Diario in pubblico. I pericoli dell’angolo
Nella mattinata di sole di sabato 30 settembre, un rombante veicolo – dicono chi l’ha visto – a tutta velocità svolta da via Ghisiglieri in via XX Settembre qui a Ferrara e distrugge l’angolo del palazzo in cui abito, dichiarato dalla Sovrintendenza di interesse nazionale storico artistico.
Gli astanti, che hanno visto l’incidente, chiamano la polizia che invano cerca traccia del responsabile e tocca perciò agli abitanti del palazzo salvare le pietre antiche, che vengono accuratamente riparate nell’atrio in attesa del muratore che le ripristini.
La maledizione sembra perseguitare quel quartiere e quella zona. Malignamente penso subito ai veicoli che escono dal cantiere del posteggio macchine in costruzione, ma quella mattina il cantiere era chiuso. Tra i sussurri e non le grida dei residenti, mentre mestamente s’adempie al salvataggio delle pietre, ecco che mi torna, vivida nella memoria, una zirudela (componimento umoristico dialettale emiliano-romagnolo) cantata da noi bambini immediatamente dopo la Liberazione. A memoria così suonava:
“La mujer d’al Negus l’andava in bicicletta. L’ha fatt ‘na curva stretta la s’è rusgà ‘na tetta. Bim bum bam il rombo del cannon” (La moglie del Negus andava in bicicletta. Ha fatto una curva stretta e si è rosicchiata una tetta. Bim bum bam il rombo del cannone)
La zirudela faceva il paio con un’altra, sicuramente databile intorno agli anni ’20 del Novecento, di cui ricordo solo l’inizio: “Menelik e Barattieri i s’è dà un much ad peri. Barattieri e Menelik i’ s’è dè un much ad kic” (Menelik e Barattieri si sono dati un sacco di botte. Barattieri e Menelik si sono dati un sacco di pugni)
Tempi ormai mitici nella memoria che il ricordo preserva e forse falsa, ma che risalgono alla mente di fronte alla cretineria umana. Nel frattempo, l’ex sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani indice una petizione da far firmare agli abitanti del quartiere, in cui si auspicano i ‘dissuasori’ nella via ormai divenuta una specie di autostrada cittadina.
Così ora si presenta via XX Settembre, un tempo ricca di negozi e attività varie. Ora una sequenza muta di palazzi e case la cui unica risorsa è quella di affittare camere o letti agli studenti. Perfino i negozi che ancora rimangono, tra cui il celebre forno di Mauro, sembrano tristi nel loro vuoto che li affligge per molte ore al giorno.
L’unica straordinaria attività è quella gestita dalla Parrocchia di Santa Francesca Romana con la sua bella biblioteca e i locali legati alle attività sportive. Ma a pochi è dato in sorte di avere uno straordinario parroco come Andrea Zerbini.
Ma questa è un’altra storia che ho spesso raccontato.
Questo episodio, specchio dei tempi, testimonia dunque anche la politica e le scelte del governo cittadino in carica.
Vivere a ‘Ferara’ sta diventando dunque una scommessa di cui non si vede chi uscirà vincitore, mentre ancora sconsolatamente attendo un verdetto che tarda sempre di più a venire, cioè se verrà accettata la mia offerta di donare alla Biblioteca Ariostea le carte e i libri rarissimi attinenti ad un personaggio storico importantissimo nella storia della città quale fu Leopoldo Cicognara.
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Gianni Venturi
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