorato diversi anni anche al servizio della monarchia Windsor. È lui che illustra la disposizione vegetale davanti all’abitazione di via Boccaleone, contraddistinta però soprattutto da alberi e arbusti piantati dalla nonna e dal nonno architetto, che gli hanno evidentemente trasmesso tanta di questa passione per il mestiere.
Per un anno Giulio ha lavorato a Highgrove House, nel Glouceshire, residenza prediletta dell’attuale re Carlo III. Il figlio ed erede della regina Elisabetta è infatti un appassionato ed esperto di giardinaggio, che lì ha riplasmato il parco adibendolo in parte anche ad azienda agricola produttrice di prodotti biologici, dove Giulio ha messo a punto un’esperienza di staff professionale, che coniuga l’estetica e l’etica degli orti.
GUIDA IN ERBA – Passione verde espressa con competenza e divertimento dalla più giovane delle guide incontrate, la piccola Ginevra. Nel giardino di via Mellone la ragazzina ha accompagnato gli ospiti tra i vialetti e gli spiazzi d’erba insieme al più maturo amico giardiniere. Era lei a illustrare le essenze con ammirevole competenza (l’acero giapponese e quello nostrano, le magnolie, le piante di alloro svettanti come alberelli) e a sopperire con fantasia per descrivere i frutti viola-blu di un melograno e il viburno a foglie rugose, da lei ribattezzato ‘il salvione’.
I giardini sono questo: scienza naturale umanizzata, che diventa racconto personale e familiare incastonato dentro una città.
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Giorgia Mazzotti
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