Guerra di tasse e guerra di classe
Chi vince e chi perde
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“E’ una guerra di classe, e la mia classe sta vincendo”
(Warren Buffett)
Il periodo storico che stiamo vivendo indurrebbe a un utilizzo parsimonioso del sostantivo “guerra”, specialmente in contesti non propriamente geopolitici.
Leggendo il libro di Vincenzo Visco e Giovanna Faggionato “La guerra delle tasse”, edito da Laterza, tale considerazione lascia però il posto ad una sincera condivisione dell’utilizzo di tale termine.
L’ analisi del Professor Visco, ampiamente suffragata dall’essere stato egli stesso testimone diretto ed anche interprete, nelle sue vesti di ministro, dei fatti riportati, attraversa la storia del fisco italiano e delle sue riforme dal dopoguerra ad oggi.

Partendo dall’art.53 della Costituzione e dai principi cardine in esso riportati, riferiti alla progressività della capacità contributiva del contribuente e al rispetto dell’equità orizzontale e verticale nell’applicazione dell’imposizione, si dà conto del “patto sociale” che i Padri Costituenti delle diverse espressioni politiche dell’epoca, in particolare quelle con maggior base popolare come la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano, hanno voluto sottendere a questa tematica nella sua formulazione.
Sono questi gli obiettivi che, scorrendo il libro, non si sono riusciti a raggiungere nel disegno e implementazione di una seria riforma fiscale nel contesto italiano, partendo dalla Commissione Cosciani degli anni ’60 e dalla riforma Visentini negli anni ’70, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il tentativo di disegnare un imposta omnicomprensiva in grado di incontrare e mettere a sistema le diverse espressioni di reddito, da quello personale a quello di impresa e di capitale, ha lasciato spazio a interventi disorganici e “sartoriali”: solo per citare un esempio, si arriva a situazioni in cui “i redditi da capitale sono tassati al 26%, un’aliquota inferiore rispetto a quella che si paga sulla parte di reddito che eccede i 28.000 € annui”.
Complementare all’analisi delle imposte è quella sull’evasione fiscale italiana, a partire da quella riguardante l’IVA, e la constatazione, nocciolo fondamentale della questione attuale, che “i profitti delle aziende sono sempre più slegati dai redditi da lavoro e anche dall’occupazione” e questo ci dice che “l’evoluzione del mercato ha reso vetusti alcuni pilastri su cui erano stati costruiti i sistemi fiscali delle democrazie occidentali del secondo dopoguerra”.
Gli autori si soffermano quindi sull’attuale proposta del Governo italiano relativa alla flat tax (imposta piatta) in relazione ai redditi autonomi e successivamente ai redditi dipendenti, lasciando insoluta la questione del gettito fiscale e di come esso potrà essere rimodulato in quanto, allo stato attuale, la sua composizione è rappresentata per la grande maggioranza da redditi da lavoro e da pensione. Proprio su questo punto si può intendere l’utilizzo del sostantivo “guerra” nel titolo del libro, poiché, “da un punto di vista politico-sociologico si può anche osservare che le imposte piatte con pochi scaglioni – garantendo o aumentando la salvaguardia dei redditi bassi, assicurando gli sgravi ai ceti abbienti, e penalizzando implicitamente il ceto medio – corrispondono anche al perseguimento di una particolare alleanza politica: quella tra “ricchi” e poveri , un’alleanza “populista” rispetto a quella socialdemocratica-keynesiana tra poveri e ceto medio, che era stata prevalente fino agli anni Ottanta del secolo scorso”.

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Raffaele Cocchi
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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