Il mio Delta
l’avventura di un fotografo verso la foce
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Il mio Delta:
l’avventura di un fotografo verso la foce
“… le cose sono là che navigano nella luce, escono dal vuoto per aver luogo ai nostri occhi. Noi siamo implicati nel loro apparire e scomparire, quasi che fossimo qui proprio per questo”
Gianni Celati (1989)
Da sempre sono innamorato dei nostri paesaggi padani e in particolare della vita nel delta del Po.
Mi è sempre piaciuto raffigurarli, trasmettere con la pittura ad olio o con la fotografia queste nostre meraviglie naturali. L’attrazione per quella Terra & Acqua era forte, prendevo l’auto e andavo verso la foce, in estate e in inverno, all’alba o al tramonto. Non riesco a contare le volte in cui mi sono trovato a faccia a faccia con il Fiume, la valli, gli uccelli, i pescatori. Arrivavo in posizione e scattavo fotografie naturalistiche, i primi anni con fotocamere analogiche, per poi a casa riprodurre le inquadrature sulla tela con colori e pennelli. Ultimamente con l’avvento del digitale, ho abbandonato un po’ la pittura per concentrarmi sul linguaggio della fotografia.
Oggi come ieri, appena posso imbraccio la fotocamera e parto per nuove avventure verso il nostro Delta e le Valli. Valli vissute spesso in prima persona, anche a bordo del mio kajak, a Scardovari, Goro, Volano … In kajak, per ovvie ragioni, era impossibile portare con me una fotocamera, sono quindi esperienze non espresse in pixel ma impresse per sempre nella mia memoria.
Non si finisce mai di scoprire il Delta: un luogo sconosciuto, una nuova luce, un cielo diverso, uno stormo di Cavalieri d’oro. E soprattutto, se avete l’accortezza di andarci in solitudine, di vivere la bellezza e la pace di una natura ancora incontaminata.
Spero che il mio reportage riesca a trasmettere almeno un po’ di questa grande bellezza..
In copertina: Valli di Comacchio al tramonto. tutte le foto sono di Valerio Pazzi
Altre parole per la ricerca su Periscopio: Delta; Valli di Comacchio; Gianni Celati
Per vedere tutto il reportage di Valerio Pazzi è sufficiente scorrere in basso la homemage di Periscopio.

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Valerio Pazzi
Commenti (1)
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Meraviglia delle meraviglie!!!