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Mi succede una cosa strana: in certi momenti, certe canzoni vengono a cercarmi; non sono io che le scelgo ma loro che scelgono me.
Non sono canzoni a caso ma brani che hanno capito come sto in quel momento.
Mi saltano addosso, mi entrano nella testa e non riesco più a togliermele di torno.
Le ascolto e le riascolto, le canto e le ricanto, le urlo mentre sono in macchina e mi sorprendo nel provare emozioni forti attenuate soltanto dallo stupore della coincidenza con i miei pensieri ancora confusi.
È come se mi volessero smuovere e provocare. È come se mi aiutassero a dare parola ai miei stati d’animo perché, avendo già capito come sto, mi alleviano il tormento.
C’è un lato positivo in questo “tormento”: quelle canzoni mi aiutano a non scordare la realtà e mi invitano a ripensarla.
Non sarà un caso quindi che, ad una settimana da un esito elettorale nero, certe canzoni dei Fast Animals and Slow Kids (un gran bel gruppo di rock alternativo di Perugia) mi interroghino su “Come reagire davvero al presente”, mi chiariscano che “Forse non è la felicità ciò che voglio ma un percorso per raggiungerla”, mi diano conforto per “Lenire un errore, capire un errore” e mi invitino a continuare a “Combattere per l’incertezza”.
Ai tanti che si chiedono come ripartire, ricordo che oggi “È già domani” e anche se bisognerebbe credere in un grande progetto, io “Non ci credo no ma ci proverò lo stesso, come un origami io mi piego e non mi spezzo” (che è un po’ quello che Antonio Gramsci scriveva benissimo in “Lettere dal carcere”: Sono pessimista con l’intelligenza, ma ottimista per la volontà).
So che siamo in tanti a sentirci così e allora la strada giusta ce la offre il maestro di tutti i maestri, Mario Lodi, che prima dell’anno scolastico 2010-2011 scriveva una lettera agli insegnanti che potrebbe essere un manifesto politico di incoraggiamento dedicato a tutti quelli e quelle che si sentono persi e perse, una sorta di invito a ricominciare dal proprio piccolo:
“[…] Forse qualcuno di voi ha la brutta sensazione di lavorare come dopo un conflitto: in mezzo a macerie morali e culturali, a volte causate dal potente di turno che pensa di sistemare tutto con qualche provvedimento d’imperio.

I vecchi contadini delle mie parti dicevano sempre che i potenti sono come la pioggia: se puoi, da essa, cerchi riparo; se no, te la prendi e cerchi di non ammalarti e, magari, di fare in modo che si trasformi in refrigerio e nutrimento per i tuoi fiori.
Il mio augurio è questo: non sentitevi mai da sole e da soli!
Prima di tutto ci sono i bambini e le bambine, che devono essere nonostante tutto al centro del vostro lavoro e che, vedrete, non finiranno mai di sorprendervi.
Poi ci sono altre e altri che, come voi, si stanno chiedendo in giro per l’Italia quale sia ancora il senso di questo bellissimo mestiere. […]Non dimenticate che davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro.
Non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese: che ha alla sua base un testo fondamentale e ricchissimo, la Costituzione, che può essere il vostro primo strumento di lavoro.
Siate orgogliosi dell’importanza del vostro mestiere e pretendete che esso venga riconosciuto per quel moltissimo che vale. Un abbraccio grande.  Mario Lodi”


P.S. Le foto dei Fast Animals and Slow Kids che corredano il testo le ho scattate nei concerti di Bologna e Modena dell’estate scorsa (Mauro Presini)

Cover: Il disegno “Viaggio nel futuro” realizzato dai bambini di Quinta della scuola Settembrini di Varese, coordinati dall’insegnante Lucia Canneto, che ha ottenuto il primo premio al concorso nazionale Ecogame sulla Transizione Ecologica 

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

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