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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


In mostra le foto di Paolo Monti che 50 anni fa hanno indirizzato il piano di conservazione storica di Ferrara

Può il reportage di un fotografo segnare il destino di una città? E una serie di foto può servire a proteggere case e strade? Il progetto del “Censimento fotografico del centro storico di Ferrara” ci dice di sì. Gli scatti fotografici possono salvaguardare la memoria storica e indirizzare le scelte urbanistiche. La ripresa fotografica sistematica delle strade e dei palazzi che costituiscono il cuore della città è stata commissionata a Paolo Monti e venne usata, nel 1974, come strumento di conoscenza del patrimonio ferrarese. In base a quelle foto lì, l’Amministrazione comunale decise di tutelare e valorizzare una specifica zona di città – in questo caso il centro storico di Ferrara.

via Boccacanale Santo Stefano (foto Paolo Monti)

Le foto sono particolarmente belle e preziose, perché ogni arteria di Ferrara si mostra in maniera completa e sistematica. E non c’è mai un’automobile a nascondere pezzi di edifici, strade o marciapiedi. Cinquant’anni fa c’erano così poche macchine? Macché! Il fatto è che l’operazione fu presa con molta serietà e zona dopo zona, la città venne svuotata dai mezzi di trasporto. Anche il traffico venne interrotto per il tempo necessario a far sì che le immagini fornissero ogni particolare, con rigorosa esattezza.

Via Terranuova (foto Paolo Monti)

Il compito di portare a termine questa mappatura visiva nel 1974 venne affidato dall’Amministrazione comunale di Ferrara a Paolo Monti, uno dei fotografi più affermati dell’epoca in tema urbanistico e architettonico. Il suo compito era quello di fotografare in maniera sistematica tutta la parte di Ferrara racchiusa dentro le antiche mura.

Foto-ritratto firmato Paolo Monti e Paolo Ravenna

Un’operazione memorabile della quale, però, si erano perse le tracce documentarie. Qualcuno ricordava i grandi pannelli  con le riproduzioni fotografiche, che mostrano le vie acciottolate e quelle asfaltate. Si va dalla centrale piazza Trento Trieste fino alle viuzze della parte medievale: via Boccacanale Santo Stefano con i suoi portici, il sontuoso corso Ercole I d’Este con il Palazzo dei Diamanti prima della ripulitura, i Bagni Ducali in versione magazzino, il chiostro di via Mortara con l’erba alta, via Terranuova, via Zemola, via Brasavola. Immagini riprodotte su tavole a grandi dimensioni, un metro × 70 cm, montate su alluminio. Che però non si sapeva più dove fossero andate a finire.

Bagni Ducali e Chiostro via Mortara (foto Paolo Monti)

A far riemergere quel patrimonio ha contribuito la determinazione di diverse persone con la passione per l’arte, la cultura e la storia di Ferrara. Il gallerista ferrarese Paolo Volta aveva bene in mente quella documentazione e, da geometra attivo in quegli anni, ricordava che era stata immagazzinata dal Comune. La caccia al tesoro è partita così. Fino a quando le casse con quei pannelli sono state ritrovate, solo in parte catalogate, nella Fototeca di Palazzo Bonacossi, sede dei Musei civici d’arte antica di Ferrara, grazie alla determinazione e alla collaborazione di Ivana Cambi (Comune di Ferrara) insieme con Andrea Malacarne (Italia Nostra), Ulrich Wienand (associazione Accademia d’arte città di Ferrara) e Monica Cavicchi (archivista coop Cidas).
Il progetto si è poi avvalso della collaborazione del Comune di Ferrara attraverso il bando di Sostegno a progetti culturali e turistici di valenza locale rivolto ad associazioni per l’anno 2024.

Mostra sul “Censimento fotografico di Ferrara” alla Galleria del Carbone (foto GioM)

I pannelli fotografici sono ora esposti alla Galleria del Carbone (via del Carbone 18/a, Ferrara), dove la mostra è visitabile fino a domenica 20 ottobre 2024.

Gli anni in cui il progetto è stato realizzato sono quelli in cui lo storico dell’arte Andrea Emiliani era il sovrintendente per i Beni Artistici e Storici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna. Nel 1974 Emiliani fondava anche l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. L’IBC, operativo fino al 2020, è stato organo tecnico-scientifico e strumento della programmazione della Regione, portando avanti attività di ricerca, di restauro e valorizzazione del patrimonio.

La mappatura ferrarese è approdata anche nel volume “Il centro storico di Ferrara”, curato dall’architetto e urbanista Pier Luigi Cervellati (Ricardo Franco Levi editore, Modena, 1976), che già aveva elaborato il Piano per Restauro e Conservazione del centro di Bologna (1972-1973) e di Modena (1974-1975).

Inaugurazione della mostra alla galleria del Carbone

Al Carbone, la gallerista Lucia Boni fa notare: “La conoscenza degli spazi cittadini è l’obiettivo di questi scatti. Sono immagini che mostrano come tutta la città sia da conservare. Come spiega bene Cervellati nella prefazione del catalogo, Paolo Monti usa la fotografia come mezzo di progettazione. Un messaggio diverso da quello delle foto Alinari, che valorizzano singoli monumenti. Questo servizio fotografico su Ferrara ha dimostrato come il monumento cittadino da preservare fosse tutto il centro storico, la vitalità della città nel suo complesso”.

Via Ripagrande (foto Paolo Monti)

Non resta quindi che andare a vedere, pannello dopo pannello e strada dopo strada, come la città sia stata conservata. Con anzi una spinta pionieristica verso la pedonalizzazione, che ha fatto spiccare Ferrara prima che si parlasse di città pedonali e ciclabili. Perché – come mostra un video che scorre in galleria – ancora molte zone del centro, in quell’epoca, erano trafficate. Le macchine giravano anche accanto al Duomo. E tanti edifici monumentali, come Palazzo dei Diamanti, ma anche i Bagni Ducali e il Chiostro di via Mortara, erano bisognosi di recupero.

Corso Ercole I d’Este (foto Paolo Monti)

Fotografare, insomma, può servire ad avere una visione della città e aiutare a programmare e vivere meglio.

“Paolo Monti e Ferrara, 50 anni dal censimento fotografico del centro storico di Ferrara”,
Galleria del Carbone, via del Carbone 18/a, Ferrara.
Visitabile con ingresso libero fino a domenica 20 ottobre 2024, dal mercoledì alla domenica, orari 17:00-20:00.

Ferrara film corto festival

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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