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Il patriarcato è morto?

A un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin– un anno nel quale si sperava qualcosa cambiasse nelle linee di azione del governo Meloni – il patriarcato è vivo e vegeto.
Sbaglia, e di molto, il ministro Giuseppe Valditara, che aveva promesso grandi cambiamenti nel mondo della scuola, nel dichiarare il decesso del patriarcato. Ad essere morte, nel solo ultimo anno di inazione del suo ministero, sono 120 donne, uccise da uomini.
Non entriamo nemmeno nelle affermazioni sulla nazionalità e l’irregolarità, perché a smentirle stanno le statistiche, di facile accesso per chiunque, quindi anche per Valditara (oltre il 70% delle violenze è da attribuire a cittadini italiani, e ogni anno il dato si riconferma sostanzialmente simile, indipendentemente dall’arrivo di migranti in Italia).
Ma non fingeremo che definire la lotta al patriarcato una ideologia sia una delle tante fesserie che escono quotidianamente dalle bocche di uomini e donne di questo governo. Perché se non ci si ritrova almeno sui fondamentali sarà impossibile trovare un terreno comune sul quale combattere la (sub)cultura che sta alla base dell’uccisione di tante donne e della violenza quotidiana che si consuma nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle strade.
Il patriarcato purtroppo è una pianta infestante e resistente, e se non fosse proprio Valditara a essere sequestrato dalle parole chiave della destra semplicistica, riuscirebbe a fare due più due e a collegare che “machismo e maschilismo” di cui parla, sono proprio il frutto della cultura patriarcale che la scuola guidata dal suo ministero dovrebbe contribuire a combattere.
Se la scuola riesce, o almeno prova, a educare e formare bambini e bambine secondo il principio dell’uguaglianza sostanziale e del rispetto dell’altro nelle sue differenze è grazie all’impegno di tante e tanti insegnanti che – nonostante precarietà, mancanza di fondi, libri di testo spesso inadatti e nonostante le promesse non mantenute sull’introduzione di ore di educazione alla sessualità e alla affettività – sanno bene che il patriarcato esiste ancora ed è sui banchi di scuola che può cominciare la sua destrutturazione.
Faccia meno propaganda sulla pelle delle donne, Ministro, e dia alle nuove generazioni qualche strumento in più per crescere libere da stereotipi e diseguaglianze, ottimi fertilizzanti del patriarcato.

 

Ilaria Baraldi
Portavoce Conferenza donne democratiche di Ferrara
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