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Ferrara film corto festival

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Diario in pubblico. Dal tronetto giallo di re Crimildo

Il re Crimildo della stirpe dei Giannantoni se ne sta sul suo tronetto giallo posto sul balcone che dà sulla via principale della sua amata città, Laida, ad osservare le mosse dei suoi vicini di casa increduli, se non stupefatti, del progressivo innalzarsi della nuova torre di Babele minacciosa e incombente che ormai ha raggiunto il cielo.

Il rumore della ferraglia si stava esaurendo tra i singhiozzi dell’immenso camion che porta carichi di cemento e che non riesce a passare per la via, a causa di vetture pettegole che non gli lasciano il passo. Invano l’autista cerca una via d’uscita ma loro, indiscrete, non cedono il passo.

Sempre più frettolosi i passanti, che non mollano per un istante il loro Graal-cellulare, a testa china transitano affannati, non concedendo nemmeno un secondo ai pelosi in cerca di un luogo atto alla pisciatina ristoratrice.

Così decidiamo di prendere Benny e trasferirci al caffè, come i miei antenati chiamavano un luogo di delizie pieno. Qui si sorseggia la nera bevanda e nello stesso tempo si commentano vesti e paludamenti atti ad affrontare il percorzo lungo ed estenuante verso quell’acqua che si chiama mare e che io, Crimildo, non ho ancora visto da vicino.

Al silenzio stupefatto della torre abituata all’urlo bestemmiante dei lavoratori costretti a cedere le armi in attesa del cemento fatale si aggiunge il fruscio degli eleganti abiti da spiaggia e l’occhiata severa di chi ti giudica per quello che indossi!

Indosso la maglietta con le gardenie dipinte, dono affettuoso della mia stirpe, e ancora una volta mi domando come sia possibile che quel mastodonte blocchi la via e si rifletta da ogni punto di vista. Non si sa né, immagino, nessuno lo vuole sapere. I racconti degli “infedeli” narrano di lunghe trattative, di pazienti attese, di desiderio di stupire.

Beh, su questo non ci sono dubbi. Stupiamoci e godiamoci questa nuova idea di paesaggio, perché siamo Emilia-Romagna, l’eccellenza dei luoghi marini.

Allora io, Crimildo, cedo il bastone e mi ritiro a leggere testi sublimi nascosto nel mio studio, dove ho trasportato il mio tronetto giallo.

Per leggere gli altri articoli di Diario in pubblico la rubrica di Gianni Venturi clicca sul nome della rubrica o il nome dell’autore.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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