Il Piano Urbanistico non disegna concretamente la città futura.
Vogliamo una città non privatizzata, libera dal traffico e dal cemento, per la tutela dei beni comuni.
Ci stiamo avvicinando al momento in cui il Consiglio comunale, la prossima settimana, discuterà e deciderà l’approvazione o meno del PUG ( Piano Urbanistico Generale). Nelle settimane scorse si sono svolte diverse riunioni della Commissione consiliare Urbanistica propedeutica al passaggio in Consiglio comunale.
Abbiamo assistito ad un dibattito “burocratico”, nel senso che, in primo luogo, non si è potuto discutere di tutte le circa 290 osservazioni che sono arrivate da Associazioni e cittadini al PUG e, soprattutto, da parte della maggioranza, sono state ripetute le controdeduzioni già espresse a suo tempo sulle osservazioni.
Arriviamo così alla discussione in Consiglio comunale già con un primo “vulnus”: infatti, nella delibera che andrà in discussione, sta scritto che ci si sarebbe attivati per svolgere forme di contraddittorio con i soggetti che avevano visto le proprie osservazioni “non accoglibili” o “parzialmente accoglibili”, fatto che non è avvenuto almeno rispetto al Forum Ferrara Partecipata e ad altre Associazioni che avevano presentato osservazioni rientranti in quelle categorie. A riprova di una concezione della partecipazione, da parte di quest’Amministrazione, assai ristretta, per usare un eufemismo.
Soprattutto, però, ci troviamo di fronte ad un’impostazione del PUG costruita su “maglie larghe”, ossia basata sull’affermazione di principi generali previsti dalla legge regionale, diversi dei quali in sé anche condivisibili, che non si traducono poi in indicazioni precise e stringenti, lasciando così alle future trattative tra l’Amministrazione e singoli soggetti privati la loro attuazione, con il rischio molto concreto che la pubblica utilità venga subordinata a logiche privatistiche e di mercato. Considerato che la rigenerazione del territorio urbanizzato e le nuove urbanizzazioni si attueranno principalmente tramite lo strumento degli “Accordi Operativi “ con i privati, accordi fondati sull’ “urbanistica negoziata”, risultano evidenti i rischi conseguenti a una negoziazione non supportata da stringenti regole dettate dal Piano Urbanistico. Regole che definiscano concretamente i criteri di priorità, i requisiti minimi e i limiti in base ai quali valutare la rispondenza all’interesse pubblico delle proposte di Accordo Operativo.“
Inoltre, nel PUG compaiono scelte, in diversi casi, assolutamente regressive: ci riferiamo alla vocazione del Parco Urbano, ridotto a contenitore di attività ludiche e di svago, facendogli perdere la sua connotazione di nodo ecologico, alla mancata indicazione del Parco Sud come luogo di possibile svolgimento di grandi eventi, alla sottovalutazione del tema della mobilità, all’aver lasciato nell’indeterminatezza il futuro della ex Caserma di via Cisterna del Follo, alle lacune rispetto alla valorizzazione agricola del forese, all’insufficienza degli interventi previsti nell’area Est della città e a diverse altre ancora.
Insomma, non possiamo che dare un giudizio negativo, sia sul piano del metodo che su quello del merito, del PUG che andrà in discussione in Consiglio comunale. Da qui la nostra richiesta che la discussione che lì si svolgerà possa modificarlo nel senso da noi tratteggiato, dando a Ferrara una prospettiva utile per il suo futuro urbanistico.
Per parte nostra, continueremo a lavorare e a farci sentire perché le nostre ragioni possano essere prese in considerazione e affermate.
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