Fermati quando devi, riparti quando puoi:
viaggio in bicicletta per gestire l’artrite reumatoide
Tempo di lettura: 3 minuti
Fermati quando devi, riparti quando puoi: viaggio in bicicletta per gestire l’artrite reumatoide.
“Sarò ancora capace di viaggiare in bicicletta, in solitaria, con tenda al seguito, macinando chilometri e dislivelli?”
Questa domanda e tante altre mi frullano in testa negli anni duri della malattia pensando a tutti quegli aspetti della vita che amo e che esprimono la mia personalità.
Dopo 4 anni di convivenza con l’artrite reumatoide, 2 trascorsi tra dolore e immobilità e 2 passati a rimettermi in forma, voglio dare, ora, una risposta alla domanda di allora.
Come una catena ben oliata e deragliatori regolati alla perfezione, anno dopo anno, ho ingranato i rapporti giusti e, grazie a medici e professionisti che mi sanno indirizzare e seguire, un farmaco biotecnologico sperimentale, esercizio fisico costante, dieta, terapia forestale, ayurvedica, pazienza, curiosità e perseveranza, rimonto in sella alla mia bici MTB “La Bianchina”, 25 anni lei, 50 io, per girovagare insieme per l’Italia Centrale.
Cinque regioni più una Repubblica: Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e San Marino, per dormire in tenda, andar per boschi ricchi di biodiversità e biocomplessità, “passare le acque”, pedalar per strade bianche e gustare prodotti tipici…il cicloturismo è una vera goduria.
Ma l’artrite è poco incline al piacere, portata piuttosto per la dinamicità e la suspence: oggi accumulo chilometri di strada e metri di dislivello con facilità e in volata, domani usare le mani per aprire la cerniera del sacco a pelo e uscire dalla tenda in modo dignitoso potrebbe equivalere ad un sudato Gran Premio della Montagna, …e dopodomani? Un mistero!… una tappa sconosciuta avvolta nella nebbia autunnale anche in piena estate…e via così per una vita intera, è una malattia cronica.
Tre mesi di tempo: giugno, luglio, agosto per pedalare, ma anche per riposare e se l’artrite lo chiede: fermarmi e interrompere momentaneamente il viaggio.
Negli ultimi anni, l’artrite reumatoide, sta acquisendo un superpotere: l’invisibilità. I nuovi farmaci la rendono meno invalidante di un tempo e le altre persone ignare, nulla sospettano.
In me vedono una donna magra, con un fisico sportivo, perfino giovanile e con una mente vivace. Ma la malattia continua ad esserci, si devono compiere quotidianamente scelte ben precise per distribuire le proprie forze e non peggiorare la stanchezza cronica fisica, mentale ed emotiva, si fanno i conti con un abilismo continuo e con richieste che alle volte sono troppe.
Perdere atleticità e vivacità è un attimo, è come forare la ruota, inutili toppe, mastice o lattice, rimani a terra.
In questo viaggio, voglio portare visibilità e sensibilizzazione sia alla mia “compagna di viaggio dinamica e invisibile”, sia a quei progetti, servizi e strutture, che permettono che la vacanza sia un diritto di tutti. Lavoro nel campo della disabilità da 27 anni, da 5 nel turismo accessibile, voglio conoscere e studiare certe soluzioni adottate nelle varie Regioni, perché la disabilità non è solo quella motoria, l’accoglienza non è mera ospitalità e la relazione sociale è a monte e a valle delle nostre vite e dei nostri viaggi.
Sono un’attacca bottone patentata, in questo viaggio snocciolerò tutte le mie competenze personali e professionali in merito, preparatevi, siete stati avvisati.
Non so come andrà, quanto sarà dura o piacevole, se arriverò in fondo o meno, ma ripenso che la mia domanda iniziale me la feci a letto, dolorante, confusa e insicura di quello che avrei saputo e potuto fare; ora guardo i miei quadricipiti delineati, le ruote grasse della Bianchina, le borse capienti da riempire e comprendo di essere già on the road.
Cover: Umbria in biciletta – foto life in Travel

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Chiara Buiarelli
Commenti (8)
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PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
Che bello leggerti, Chiara, tienici aggiornati!
Ciao Sara! Grazie mille!!!
Meraviglioso progetto e meravigliosa donna. Una guerriera positiva e sorridente.
In questi giorni grami gli unici guerrieri di cui abbiamo bisogno sono quelli armati di bicicletta e di un sorriso accogliente. Vai! e pugna con pacifico ardore alla tua maniera
Grazie Dario, la tua vicinanza è preziosa
Dolori continui e positività – per fortuna non elevata – per l’artrite reumatoide mi hanno fermata sia nella camminata sia nel ciclismo… bello seguire le tue conquiste!
Gabriella grazie per il tuo commento, l’artrite è una brutta bestia! Continuerò a raccontare su Periscopio delmio viaggio e se hai voglia seguimi su facebook, https://www.facebook.com/share/1AEN5RiUzX/
Grazie Pam!!! Senza i tuoi allenamenti e la tua vicinanza sarebbe tutto più duro