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Ferrara film corto festival

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Visitabile fino a sabato 20 aprile 2024 il progetto fotografico “Vado a prendere il giornale” di Ulrich Wienand alla Biblioteca comunale Bassani, via Grosoli 42, quartiere Barco, Ferrara

Una novantina le edicole che ancora nel 2022 erano presenti a Ferrara, in un territorio che tra città e frazioni supera i 130mila abitanti. “E nell’ultimo anno una ventina di queste ha chiuso”. Lo spiega il segretario del Sindacato nazionale giornalai d’Italia (Sinagi) di Ferrara Antonio Palazzi durante un incontro organizzato alla Biblioteca comunale Bassani a corredo della mostra intitolata “Vado a prendere il giornale”. L’esposizione – visitabile fino al 20 aprile 2024 – mette in sequenza gli scatti di Ulrich Wienand, medico psichiatra tedesco, poi dirigente nel servizio sanitario italiano che ha scelto Ferrara come città di residenza, dove coltiva la sua passione per la fotografia e per la cultura visiva in particolare, anche in veste di consigliere dell’associazione di promozione sociale Accademia d’arte città di Ferrara che cura le attività della Galleria del Carbone.

Ulrich Wienand con Paolo Volta alla Biblioteca Bassani di Ferrara

“Il progetto fotografico – dice Wienand – è iniziato nel 2019 con l’idea di raccontare la vita intorno alle edicole e la loro collocazione nell’ambiente urbano di Ferrara, dedicando uno sguardo particolare alle persone in relazione al luogo e fra di loro. Durante il lockdown poi la coda di attesa a prendere il giornale era rimasta fra le poche occasioni di contatto sociale”. Così il reportage è andato avanti focalizzandosi su diversi aspetti. “In alcuni degli scatti – racconta l’autore – il contesto urbano ferrarese fa da meravigliosa cornice: il campanile di San Giorgio, la Cattedrale, una gigantesca magnolia in fiore, e così le biciclette e la nebbia sottile”.

Una delle foto di Ulrich Wienand in mostra alla Biblioteca Bassani di Ferrara

L’edicola ha un grande fascino, legato prima di tutto alla particolarità dei contenuti di parole, storie e immagini che costituiscono la merce in esposizione e in vendita. Ma l’attrattiva sta anche nella sua meravigliosa capacità di farsi cornice o, forse meglio, piccola scatola teatrale all’interno della quale interagiscono le parole, le storie e le immagini della vita concreta in cui è inserita.  Come in uno di quei piccoli teatri di strada in cui andavano in scena le storie di burattini o in un teatro-giocattolo. L’edicola offre infatti ogni giorno la messa in scena dei personaggi che in veste di acquirenti abituali o occasionali si rapportano con il personaggio giornalaio, a sua volta incorniciato dal collage di copertine variopinte. Una rappresentazione materiale e tangibile delle rappresentazioni illustrate, documentate e narrate.

Piazzale dei giochi: l’edicola davanti alla magnolia in fiore – foto di Ulrich Wienand

“L’edicola – sottolinea infatti il fotografo – è una struttura che ‘avvolge’ i clienti e la persona del giornalaio completa l’accoglienza”. L’attenzione del fotografo che già ha immortalato il connubio tra i chioschi, l’ambiente urbano circostante e la variabilità delle stagioni, finisce per focalizzarsi sull’umanità che ravviva e contribuisce a modificare in ogni istante la composizione. Appostato per due o tre ore davanti all’edicola con la sua Leica in cima a un cavalletto, Ulrich immortala le persone calamitate dalla presenza dell’edicola: un ragazzino allunga il braccio per dare i soldi, una edicolante esce in strada per servire un cliente anziano. Il fotografo finisce per affezionarsi e incaponirsi a catturare e fare suoi dettagli che lo colpiscono, come il saltello che caratterizza l’arrivo di un certo cliente o un movimento tipico dell’aprire il giornale del cliente che fa i primi passi di allontanamento dopo l’acquisto.

Acquisto con saltello
Accoglienza del cliente – foto Ulrich Wienand

Un dibattito molto interessante a corredo dell’esposizione è stato ospitato giovedì 4 aprile 2024 nell’ariosa biblioteca comunale di Barco.

Pubblico alla Biblioteca Bassani di Ferrara per l’incontro sulle edicole – foto Marco Bigoni

Un’occasione per fare riflettere su editoria e informazione, dare numeri, ma raccogliere anche spunti e suggestioni sui punti deboli di questo mestiere che va via via scomparendo e sugli eventuali punti di forza su cui si potrebbe far leva per rivitalizzarlo.

Edicola di via Pomposa in versione notturna – foto Ulrich Wienand

Nella mostra non manca l’aspetto di documentazione, che lancia infatti un piccolo allarme sul cambiamento e la crisi radicale in cui i giornalai si trovano evidentemente a convivere. “Vediamo sparire un’edicola dopo l’altra – ricorda, e immortala con il suo obiettivo, Ulrich – dapprima compaiono i cartelli ‘in vendita’ o ‘cedesi attività’, poi abbondano le scritte dei writer, infine rimane un basamento vuoto ma ben riconoscibile. In mostra ci sono alcuni scatti dell’edicola prima e del vuoto poi, presi dallo stesso punto con la stessa focale”.

L’edicola che c’era in via Padova, a Ferrara
Via Padova, a Ferrara, senza l’edicola
L’edicola che c’era in via Marconi, a Ferrara
Via Marconi, a Ferrara, senza l’edicola

Completano la mostra alcune immagini dedicate all’arte urbana dei graffiti che, secondo Wienand, a modo loro fanno risaltare le particolarità dei manufatti chiamate edicole, e una piccola sezione è dedicata ad aspetti storici delle edicole a Ferrara.

La bibliotecaria Elisa Galeati
Macke con Malaguti e Wienand
Il dibattito (foto Marco Bigoni)

Una mostra molto piacevole, che mette in fila davanti agli occhi del visitatore questi luoghi di vendita così affascinanti, che catturano da sempre anche la mia attenzione e quella – ho scoperto – di diversi colleghi. Come il giornalista sportivo del Resto del Carlino Mauro Malaguti che insieme a Eugenio Ciccone, grafico e fondatore delle riviste Listone Mag e Filo Magazine, sono intervenuti portando dati e riflessioni sul tema. Con qualche proposta, tipo quella di dare la possibilità al cliente che compra il giornale di avere una piccola distesa dove fermarsi a leggerlo e magari a discuterne.

“Vado a prendere il giornale” di Ulrich Wienand, Biblioteca comunale Bassani, via Grosoli 42, quartiere Barco, Ferrara – Visitabile da sabato 23 marzo a sabato 20 aprile 2024, negli orari di apertura della biblioteca (dal martedì al sabato ore 9:00- 13:00, martedì, mercoledì e giovedì anche 15:00- 18:30) con ingresso gratuito
Info anche su Cronacacomune 

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it