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È ora di sbellicarsi.
Il nuovo spettacolo di Alessandro Bergonzoni

È ora di sbellicarsi.
Il nuovo spettacolo di Alessandro Bergonzoni

Assistere ad uno spettacolo di Alessandro Bergonzoni vuol dire ricevere in dono una quantità sorprendente di nuove parole, di immagini utopiche, di visioni alternative e di stimolazioni intellettuali che predispongono ad un profondo viaggio creativo.

È sempre un’esperienza unica che vorresti ripetere subito dopo essere uscito dal teatro per cercare di recuperare tutto ciò che hai perso per l’enorme quantità di sollecitazioni ricevute.

Il suo giocare con le parole crea situazioni surreali che aprono la mente; il suo continuo inventare e reinventare allarga gli orizzonti; il suo stare in equilibrio tra la realtà e nuovi significati è una scossa per il risveglio della coscienza collettiva.

Oltre ad essere un incredibile giocoliere sintattico, l’attore bolognese è un esploratore di mondi possibili, una guida fantastica verso un futuro più umano.

A proposito del suo ultimo spettacolo “Arrivano i Dunque”, Alessandro Bergonzoni ha detto in conferenza stampa:
I dunque sono quelli che si pone un altrista cioè chi fa teAltro. Questa è un’epoca nuova in cui non c’è più il teatro ma il teAltro: te e l’altro. Infatti non capisco come si riesca a lavorare nell’arte, in tutte le arti, senza l’altro. L’altrista attraverso il tealtro vuole contribuire alla c’realtà, il cui strumento fondamentale è la congiungivite; infatti mentre la congiuntivite fa offuscare l’occhio e non vedere bene, la congiungivite ha invece la visione e ti fa vedere gli offuscati.”.

“Per questo spero proprio che il pubblico smetta di applaudire con le proprie mani e cominci ad applaudire con la mano di quello di fianco per arrivare a quello che io chiamo l’unisono.”.

In “Arrivano i dunque (avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca), Alessandro Bergonzoni parla di accoglienza, di non violenza, di pace e di carcere, accompagnando lo spettatore verso un importante cambio di prospettiva.

Anticipa che il suo è uno spettacolo escatologico, che parla anche del destino dell’uomo e, non sarà un caso, se lo comincia uscendo da una scatola enorme per poi terminare con lui che ci rientra.

La sua chioma vistosa ed un lungo camicie bianco che indossa per quasi tutto l’atto unico mi ha ricordato il dottor Emmett Brown, lo scienziato pazzo del film “Ritorno al futuro”, interpretato splendidamente da Christopher Lloyd.

Alessandro Bergonzoni si autodefinisce un “pazzo carrabile”, invita a non fare come “le mucche che pensano sempre alpeggio”, osserva che “l’Occidente sta diventando Uccidente”, ricorda che “se si cosparge il capo di cenere, il capo poi ti licenzia”, sottolinea che siamo noi che scegliamo “se decidere o decedere” e suggerisce di iniziare a praticare una nuova disciplina sportiva: “il salto con l’altro”.

Fa riflettere quando, parlando di umanità, dice che è fondamentale non accettare più soltanto la dimensione empatica e la dimensione solidale perché abbiamo bisogno anche e soprattutto della dimensione dell’immedesimazione.

Provoca quando grida: “Tutti dicono: torniamo umani, ma per tornare bisogna prima esserci stati”.

Ricorda Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari ne “Il paese con la esse davanti” quando, tornando dentro il suo “sepolcro” di cartone, conclude il suo spettacolo con una preghiera che contiene l’invocazione inequivocabile a “sbellicarsi” cioè a ridere a crepapelle, smettendo di fare la guerra”.

La comicità unica di Alessandro Bergonzoni, preziosa e terapeutica, riesce sempre a divertire, alimentando la speranza che un futuro semplice possa migliorare questo presente imperfetto.  Questa fiducia in un domani migliore può avvenire soltanto se si crede nella stupenda metamorfosi che può trasformare l’a/spettatore in spettatore e, quest’ultimo, in spett/attore.

Lo spettacolo “Arrivano i dunque”, con la regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi, sarà dal 4 al 5 aprile al Teatro Toniolo di Mestre (VE), il 9 aprile al Teatro Santa Giulia di Brescia, l’11 aprile Teatro Chiabrera di Savona, il 15 aprile Teatro Politeama di Genova e il 17 a Medicina (BO).

Si ringrazia il Teatro Duse di Bologna per la cortese ospitalità.

In copertina: Alessandro Bergonzoni nel nuovo spettacolo “Arrivano i dunque”. Tutte fotografie sono state scattate da Mauro Presini.

Per leggere tutti gli articoli, i racconti e le filastrocche di Mauro Presini clicca sul nome dell’autore.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)