Gli americani vengono da Marte, gli europei da venere.
Molti dicono che gli Stati Uniti sono non solo un paese forte ma “sempre il numero 1 al mondo” (Federico Rampini) dal punto di vista economico, tecnologico e militare. Non passa giorno che lo dica anche Federico Fubini, il principale editorialista economico del Corriere della Sera. Donald Rumsfeld, segretario alla difesa di Bush ai tempi della guerra in Iraq, scrisse un saggio di geopolitica intitolato “Gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere” e in cui prefigurava una Nuova Europa (che si è poi realizzata) in cui i paesi dell’est erano risolutamente filo americani e la Vecchia Europa abbarbicata al passato.
E qui sta la tragedia di questa Nuova Europa che si è costruita filo americana, salvo ora scoprirsi orfana. Rampini, anche nel suo ultimo libricino su Trump, tesse le lodi di un’America diventata autonoma nell’energia (col gas da scisto), che cresce moltissimo come PIL: “nel 2008 le economie di Usa e Eurozona si equivalevano e oggi quella americana vale il 40% in più”. L’America poi cresce sempre come occupazione (mentre l’Europa no) in quanto (dice lui) “nell’ultimo trentennio hanno aumentato i redditi più bassi più della media e il 20% dei più poveri ha avuto un aumento del 74% (contro 55% di media)…e i salari più bassi, quelli del Mississippi, sono più alti di quelli degli italiani”.
Se questa narrazione fosse vera non si capisce come mai (e lo dice lo stesso Rampini) “gli americani sono in maggioranza scontenti, pessimisti, sfiduciati e 2/3 pensano che l’America sia sulla cattiva strada…la reputazione delle istituzioni è crollata ai minimi storici e solo il 20% ha fiducia nel Governo (regnante Biden). Nel 2000 il 70% considerava importante il patriottismo, oggi solo il 38%”.
Come sta davvero l’America?
E’ vero che gli Stati Uniti sono ancora l’economia n.1 al mondo, ma se il PIL viene conteggiato ai prezzi del potere d’acquisto interno, la Cina già sopravanza gli USA e comunque viaggia a passo più spedito. Sul piano militare la recente alleanza tra Cina e Russia (favorita dalla guerra in Ucraina) pone sullo stesso piano i due nuovi competitor del XXI secolo.
Da sempre il potere degli Stati (e della loro Moneta) si basa su 4 controvalori: 1.Economia, 2.Forza Militare, 3.Finanza, 4.Materie prime. Ma di recente uno studioso come Emmanuel Todd ha introdotto un altro parametro e cioè come sta la società, se è stabile, si sta rafforzando o disgregando, introducendo come elementi di valutazione non solo la “materia” (potere, soldi, finanza, armi, materie prime), ma anche lo “spirito” che si traduce non solo in democrazia, libertà, rispetto delle minoranze come noi occidentali siamo soliti dire, ma anche nelle tradizioni, coesione sociale, religione, relazioni umane, comunità.
Gli Stati Uniti, dove la logica capitalistica, predatoria e consumista è andata più avanti, pensavano di battere la nascente forza dell’Economia cinese (che loro stessi hanno generato dal 2001 col libero commercio) con la Finanza (nuovo oro) e il potere Militare nucleare. Ma l’azzardo militare in Ucraina ha cementato Cina e Russia e ora la Cina possiede, indirettamente la Forza Militare nucleare. Inoltre, in modo del tutto inaspettato, si è scoperto che le future tecnologie ridanno un’enorme importanza alle materie prime (terre rare in particolare) che sono in gran parte nella disponibilità di Cina e Russia. Ma oltre alla “materia” bisogna considerare lo “spirito” e per molti studiosi la disgregazione sociale è molto più avanti negli Stati Uniti che in Cina e Russia, al punto che, sempre per alcuni autori, è quest’ultimo aspetto che prefigura la sconfitta dell’Occidente.
Ecco perché la leadership del XXI secolo non sarebbe più americana ma multipolare e dove i tre grandi potenti saranno Usa, Cina e Russia. Ciò spiegherebbe la strategia di Trump che molti si ostinano a giudicare come un “matto”, che è completamente diversa da quella dei neoconservatori americani precedenti che puntavano ad un dominio unilaterale Usa anche nel XXI secolo col soft power o guerre ad oltranza. Trump invece vuole un accordo con gli altri due potenti per rifare di nuovo “grande” l’America.
La corsa alle armi non genera un’Europa unita
L’Europa, orfana degli Stati Uniti neocon, cosa può fare in questo contesto?
La via che parrebbe perseguire è riarmarsi per acquisire il potere Militare che le manca al fine di potersi sedere al tavolo dei vincitori anche nel XXI secolo. Ma vincere vuol dire tutelare e accrescere il tenore di vita dei propri abitanti, al di là della fuffa propagandistica su democrazia e libertà.
Questa via di Potere è però già fallita con la strategia “funzionalista”, dove la Moneta unica doveva generare automaticamente gli Stati Uniti d’Europa (cioè il nuovo Stato). Ma come tutti vedono non ha funzionato. Anzi, mai come oggi, l’Europa a 27 si è trasformata in una torre di Babele e lo sarà di più con l’allargamento a 38 paesi.
Ma se la Moneta non ha funzionato, non sarà certo con le Armi che si generà automaticamente lo Stato Europeo.
Una prima alternativa è quella di fare “un passo indietro per fare due passi avanti” (come diceva anche Lenin), cioè fare un’Europa più piccola (quella dei fondatori e chi ci sta) creando gli Stati Uniti d’Europa in un’ottica federale, cioè una unità statuale capace di Difesa e politica Estera indipendente nel mondo.
Un’Europa neutrale e solidaale
Una seconda alternativa (che a me piace di più) è abbandonare la logica di potenza che sempre è esistita nella Storia è costruirsi come Stati neutrali (come la Svizzera), con un esercito minimo, puntando tutto sul dialogo con tutti i paesi del mondo, rafforzando tutto quanto è desiderato da noi cittadini, comuni mortali (e non dai capi che ci governano), creando più lavoro, libertà, diritti, salute, scuola, fratellanza, uguaglianza, amore per l’arte e la Natura.
Ciò comporta il rischio che qualche potenza ci invada. Ma è realistica questa prospettiva in un mondo multipolare? Non credo che qualcuno mai ci invaderà. In ogni caso l’esperienza dell’Ucraina e dell’Afghanistan dimostra che popoli molto più piccoli e indifesi hanno resistito o vinto gli invasori. Ma quest’ultima scelta comporta trovare leader visionari che perseguono la pace, la libertè, egalité e fraternité e l’amore e che in questo momento abbiamo smarrito proprio perché le nostre società si stanno disgregando sul piano sociale e spirituale e dei valori profondi, senza i quali non si va da nessuna parte.
Per quei tanti a cui Putin e Trump non piacciono, il vero scherzo sarebbe dimostrare che noi veniamo da Venere e non da Marte.
Cover: Gli svaghi di Venere e Marte, Andrea Appiani 1792 – ca 1706
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La seconda ipotesi su come l’Europa dovrebbe impostare il proprio futuro appare piuttosto ingenua. Trasformare 400 milioni di abitanti di stati diversi in una sorta di Svizzera neutrale.
Ahimè, la storia dimostra che anche grandi potenze, quando perdono coesione, determinazione e soprattutto supremazia tecnologica e militare… vengono invase da nazioni più potenti e aggressive.
L’Europa che si illude di poter competere con le grandi potenze solo con il riarmo dimentica che la vera forza sta nella coesione sociale, nell’innovazione e nella visione di un futuro condiviso.
L’esperienza storica della Svizzera dimostra che pur essendo piccoli e neutrali nessuno ha mai cercato di invaderla. E chi potrebbe invadere l’Italia, la Germania, la Francia e gli altri Stati europei tra loro sodali? La Russia? La Russia è in pieno declino demografico per cui avrà seri problemi ad amministrare il suo stesso immenso territorio e sa bene, dopo l’esperienza afgana e ucraina, che basta un piccolo popolo per creare l’impossibilità del dominio su altri popoli che non la pensano come loro. In ogni caso è pura fantasticheria pensare che la Russia voglia invadere l’Europa, mentre era vero che avrebbe invaso l’Ucraina (sono 15 anni che Putin lo dice) se fosse proseguita la strategia Usa dei neocon di portare l’Ucraina nella Nato e poi puntare a smembrare la Russia (lo dice ancora oggi l’Alta Rappresentante UE per la Difesa Kallas). E poi la storia, maestra di vita, ci dice che si può anche cambiare e si può stare al sicuro senza usare la FORZA. Gandi insegna che la non violenza è più forte delle armi. In un prossimo futuro multipolare in cui i Golia saranno USA, Cina, India, Russia a nessuno farebbe piacere che l’intera Europa diventasse terra di conquista di uno solo di questi Golia. Il multilateralismo è per l’Europa una forma di sicurezza maggiore di qualsiasi riarmo. Se la mettiamo poi sul piano della pura FORZA MILITARE non basteranno certo 800 miliardi spesi dalle 27 singole nazioni a farci vincere una guerra contro uno di questi Golia perchè poi ci mancheranno i giovani in carne ed ossa da mandare al fronte. E poi l’Europa spende già più della Russia. La vera sicurezza viene da una politica di dialogo con tutti, abbandonando la russofobia diffusa a piene mani negli ultimi 3 anni. Il grande rischio dell’Europa che si va disgregando sul piano sociale e morale e spirituale, come è già successo agli Stati Uniti, è che sottraendo risorse col riarmo allo sviluppo umano, darà sempre più spazio alle destre che avranno alle prossime elezioni europee del 2029 una vittoria schiacciante a cui farà seguito la fine di questa Europa.