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Sul tema “Ferrara patrimonio Unesco” Periscopio ospita un intervento di Ilaria Baraldi, consigliera comunale del Partito Democratico.

Siamo alle solite.
Un cospicuo numero di cittadine e cittadini sottoscrivono una petizione promossa da +Europa per chiedere una verifica sulla capacità dell’amministrazione nel tutelare e promuovere il patrimonio dell’umanità che è Ferrara, la nostra città, di tutte e di tutti; con insperata e opportuna celerità il ministero competente garantisce un esame della questione ed ecco il sindaco Fabbri intervenire col consueto garbo attaccando la funzionaria preposta e offendendo le persone che, avendo a cuore Ferrara, si permettono di criticare la gestione attuale.
Per Fabbri le accurate osservazioni del Ministero sarebbero solo frutto di un “errore estivo”, mentre 1.378 cittadine e cittadini diventano improvvisamente “qualche disperato oppositore politico”.
Dileggiare le persone che la pensano diversamente dal sig. Sindaco, che pure lui rappresenta, è ormai una costante del suo mandato.

Non sappiamo che esito avrà l’indagine del Ministero della Cultura ma la notizia è buona di per sé. Anzitutto perché ricorda a chi amministra che c’è un controllo superiore che si attiva per verificare che permangano le condizioni poste da Unesco per avere il privilegio di essere considerati patrimonio dell’umanità. Speriamo che non intervenga la longa manus del solito Sgarbi a bloccare, per il tramite del gaffeur Ministro Sangiuliano, l’iniziativa.
Ma la notizia è buona soprattutto perché rammenta a Fabbri e alla sua maggioranza che il patrimonio loro affidato non può essere usato a loro piacimento, senza tenere conto delle sue caratteristiche e della sua preziosità.
Patrimonio che transitoriamente questa amministrazione, come quelle passate e future, si trova a gestire, con l’onere di proteggerlo e tramandarlo intatto alle generazioni future, valorizzarlo e non sfruttarlo, farlo conoscere anziché coprirlo di sponsor.
Per fare tutto questo occorre che chi governa sia consapevole della responsabilità di “essere” patrimonio Unesco, e lavorare allo scopo di rendere altrettanto consapevoli residenti e turisti di ciò che significa vivere e visitare una città patrimonio dell’umanità, nella sua interezza e complessità.
È un lavoro che richiede uno sforzo enorme e non basta appendere la bandiera Unesco o usarne il logo sui documenti ufficiali.
Comporta un lavoro culturale – a partire dalle scuole – che è altro rispetto a occultare monumenti e piazze con continue iniziative ed eventi.
Se c’è chi si sente offeso (nel senso di ferito) dall’occupazione transitoria della nostra piazza da wc chimici o bidoni dell’immondizia e in modo permanente da auto e furgoni, significa che quel senso di sfregio della bellezza – come valore culturale – in una parte dei ferraresi c’è, così come c’era nei veneziani che hanno lottato contro il passaggio delle navi da crociera in laguna a ridosso della fragile e bellissima San Marco.

Che ci siano cittadine e cittadini che pensano altro, o semplicemente non si pongono il problema, è naturale e legittimo.
Credo invece sia grave che una amministrazione non sappia dosare le proprie proposte e azioni in funzione delle specifiche caratteristiche del bene (materiale e immateriale) che ha l’onere di governare.
Non puoi valorizzare se prima non proteggi e per proteggere occorre sapere che cosa ti è stato affidato.

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Ilaria Baraldi

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