Emma Ruzzon, studentessa dell’Università di Padova: “Basta competizione, siamo stanchi di piangere i nostri compagni…”
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Emma Ruzzon, studentessa dell’Università di Padova: “Basta competizione, siamo stanchi di piangere i nostri compagni…”
Di seguito riportiamo alcuni brani del discorso di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Padova, tenuto n paio di giorni fa da Emma Ruzzon, rappresentante degli studenti dell’ateneo patavino.
Se avete meno di trent’anni (studenti, lavoratori o disoccupati) … o se avete più di trent’anni (docenti, genitori o semplici cittadini) … o se siete politici, deputati o ministri, le parole di Emma sono rivolte proprio a voi. Ascoltatela.
«…Credo siano evidenti a tutti le contraddizioni della narrazione mediatica attorno al percorso universitario: ci viene restituito il quadro di una realtà che fa male, celebrate eccellenze straordinarie, facendoci credere che debbano essere ordinarie, normali. Sentiamo il peso di aspettative asfissianti che non tengono in considerazione il bisogno umano di procedere con i propri tempi, con i propri modi»: le parole di Emma Ruzzon, rappresentante dei 70mila studenti dell’Università di Padova, hanno una carica dirompente. La giovane parla durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo padovano e si rivolge direttamente alle autorità presenti in sala, compreso il ministro Bernini. «Siamo stanchi di piangere i nostri coetanei e vogliamo che le forze politiche presenti si mettano a disposizione per capire come attivarsi per rispondere a questa emergenza. Ma serve il coraggio di mettere in discussione il sistema merito-centrico e competitivo …».
Enna conclude il suo intervento ricordando gli 80anni dalla Liberazione del Nazifascismo e si toglie la camicia nera per denunciare la politica repressiva del governo nei confronti dei manifestanti e degli studenti in particolare.
Qui il discorso integrale:
https://www.instagram.com/enricogaliano/reel/DGFZXyUBf3z/
Cover: Emma Ruzzon, immagine da YouTube

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Redazione di Periscopio
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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