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Diario in pubblico. Musica, musica, musica

Fare una provvista quasi orgiastica di concerti il giorno di Capodanno risulta rasserenante, viste le condizioni politiche in cui si avvolge, come in un sudario, il mondo intero.
Alla mattina da Venezia quello della Fenice. A dirigere l’orchestra e il coro del teatro La Fenice e i due solisti, il soprano Eleonora Buratto e il tenore Fabio Sartori, Fabio Luisi, il cui talento è noto in tutto il mondo.

 

Il Teatro La Fenice -Venezia

Nel primo pomeriggio da Vienna

La Sala d’Oro del Musikverein, Vienna

Il tradizionale Concerto di Capodanno si svolgeva, come di consueto, nella Sala d’Oro del Musikverein. Sul podio Christian Thielemann, che già lo aveva diretto nel 2019. Il programma prevede l’esecuzione di celebri capolavori della famiglia Strauss e di Joseph Hellmesberger, Carl Michael Ziehrer e Anton Bruckner.

La sera, infine, quello dedicato al bicentenario del Museo egizio di Torino.

Alle ore 16.30, infatti, sul palco di piazza Castello sale l’Orchestra Filarmonica di Torino che, diretta da Giampaolo Pretto, eseguirà una scelta di brani studiata per celebrare il bicentenario del Museo Egizio.

Il programma del concerto è quindi legato in modo particolare al tema dell’Egitto, spaziando tra l’ouverture, le arie e i duetti più celebri del Flauto Magico di Mozart, ambientato in un Egitto immaginario, e dell’Aida di Verdi, il cui soggetto tanto ha contribuito alla creazione dell’immaginario dell’antico Egitto, ma anche rammentando le Variazioni di Paganini sul tema della preghiera Dal tuo stellato soglio dal Mosè in Egitto di Rossini e la  Méditation da Thais di Massenet.

Ma l’immersione musicale non ha interrotto il livido confronto che si è svolto al programma televisivo Carta bianca tra i giornalisti Sallusti e Lerner con l’intermezzo, che definirlo sconsolante è un eufemismo, tra lo stesso Sallusti e il professor Orsini, di cui il primo metteva in ridicolo il titolo del secondo.

Ma è giusto affidare a queste persone l’analisi di conflitti mondiali? Quello però che mi è restato e che invito i miei lettori a rintracciare è l’analisi informata, equilibrata di Lerner sul conflitto israeliano-palestinese, che nasce proprio dall’essere Lerner ebreo e israeliano e constatare con quanta pacatezza il commentatore elenchi i pesanti errori commessi dal governo Netanyhau, il quale progetta secondo l’analisi di Lerner l’allargamento del conflitto per eliminare per sempre lo stato palestinese, come ribadiscono i ministri dichiaratamente fascisti del suo governo. Ciò procura la solitudine di Israele di fronte al mondo. Una amarissima constatazione che mi colpisce nel profondo.

E a quel mondo orientale che le note conosciutissime e sempre nuove di Verdi e Puccini evocano va la nostalghia di chi, al tramonto, si rende conto che gran parte del suo tempo sembra passato invano. Ma ancora che l’arte dovunque e comunque si declini può e deve rappresentare la salvezza.

Per leggere gli altri articoli di Diario in pubblico la rubrica di Gianni Venturi clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autore.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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