Che cosa APPrenderanno?
Serata estiva in pizzeria: dieci adolescenti, dopo aver consumato voracemente la propria pizza, prendono in mano il proprio smartphone e pensano a giocare, a chattare, a leggere, a guardare un video, a conoscere una nuova app. Il loro tavolo è insolitamente silenzioso.
Poco distante, una famiglia con figlio piccolo sta cenando: o meglio, i due adulti mangiano conversando fra loro mentre il piccolo, in seggiolone, sta guardando un video su un tablet.
In un altro gruppetto, due coppie parlano mentre i loro due figli, in età da scuola elementare, giocano con il cellulare fra loro in un video game condiviso; le uniche parole che pronunciano sono imprecazioni provocate da una situazione di gioco che evidentemente non va come loro desiderano.
Le immagini di quel gruppo, di quella famiglia e di quei due bambini mi fanno riflettere… non solo su di loro, ma su di noi.
So di essere ormai vecchio ma mi chiedo: come si apprende a socializzare se non stando insieme?
Come si impara ad occuparsi e a preoccuparsi degli altri se non sentendo i loro problemi e condividendo i propri?
Come si educa a parlare e a pensare, se non ascoltando e ragionando insieme?
Come si distingue il mondo reale da quello virtuale, se non partecipando attivamente alla vita di comunità, dando voce alle proprie emozioni e ai propri sentimenti?
Forse penso in modo vecchio, ma ho paura che questi bambini e questi ragazzi, cresciuti e protetti da APP sicuramente utili, rimangano giovani fiori APPassiti ed APPrensivi, APParentemente APPagati, con riflessi APPannati, APPetiti insoddisfatti, APPesi a fragilità insospettabili, che APPrendono in maniera APPartata ad APParecchiare la propria vita in maniera APPiattitita.
Nel mio piccolo, da maestro elementare, non cerco APProvazione o APPlausi, ma provo ad APPlicarmi, affinché si possano APPoggiare o APPigliare a qualcosa di più APPagante ed APPassionante, perché, come diceva Nelson Mandela, “Non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere”.
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Mauro Presini
Commenti (2)
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Terribile davvero. Un silent Book bellissimo di cui abbiamo parlato affronta questa terribile realtà, che riguarda tutti.
https://www.periscopionline.it/altroquando-mondo-virtuale-contro-mondo-reale-273748.html
Consiglio la lettura del libro “L’età tradita” dove Matteo Lancini, che cura i ragazzi e le ragazze che subiscono le conseguenze di queste situazioni, inizia a evidenziare la responsabilità degli adulti e della società tutta. In particolare, questa è una mia osservazione, vi emerge anche che la delega alle sole donne della cura dei figli e delle figlie, contribuisca alla spersonalizzazione delle relazioni familiari ed educative. Lancini capovolge il punto di vista sul tema, lo tratta in modo scientifico e non moralistico, conclude che occorre urgentemente occuparsi degli adulti. So che sta lavorando su questo, penso che sarebbe utile che tutti e tutte noi preoccupate ci attivassimo per capire da che parte iniziare, senza giudizio, a comprendere le difficoltà di genitori, anch’essi vittime secondo me, e per costruire un altro mondo. Per me questo occorre fare altrettanto urgentemente che in altri ambiti, dove si stanno notando i guasti nell’ambiente culturale e naturale, causati dalle preferenze, forse discutibili, nello stile di vita delle persone, alimentate ad arte dalla politica. Occorre secondo me il gesto politico più audace: il dialogo, che solo può partire dall’ascolto. E l’ascolto richiede che ci si liberi di tutta la nostra supponenza di essere nel giusto.