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ROMA: GIORDANO BRUNO (IL FILOSOFO) AL ROGO
FERRARA: GIORDANO BRUNO (IL PARCO) IN GABBIA

Articolo pubblicato il 5 Giugno 2023, Scritto da Scelto da Periscopio

Tempo di lettura: 2 minuti


Roma, 17 febbraio 1600, il grande filosofo nolano Giordano Bruno viene messo al rogo a Campo de’ Fiori (quando ci passate guardate per terra un tondino che ricorda il punto esatto).
Ferrara, in data da destinarsi ma prima delle prossime amministrative, il Parco Giordano Bruno sarà ingabbiato dall’Amministrazione Comunale. La sentenza verrà eseguita dal noto vicesindaco Naomo Lodi.

Il lettore mi consenta l’accostamento un po’ audace, posso avanzare due buone ragioni. Perché Giordano Bruno è, tra i moderni, il mio filosofo ed eroe preferito. E  perché come ferrarese non ne posso davvero più di gabbie e cancellate, come di feste, profumi e balocchi.
(Francesco Monini)
Il passato del Parco Giordano Bruno
Il presente e il futuro del parco

La denuncia del Comitato Giordano Bruno 

Dopo quattro anni di scientifico abbandono e molti annunci, l’amministrazione comunale ha deciso di intervenire nel Parco Giordano Bruno con la sua soluzione preferita: mettere una cancellata.
Ripercorrendo questi anni, è impossibile non riconoscere una sistematica volontà di rendere inospitale il nostro parco: non è stato assegnato a nessuna associazione sportiva il campo di beach volley che quindi è diventato un rettangolo inservibile invaso dalle erbacce; si è scelto, a differenza del passato, di non usare mai lo spazio per iniziative pubbliche, mentre lo sfalcio dei prati avveniva sempre più di rado.
Contemporaneamente, abbiamo assistito alla progressiva sparizione di ogni arredo urbano presente in modo che senza panchine fosse impossibile sostare e godere del luogo. Se prima il parco era frequentato da famiglie e riempito dagli schiamazzi dei bambini, l’aver tolto le panchine allo scopo dichiarato di combattere lo spaccio, ha ottenuto l’effetto inverso di far sparire chiunque volesse godersi la piacevolezza della sosta nel parco, tranne proprio coloro che si intendono respingere.
Da ultima è stata annunciata, senza darne prima comunicazione all’interessato, la revoca della concessione per il chiosco McMurphie, rinunciando così ad un altro punto di convivialità fuori dalle vie di transito, mente nel centro proliferano, a scapito dello spazio urbano, dehors e distese di tavolini.
Come prevedibile, tutte queste scelte hanno semplicemente acuito ogni problema – anche di ordine pubblico – preesistente.
Arrivati ad una anno dell’appuntamento elettorale in Giunta devono essersi ritenuti soddisfatti: la situazione creata ora può richiedere interventi muscolari e il vicesindaco potrà sfoggiare la sua soluzione preferita fatta di cemento e ferro, con costi di decine di migliaia di euro a carico della comunità, mentre ai cittadini del quartiere rimarrà uno spazio meno fruibile e solo negli orari scelti dall’amministrazione di turno.
Il tutto, senza il minimo rispetto dell’idea urbanistica del quartiere Giardino, che ha nel parco Giordano Bruno uno spaccato verde di passaggio, uno snodo vitale e coerente, che da domani diventerà una gabbia respingente.
Comitato Giordano Bruno
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani