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Lo si era chiamato sogno appena pochi mesi fa [leggi qui l’inizio della storia] , quello di rendere area tutelata un bosco privato in vendita (un lembo di 12 ettari adagiato sul limitare dei confini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi) e destinato a taglio commerciale.
Un sogno (un bosco protetto dall’azione dell’uomo) che ha immediatamente scavalcato i labirinti della mente razionale, tramite la quale si sarebbe data senza fatica una potatina agli entusiasmi e agli idealismi. Ma la potenza del sogno sta anche in questo, nel lasciapassare intrinseco che permette di vedere le cose istantaneamente come vorresti che fossero.
E così fu. La moderna Heidi di cui abbiamo già detto, vide e insieme seppe. Tutto quel che venne dopo è presto detto.

Quel sogno apparve subito non essere una semplice fantasticheria perché era vivo e, questo lo abbiamo compreso meglio dopo, celava tra le proprie maglie una solida intenzione. L’idea fu dunque condivisa in punta di piedi, come si fa quando si vuole tastare il terreno prima di compiere un passo importante, avanzando qualche domanda esplorativa tra i propri contatti e mettendo avanti le prime ipotesi. In poche ore e in un fine settimana che si rivelò più impegnativo del previsto, l’annuncio ebbe decine di condivisioni e un numero impressionante di contatti diretti e richieste di adesione.

I segni propizi c’erano già tutti: Anna-Heidi, che invece di parlare alle caprette stava già sussurrando agli alberi del bosco di Corniolino il futuro che aveva intravisto, si mise all’opera.
Fatica sì, ma i tasselli del domino andavano tutto sommato insieme con una certa inaspettata facilità. La Provvidenza ci stava mettendo del suo per sostenere un progetto che, in un’epoca ripiegata sui consumi e sul possesso, apariva a dir poco “rivoluzionario”: comprare per non-usare, in un’azione costruita dal basso, senza istituzioni, fuori dalla politica e a memento degli obiettivi di tutela dell’ambiente strombazzati ormai anche nel più modesto dei piani strategici.

Il sogno del “Salviamo il bosco!”, con la sua schiera di sostenitori uniti, si mise in cammino. Come in ogni viaggio avventuroso, i compagni non sono sempre e solo quelli che trovi alla partenza o quelli che hai scelto o immaginato: i buoni sogni, normalmente, hanno in serbo trame più complesse e propizie.
Fu così che quel sogno in men che non si dica incontrò altri sognatori di altri sogni e, insieme, altri visionari. Due su parecchi, che spostarono di molto, in senso positivo, la barra della fattibilità: l’Associazione Fondo Biodiversità e Foreste che per statuto acquista boschi allo scopo di conservarli, lasciandoli alle dinamiche naturali e proteggendoli dall’azione dell’uomo, che in questo scenario sarebbe stata la depositaria dei fondi raccolti e dunque l’acquirente formale; e un variegato gruppo di amici di Agostino, un giovane Carabiniere Forestale mancato prematuramente all’affetto dei suoi cari, in cerca di un modo in linea con lo spirito di Agostino per onorarne la memoria e  suggellarne il ricordo. All’appello rispondono anche i camminanti di Trekking Italia E.R. che decide di versare al fondo 1 euro per ognuno dei suoi 1800 soci.

Il bosco del Corniolino e il suo progetto di tutela mettevano insieme tutti questi intenti in modo talmente sinergico che l’obiettivo dei 15.500 euro fissato per l’acquisto dei 12 ettari fu, non solo raggiunto in poche settimane, ma più che raddoppiato, arrivando con circa 200 donatori a ben 38.000 euro di fondi raccolti, consentendo di andare all’acquisto di un’area continua complessiva di 24 ettari.

Tutto è bene quel che inizia e si conclude bene. Ma che cosa abbiamo imparato?
A credere nei sogni, ma a distinguerli dalle fantasticherie. A credere nel cambiamento, anche quando tutto sembra marciare forsennatamente in una direzione contraria. . A liberare il denaro dai processi di produzione e consumo, dandogli concretamente uno scopo etico. A credere in noi stessi e nelle nostre intuizioni affinché azioni di questo tipo diventino sempre più la regola piuttosto che la sparuta eccezione.

Lanciamo nel vento questa storia, con l’augurio che sia di ispirazione ad altre storie e ad altri sognatori.

Le foto del Bosco del Corniolino e del Bidente sono state realizzate da Rosella Ciman di Trekking Italia

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Barbara Arcari

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