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Tra uno Zecchino d’oro e Ballando…, mi debbo confrontare, con le pericolose nostalgie di Ignazio e della sua accolita della prima ora. Terrificante. E mentre Ignazio, ora Gnazio, addirittura ripreso dal sottosegretario Vittorio Sgarbi e Isabella (Rauti) continuano il loro ‘percorzo’ post-fascista, trovo assolutamente poco incisiva la risposta della cosiddetta sinistra che reclama cosa? Le dimissioni della seconda carica dello Stato. Ma va là!

Che poi i guru della stampa delibino tortuose risposte alla situazione… beh questo è pericoloso, in quanto inducono i lettori a improbabili quanto inutili considerazioni, quali quelle di arrivare a una nuova Fiuggi e come sottolinea Michele Serra su La Repubblica del 29 dicembre, commentando la risposta di Fini che bisognava uscire dalla casa del padre per non farvi più ritorno:

«Lo ricorda Umberto Gentiloni nel suo desolato e illuminante editoriale su questo giornale. Fini, per avere osato la profondità nel regno della superficialità (regnava Berlusconi), venne massacrato dalla sua stessa parte politica […] Meriterebbe quasi trent’anni dopo una rilettura intelligente. La destra faccia una cosa di sinistra: pensi

 A ‘Frara’, scrupolosamente evitata per non incappare nelle folle transeunti in cerca di regali e di occasioni, tengono banco le lacrime, anzi poeticamente ‘lagrime’, che bagnano e invadono i banchi del Consiglio Comunale, mentre il vicesindaco tenta di arginare la piena. Folle di spettatori assistono al melo-dramma. Io invece non vedo l’ora che arrivi il giorno per poter assistere al Pipistrello di Strauss al teatro Abbado.

La città da lontano sembra in piena forma. Si sbandiera l’incendio del Castello che odio con tutte le forze. Si pensa alla ‘magnata’ di fine d’anno, che scrupolosamente osservo, rifornendomi dall’inarrivabile ristorantino dal nome di un giorno della settimana. Penso ancora che le feste oggi possano offrire solo suggerimenti, che a dir poco definire laici è un complimento.

E tiro su le spalle. E ringrazio ancora tutti gli operatori della radioterapia dell’ospedale di Cona.

E a tutti, anche se questo pezzullo sarà pubblicato dopo la fine dell’anno, auguro un felice o al più sopportabile 2023.

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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