EOLICO INDUSTRIALE. Fonte del Solstretto violata:
sono iniziati i lavori sul Giogo di Villore e sono iniziati i guai.
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EOLICO INDUSTRIALE
Fonte del Solstretto violata: sono iniziati i lavori sul Giogo di Villore e sono iniziati i guai
I° parte
BIODIVERSITA’: se di mezzo ci sono grandi opere, cemento, soldi e visibilità politica non la tutela nessuno!
La conservazione della biodiversità è un concetto non sempre compreso da tutti, ma con il quale spesso i nostri amministratori, molto politici e poco conoscitori e tantomeno amanti della Natura e delle diverse forme vitali che la animano, si sciacquano la bocca nelle dichiarazioni e nei bei discorsi alla corte dell’Unione Europea.
Troppo spesso la esaltano nei meeting internazionali, o la ricordano all’apertura dei convegni o nelle occasioni che li vedono protagonisti di qualche battaglia pubblicitaria per la salvaguardia di un animale o di una specie vegetale ecc., ma una volta finita la cerimonia, quello a cui puntano con la loro politica è sempre e comunque lo sviluppo e la crescita….dell’economia del profitto!
Altro termine ormai abusato che esce dalle medesime bocche è “la cura“: la cura del territorio, la cura dell’ambiente, la cura delle persone, la cura del paesaggio…
A guardare bene gli unici che si stanno prendendo veramente ‘a cuore’ il territorio del Mugello, il suo paesaggio, l’ambiente, e di conseguenza le persone che ci vivono, sono i cittadini stessi che lo abitano, che lo conoscono approfonditamente, lo percorrono e vigilano perchè sia tutelato e protetto.
Già dall’estate scorsa, ma più intensamente da quando è arrivata la comunicazione dell’inizio lavori da AGSM-AIM per la costruzione dell’impianto industriale sul crinale del monte Giogo di Villore, che consta di 7 pale eoliche alte 170 m, stiamo monitorando assiduamente quei luoghi e testimoniando cosa succede lassù.
In questi ultimi due anni, in estate come in inverno, tra una passeggiata e una marcia, abbiamo percorso avanti e indietro moltissime volte quelle strade e quei sentieri e abbiamo accompagnato decine e decine di persone a Pian dei Laghi, a Porcellecchi, alla sorgente del Solstretto, sotto il sole e anche con la pioggia, osservando cosa succede e raccontando lo stravolgimento che questi magnifici luoghi finirebbero per subire una volta che i lavori fossero partiti.
E avevamo visto giusto.
Non mi soffermerò questa volta sull’abbattimento dei boschi e il sacrificio della vegetazione forestale per far posto al cemento, o del pericolo per gli uccelli, tra cui molti rapaci rari e protetti, che la realizzazione di questo impianto comporta, temi su cui già ci siamo già concentrati in altri articoli precedenti.
Voglio invece raccontare dell’acqua; quell’acqua pura, sorgente di vita preziosa per tutta la comunità di Vicchio, a cominciare dagli esseri viventi del crinale fino a quelli giù a valle nel paese, che siamo noi cittadini e cittadine, che spesso non sappiamo nemmeno da dove e come ci arrivi, ma che pure sappiamo che sicuramente non sgorga per natura dal rubinetto.
Quest’acqua ci viene per la gran parte proprio da questo crinale, è l’acqua della fonte del Solstretto, ad oggi preservata e incontaminata. A testimoniarne la qualità “superiore” è la presenza, accertata di una specie autoctona del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes, Lereboullet, 1858), che di notte si affolla proprio in queste purissime acque.
“Il gambero di fiume autoctono, Austropotamobius pallipes, è una specie protetta a livello europeo, che richiede interventi concreti per la sua conservazione a causa delle numerose minacce che subisce. La specie è iscritta nella Lista Rossa redatta dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) (qui) , dove è classificata dal 2010 come specie “endangered” (a rischio di estinzione, lo stesso livello di minaccia del Panda gigante!).
La Direttiva CEE 92/43, che qualifica A. pallipes come “specie d’interesse comunitario per la quale devono essere individuate zone speciali di conservazione” (Allegato II) e come “specie assoggettabile a prelievi coerenti con specifici piani di gestione” (Allegato V), è stata recepita dall’Italia con i DPR 357/97 e DPR 120/2003.” (qui)
Diverse sono le Regioni italiane che hanno emanato provvedimenti legislativi specifici per tutelare questa specie, come la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Regione Marche, le province autonome di Trento e Bolzano… e la Toscana cosa ha fatto?
Perchè siamo noi a preoccuparci di questo raro gambero di fiume e di tutti gli altri animali rari, tra cui uccelli rapaci, chirotteri (pipistrelli), rettili ecc.. e non lo hanno fatto gli enti regionali preposti? Perchè il Settore per la Tutela della Natura e del Mare della Regione Toscana (l’acronimo è STNM), invece di tutelare le specie autoctone a rischio estinzione, si è limitato a chiederne al proponente il monitoraggio, più o meno approfondito, ante e post operam, per verificarne, durante e a fine lavori, il danneggiamento?
Perchè tutta la procedura della C.d.S. è stata una farsa, in quanto l’impianto doveva essere comunque approvato, a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione, perchè serviva politicamente a raggiungere al più presto possibile gli standard dettati dalla U.E. di produzione di energia cosiddetta ‘sostenibile’ per la Toscana.
I tecnici di questo settore regionale si sono limitati infatti a dare delle indicazioni precauzionali che avrebbero la finalità di contenere (non si sa in che termini) i danni, che già prevedono per certo, saranno procurati dalla costruzione del megaimpianto eolico e dai cantieri industriali per la sua realizzazione e più tardi durante i lunghi anni di esercizio; questa è cosa ben diversa dal prendersi cura dell’ambiente appenninico e tutelarne le forme viventi e l’ecologia ambientale.
Tra l’altro ci chiediamo chi andrà a verificare mai l’adozione di tali precauzioni da parte delle ditte che lavoreranno lassù a 1000 m s.l.m. o lungo la viabilità di accesso, indistrubate? Proprio l’STNM nella comunicazione al settore V.I.A. -V.A.S. (sempre Regione Toscana) del 04/05/2021 prot. 196355 rileva che AGSM-AIM non è riuscita nemmeno ad eseguire compiutamente, cioè come previsto dalle “Linee guida per la valutazione di impatto ambientale degli impianti eolici” (2012) della Regione (qui), i monitoraggi ex-ante delle popolazioni delle specie naturali protette, indispensabili per conoscere la situazione di partenza e in seguito poterla confrontare con quella di esercizio e quella finale (ex-post).
II° parte
Sul crinale del Monte Giogo di Villore non è presente la Regione Toscana (o chi per lei) ma noi cittadini ci siamo andati
Una mattina di giugno, alle 7.30 siamo saliti, come spesso è successo, sui crinali del monte Giogo di Villore e alla sorgente del Solstretto (che alimenta l’acquedotto di Vicchio e il torrente Botena), a cercare, con due lombrichi e una cannina, il gambero di fiume e, fortuna ha voluto, ne abbiamo trovati alcuni esemplari.
Per essere sicuri del ritrovamento e garantirci sul riconoscimento e classificazione abbiamo coinvolto due biologhe ricercatrici dell’Università di Firenze, Museo di Zoologia della Specola, e le abbiamo accompagnate in tarda serata (si tratta di una specie ad habitus prevalentemente notturno) alla sorgente.
Con grande meraviglia di tutti durante il sopralluogo sono stati contati una cinquantina di esemplari in un tratto di circa 100 m di corso d’acqua ed è stata evidenziata addirittura la presenza di individui femminili già predisposti all’ovideposizione. Le studiose, sono rimaste molto soddisfatte dall’eccezionale ritrovamento, a cui hanno fatto seguire una segnalazione alla Regione Toscana, in particolare al Settore Tutela della Natura e del Mare e al Settore Valutazione d’Impatto Ambientale, a compendio di una loro recente pubblicazione scientifica (qui), che segnalava la presenza del gambero nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e di Campigno.
III° parte
Neanche il tempo di gioire per la buona notizia che subito ne è seguita una brutta
La nostra frequentazione della zona è continuata anche nelle settimane seguenti. Dopo neanche un mese dalla comunicazione del 1 giugno scorso, con cui AGSM-AIM informava le amministrazioni competenti di dare inizio ai lavori per l’impianto eolico industriale, a far data dell’8 giugno 2023, tornando sui luoghi interessati, abbiamo rilevato purtroppo che lungo la vena d’acqua del Solstretto era stato praticato un’escavo a formare una grande pozza di raccolta dell’acqua con almeno di 3 m di diametro e profonda, ad occhio, 80/100 cm.
Nello scavo era innestato un tubo collegato ad una pompa per il prelievo dell’acqua. Questa presa, per noi fuori programma, si trovava a poche centinaia di metri a monte della presa sulla sorgente del Solstretto che alimenta per buona parte l’acquedotto pubblico di Vicchio.
In prossimità del prelievo gli addetti della ditta Albanese perforazioni di Campobasso, stavano conducendo i carotaggi conoscitivi del sottosuolo in una delle aree dove dovrebbero essere innalzate le torri eoliche a scopo d’indagine geognostica, commissionata da AGSM-AIM.
L’acqua prelevata (abbiamo contato almeno 8 contenitori da 1000 l ciascuno che destinati ad essere riempiti e svuotati chissà quante volte), serviva appunto per permettere ai macchinari il raffreddamento degli organi lavoranti e il loro corretto funzionamento. Si tratta di trivelle molto potenti che devono perforare, andando fino a grande profondità, terreno e roccia, prelevandone delle carote rappresentative.
L’acqua che usciva, intrisa di gasolio e lubrificanti, si spargeva tutt’intorno. Ci siamo chiesti, dunque, se il prelievo e lo scavo fossero corretti. Non essendo a conoscenza delle procedure progettuali, ma trovando quanto verificato abbastanza curioso, per non dire al limite dello scorretto, abbiamo fatto una segnalazione ai carabinieri forestali, che ci auguriamo faranno i dovuti controlli e verifiche.
Siamo sempre più preoccupati per la situazione che si sta verificando sul crinale del monte Giogo di Villore: assenza di avvisi e segnaletica opportuna per avvertire i camminatori e i turisti, che si avventurano in zona, della presenza di un cantiere, con prelievo di acque naturali destinate all’uso potabile pubblico e la presenza di ditte che, approfittando dell’assenza di vigilanza da parte degli enti preposti, si muovono liberamente, stile Far west, e mettono a rischio l’integrità dell’ambiente e l’esistenza stessa delle specie rare e protette, come il gambero di fiume e altre specie rare della rete europea Natura 2000, scavando nella sorgenti e manomettendo il corso naturale dell’acqua e sversando tutt’intorno acque inquinate e inquinanti.
Se già all’inizio, prima ancora dell’apertura dei cantieri veri e propri ci si comporta in questo modo, senza alcuna premura per l’ambiente incontaminato dove si opera, cosa dobbiamo aspettarci per il proseguo quando i lavori saranno sempre più importanti e impattanti? Sinceramente, il greenwashing delle energie rinnovabili non vale certamente la distruzione degli ultimi preziosi scrigni di biodiversità che sono i nostri Appennini!
Se si inizia ad accettare questo scambio assolutamente perdente, l’energia prodotta è poca e intermittente e non abbatte assolutamente alcun impiego di fonti fossili, la biodiversità che viene a scomparire è unica e insostituibile, il nostro ambiente naturale non avrà più possibilità di sopravvivere e i danni del cambiamento climatico continueranno ad affliggerci sempre di più.
Epilogo
Sono i cittadini le uniche vere sentinelle a tutela dell’Ambiente!
Oggi, 19 luglio, abbiamo saputo che i Carabinieri Forestali della Stazione di Borgo S. Lorenzo, a seguito delle segnalazioni dei cittadini, hanno fatto due verbali alla ditta Albanese Perforazioni, uno per il prelievo non autorizzato dell’acqua dal Solstretto e uno per gli sbancamenti che la ditta ha fatto per creare le piazzole utili per posizionare le macchine e fare i carotaggi.
Sostieni periscopio!
Crinali Liberi
Commenti (2)
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Ci passano false notizie nel nome del progresso e sono solo opere criminali nel nome del profitto. Sono amareggiata e disgustata.
L’Appennino a chi ci vive, No alle lobby del falso green.