Venerdì 26 gennaio alle 16,00 presso la Sala Polivalente del Grattacielo, si apre il ciclo di incontri “Libri per la pace” con “Il potere di tutti” di Aldo Capitini. Ne parliamo con Pasquale Pugliese del Movimento Nonviolento.
“La pace è un problema troppo importante oggi per lasciarlo nelle mani dei governanti e dei diplomatici”. (Aldo Capitini)
Queste parole, di estrema attualità mentre si accendono focolai di guerra in diversi luoghi del pianeta neppure troppo lontani dall’Unione Europea, sono state scritte esattamente sessant’anni fa, nel 1964, da Aldo Capitini, in uno dei suoi ultimi libri intitolato “Il potere di tutti”.
È questo il primo testo preso in esame dal ciclo “Libri per la pace” proposto dal Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, con un’ampia partecipazione di associazioni e realtà del territorio, che per tutto il 2024 presenterà ogni mese un libro come occasione di approfondimento.
Del “Potere di tutti” si parlerà venerdì 26 gennaio alle ore 16,00 presso la Sala Polivalente del Grattacielo, con Pasquale Pugliese, del Movimento Nonviolento, introdotto dai docenti Alfredo Mario Morelli e Giuseppe Scandurra, che coordinano il Laboratorio, e da Elena Buccoliero della redazione di Azione nonviolenta.
Il testo è una raccolta di scritti brevi elaborati negli anni 1964-68 da Aldo Capitini, filosofo e pedagogista, fondatore del Movimento Nonviolento. L’autore, che aveva avversato la dittatura fascista ed era stato per questo più volte incarcerato, in quest’opera si interroga sul tema del potere. Riconosce il passo avanti decisivo portato dalla Costituzione e dalle istituzioni democratiche, ma ritiene che anche la democrazia sia insufficiente se non sorretta dalla continua partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, in un orizzonte più ampio che chiama omnicrazia o potere di tutti. Questo è per lui il passaggio necessario per una società migliore, in cui i cittadini esercitino un controllo dal basso delle istituzioni cominciando dal locale per arrivare alle decisioni supreme, quali quelle sui rapporti internazionali.
L’attualità dei temi è palese nell’attuale situazione locale e globale. “Noi siamo convinti che le popolazioni si fidano troppo dei governi”, scrive Aldo Capitini. “La guerra è voluta, preparata e fatta scoppiare da pochi, ma questi pochi hanno in mano le leve del comando. Se c’è chi preferisce lasciarli fare, e non pensarci, divertirsi e tirare a campare, noi dobbiamo pensare agli ignari, ai piccoli, agli innocenti, al destino della civiltà, dell’educazione e della progressiva liberazione di tutti. Noi dobbiamo dire NO alla guerra ed essere duri come le pietre”. E più avanti: “Un’ora di guerra atomica può distruggere la vita di tutto un popolo. Una ragione di più per cominciare molto presto a imparare e insegnare che il rifiuto attivo della guerra è oggi una rivoluzione”. Una rivoluzione nonviolenta.
L’incontro è promosso dal Laboratorio per la Pace e dal Laboratorio Studi Urbani dell’Università di Ferrara in collaborazione con la Biblioteca Popolare Giardino, la Rete per la pace di Ferrara e il Movimento Nonviolento di Ferrara.
Il successivo appuntamento, organizzato insieme al Movimento Federalista Europeo, si terrà nella libreria IBS-Libraccio venerdì 2 febbraio, alle ore 17,30, presentando il testo di Francesco Ronchi “La scomparsa dei Balcani
Cover : Aldo Capitini – foto LaPresse Torino/Archivio storico
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