Eroi
In “La vita di Galileo” (1938), il drammaturgo tedesco Bertolt Brecht scrive che lo scienziato, dopo aver rinnegato di fronte all’Inquisizione la sua teoria sulla rotazione della Terra, consegna all’allievo Andrea il suo quaderno di appunti che confermano le sue teorie, chiedendogli di diffonderle.
Andrea esclama entusiasta: “Sventurata la terra che non ha eroi!”, riferendosi al coraggio di Galileo Galilei che, in questo modo, sfida le idee imperanti e i poteri costituiti, anche se indirettamente.
Il Maestro lo corregge replicando: “Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi!”.
Una frase che non ha mai perso d’attualità per il sottile significato che sottende. Ai nostri giorni, davanti a uno scenario planetario oscurato da precarietà, incertezza e assenza di prospettive nitide e rassicuranti, reagire in maniera forte e scuotere le coscienze solo davanti all’eroismo è un segno del fallimento di una società o nazione, perché significa delegare al gesto del singolo quello che invece dovrebbe richiamare alla corresponsabilità di tutti. Eppure, è altrettanto vero e innegabile che l’attrazione collettiva verso la figura eroica appartiene strettamente alla nostra storia di esseri umani: chiediamo eroi veri, con un codice d’onore, spirito di sacrificio e immenso coraggio, liberi da qualunque consorteria, dalla politica manovrata da partiti e lobby finanziarie.
Abbiamo ancora bisogno di un eroe che gridi affermazioni altrimenti taciute, che rompa gli schemi dell’ipocrisia, del “politicamente corretto” e delle distorsioni culturali. Forse siamo “sventurati” proprio perché abbiamo bisogno di eroi, che non sono i muscolosi protagonisti dei reality di sopravvivenza, né i blasonati, a volte eruditi, ospiti dei talk-show che inveiscono con toni accesi l’uno contro l’altro, piuttosto che i mutevoli personaggi del gossip e del red carpet.
Gli eroi che vorremmo sono altro, archetipi che riflettono esperienze comuni che tutti gli umani hanno condiviso in milioni di anni di evoluzione e ci preparano a queste esperienze comuni, ben consapevoli che, come ebbe a dire lo scrittore Charles Bukowski, “Per ogni Giovanna d’Arco c’è un Hitler appollaiato dall’altra estremità dell’altalena. La vecchia storia del bene e del male.”
Gli eroi sono figure che ci rivelano le nostre qualità mancanti, ci salvano nelle difficoltà, ci sollevano dalle cadute, ci offrono speranza, risolvono problemi, consegnano giustizia. Soddisfano i nostri bisogni fondamentali quali la sopravvivenza, la cura, la crescita, la sicurezza, la felicità, la saggezza.
Ogni epoca ha i propri eroi e oggi il concetto di eroismo viene identificato anche nella gente comune, sulla scena della vita quotidiana dove l’eroe agisce non per se stesso ma per il bene collettivo. Eroi meno utopici e perfetti, forse, ma molto più raggiungibili e vicini. Sono gli eroi senza spada e armatura, armati solo della loro forza interiore, della convinzione che il loro tributo, unito a quello di tutti, riesca a creare equilibrio, a prendersi cura della collettività, a richiamare sui temi dell’equità, giustizia, pace e dissenso verso qualsiasi voce delle dittature, per continuare ad essere “umani”.
L’eroe è qualcuno che non abbia paura della notte e tenga lo sguardo fermo davanti a sé, indicandoci il cammino più giusto da percorrere.
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Liliana Cerqueni
Commenti (2)
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grazie per questo splendido articolo!
Eroi cercando, direbbe Vittorini. Così siamo noi, ora. Grazie per il bellissimo contributo