CONTRO I MOSTRI DELL’EOLICO INDUSTRIALE: il 18 Dicembre per difendere i crinali dell’appennino tosco-emiliano.
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QUANDO I POLLI AVEVANO I DENTI E LA NEVE CADDE NERA….
…bimbi state bene attenti, c’era allora c’era c’era…
Così esordiva Guido Gozzano nel meraviglioso grande libro blu di Fiabe, il mio preferito di quando ero bambina.
Mai più mi sarei aspettata di dover rispolverare quel vecchio, ma sempre meraviglioso incipit dopo quasi 60 anni di vita e in particolare per dare avvio ad un discorso su ambiente, energia e paesaggio. Su chi lo difende davvero e su chi lo vuole deturpare, in nome di una “salvezza” che di salvifico non ha proprio niente, se non vogliamo definire “salvifici” gli affari, gli interessi e gli ultraprofitti di un gruppo di industriali dell’energia e di alcune associazioni che in questo business intravedono la propria speranza di successo, che ben nascondono dietro la nostra comune e umana speranza di futuro.
Certo, non siamo noi cittadini di un comprensorio limitato della Toscana, che si estende a sud e lungo l’ Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo che va dal passo della Futa fino alle pendici del Falterona, un po’ boscaioli, un po’ agricoltori, un po’artigiani e artisti..(senza offesa, sia chiaro, per I nostri progenitori: Giotto, Beato Angelico, Benvenuto Cellini.. per citare solo i più noti ai molti), chi siamo noi per criticare la scelta tardo industrialista e cementificatrice di associazioni note a tutti e di livello nazionale come: Legambiente, il Fai, il WWF, tra le più anziane, o come Ecolobby tra le
più giovani, già compromesse nel nome …e di fatto?
Le posizioni e poi le scelte in materia di energie rinnovabili, e di conseguenza d’impianti industriali per la loro produzione, verso cui queste associazioni si sono dirette e spesso sulle quali si sono arroccate, aborrendo qualsiasi pensiero libero, approfondito e comunque critico hanno veramente qualcosa di favolesco e fantastico, ma non nel senso positivo del termine, anzi, diciamo meglio, di mostruoso e incredibile, raccontano davvero brutte brutte storie!
La diffusione dell’eolico industriale a tutti i costi e ovunque, anche sui crinali delle montagne, è stata favorita dagli editti usciti dalla “bocca fiammeggiante con lingua biforcuta” del Re Draghi, che con immenso diletto delle Grandi Imprese ha eliminato (giusto in tempo prima che Mago Conte gli scagliasse l’anatema e lo facesse dipartire) tutta una serie di passaggi tecnici, di approfondimenti e di controlli ambientali (leggi V.I.A.) che la legislazione prevedeva a tutela dell’ambiente e del paesaggio italiani.
Tant’è che oggi, quest’ “inganno verde” e viene ora caldeggiato ampiamente e addirittura promosso dal fior fiore dell’intellighenzia ambientalista italiana in testa, associazioni che si sono associate pure con gli industriali, le finanziarie e le imprese che realizzano gli impianti, giusto per autofinanziarsi un po’, per il bene e il futuro dell’umanità tutta.
Ma questi signori, singoli e associati, non vedono che l’interesse. E il proprio interesse non è certo lo stesso di coloro che nelle aree naturali che vorrebbero industrializzare, ci vivono, lavorano, crescono I figli, si riposano e si distraggono dal lavoro, e parlo delle persone che abitano questi luoghi da sempre, ma anche di piante, alberi, muschi che qui hanno trovato il loro habitat ideale, di animali, mammiferi, artropodi, uccelli.. di acqua che scorre, di vita, nel suo complesso straordinario e denso di biodiversità.
Ormai sono rimasti soltanto pochi specialisti e storici dell’arte a difendere l’ ambiente, la natura e il
paesaggio? Ringraziamo Tomaso Montanari, Vittorio Sgarbi, Franco Tassi e tante associazioni come Italia Nostra, la LIPU, il CAI, IDRA, Mountain Wilderness International, Amici della Terra, Altura, Pro Natura, GRIG, Atto Primo (e potrei citarne molte altre) per il loro impegno nel combattere l’avanzare degli orrendi mostri, alti anche 170/200 m, che paiono palazzi, grattacieli di 40 piani, che sventolano, talvolta, quando c’è un po’ di vento, si perché I climatologi confermano come il vento stia diminuendo in frequenza e intensità, nel nostro Belpaese.
Noi, per parte nostra, continuiamo imperterriti e continueremo fino alla fine a lottare:
NO EOLICO INDUSTRIALE SUL CRINALE DEL GIOGO DI VILLORE E CORELLA|
Per contatti:
Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano
libericrinali@gmail.com Vicchio
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Marina Carli
Commenti (1)
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Bisogna avere una visione organica, di insieme. Attenti a fidarvi di associazioni e uomini, che possono essere d’accordo con voi sull’aspetto dell’eolico industriale ma che negano il cambiamento climatico o non escludono l’uso del nucleare. Attenti, Gaia ha bisogno di una visione sistemica, veramente sistemica.