Mentire a se stessi è una delle principali forme di menzogna, e il periodo cui fare riferimento per legittimare l’origine di un simbolo può essere un buon lavacro per la coscienza. Così, un combattente del battaglione Azov può dire che la croce uncinata è un simbolo religioso eurasiatico, niente a che vedere con Hitler. Così una leader post fascista può dire che la Fiamma non è quella che arde sulla tomba di Mussolini, ma il richiamo all’esperienza della Repubblica Sociale Italiana – come se quello fosse un fatto di cui vantarsi: però può essere un fatto di cui non vergognarsi troppo, al confronto.
La croce è un simbolo ambivalente. In effetti non è nata con Cristo: se ne rinvengono origini precristiane nella mitologia nordica, la croce celtica.
La Croce Bianca Emilia Romagna è una associazione privata che presta soccorso attraverso un servizio di ambulanze. Ad imbrattare di cacca il suo candore ci ha pensato il suo “coordinatore”, tal Alberti Donatello, che ha pensato bene di commentare su Facebook l’assassinio di una ragazza ad opera del suo ex con la seguente frase: “comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso”.
Il figuro non corrisponderà allo stereotipo del soccorritore, però corrisponde al profilo del seguace della croce. Potrebbe ri-denominare la ditta “Croce bianca uncinata”, visto che ha augurato al giornalista “bastardo” David Parenzo che la sua famiglia di “sporchi ebrei” fosse rapita e uccisa dai rom. Il tutto sempre in modalità social.
Avete presente ‘al mat dal paes’? Si dava la colpa agli incroci dello stesso sangue: nei paesini della bassa da mille anime, erano sempre membri di quelle tre famiglie che, da generazioni, si accoppiavano tra loro. Così ogni tanto nascevano degli incalmati strani, con qualche rotella fuori posto, che però non facevano male a nessuno.
Il figuro in questione è ferrarese, grande sostenitore del vicesindaco (ciacaràd). Per Ferrara come potremmo spiegare i fenomeni Alberti, Naomo, Solaroli? E’ vero che siamo un paesone, ma siamo in troppi per giustificare incalmi del genere. Sarà l’aria troppo umida, sarà che viviamo in una buca.
“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.”
Umberto Eco
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