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Ferrara film corto festival

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BIBLIOTECHE E FORMAZIONE DEGLI ADULTI. Viaggio ad Atene di una volontaria della Biblioteca Popolare Giardino

C’è un tema che dal 2021 appassiona noi volontariə della Biblioteca Popolare Giardino di Ferrara: i viaggi all’estero. Grazie ad una proficua collaborazione con la Cooperativa EQUILIBRI di Modena è possibile effettuare permanenze all’estero nell’ambito di un Progetto Erasmus dell’Unione Europea per l’educazione permanente degli adulti.

Tali ‘attività di mobilità’, come si legge nella Presentazione curata dalle operatrici di EQUILIBRI, hanno l’obiettivo di organizzare incontri formativi sui temi della biblioteca sociale, al fine di “trasformare le biblioteche ancora di più in luoghi di apprendimento permanente per tutta la cittadinanza, migliorare e ampliare le attività culturali di promozione ed educazione alla lettura, includendo gruppi socialmente più svantaggiati e migliorare la formazione degli adulti”.

In occasioni estive differenti alcunə volontariə hanno potuto visitare biblioteche finlandesi, francesi, tedesche, danesi e approfondire la conoscenza del modello e delle esperienze di istituzioni aperte, vissute come luoghi sociali, luoghi di costruzione della comunità e di interazione con gli altri.

Tutte situazioni in cui si è potuto toccare con mano come la partecipazione sia la base fondamentale per la vita sociale: partecipazione come bisogno umano; senza la partecipazione di utenti veri e la considerazione delle situazioni di utilizzo reali, i risultati dei processi progettuali restano spesso in superficie.

I momenti di restituzione delle esperienze, svolti oltre che a Modena con tuttə i/le partecipanti, anche tra di noi nella nostra sede alla base del Grattacielo, hanno consentito scambi di stimoli, riflessioni, osservazioni e hanno contribuito alla crescita individuale e collettiva e alla individuazione di percorsi creativi e attività nuove da proporre ai nostri utenti.

Quest’anno io e la mia amica Silvia siamo state le fortunate: lei è andata a giugno a Barcellona, dove sono state effettuate visite a varie biblioteche della rete cittadina (tra cui la mirabolante Federico Garcia Lorca), con l’obiettivo di osservare gli aspetti fondanti di biblioteche come luoghi di comunità, anche in contesti di particolare vulnerabilità.

Io ho partecipato, dall’8 al 13 luglio, a un corso dall’accattivante titolo “Creare una comunità multiculturale attraverso la biblioteca”, presso la Biblioteca e Centro culturale plurilingue WE NEED BOOKS nel quartiere Kypseli di Atene.

WNB il tavolo dei nostri lavori
WBN scaffali e libri

Eravamo in 14: dieci bibliotecariə, io volontaria e due operatrici di EQUILIBRI accompagnate da una collaboratrice.  EQUILIBRIdi Modena è una cooperativa sociale con una lunga storia che parte dal 1984 grazie ad alcuni pionieri nel campo della promozione – anzi incitamento – alla lettura, oggi praticata nella forma di numerosi progetti proposti alle scuole, alle biblioteche e alla gente, cui si aggiunge il settore della editoria giovanile (libri da leggere), nonché della produzione di profondi, agili e utilissimi ‘manuali’ (libri per far leggere).

WE NEED BOOKS è uno spazio contemporaneo pionieristico che offre servizi culturali alla comunità, permettendo di accrescere il desiderio di leggere, fornendo strumenti di miglioramento delle proprie abilità e competenze a utenti di ogni età ed estrazione sociale, greci e stranieri.

A novembre 2019, nel vibrante e diversificato quartiere Kypseli, è stata aperta la prima biblioteca multilingue, con l’importante obiettivo di creare una società libera dalle discriminazioni, offrendo libero accesso alla conoscenza entro uno spazio che incoraggiasse alla comunicazione, alla immaginazione e alla gioia.

Qui si opera per favorire l’uguaglianza, la solidarietà e la difesa dei diritti umani. Si promuovono il multiculturalismo e l’empatia nelle vite quotidiane degli Ateniesi. Gli obiettivi belli e profondi e la ‘mission’ dell’associazione, nata principalmente con l’attenzione rivolta ai rifugiati politici, ci sono stati appassionatamente illustrati dalle due operatrici Johanna e Emma e dalla volontaria Margherita.

Il ricco programma dei quattro giorni di corso ha visto un accorto alternarsi di presentazioni teoriche e osservazioni sul campo, giochi di ruolo e discussioni e confronti. Ci è piaciuta molto la scelta di non chiudere al pubblico la biblioteca mentre noi eravamo là, sedutə attorno al lungo tavolo, ad ascoltare, parlare, leggere… e vedere in tal modo intorno a noi alcuni bambini aggirarsi tra gli scaffali, giocare, fermarsi a leggere.

Abbiamo desiderato entrare a far parte di questo colorato universo, per cui ci siamo associatə e, secondo una modalità bella che ci ha ricordato l’usanza napoletana del “caffè sospeso”, abbiamo lasciato le nostre “tessere sospese”

Mi è sembrata particolarmente efficace, nella prima mattinata, la proposta di ‘gioco’ utile ad autopresentarci: siamo statə invitatə a scegliere, girovagando fra gli scaffali ricchissimi di ben 14.000 libri in 60 lingue differenti, uno o più di uno che ci ‘parlasse’ o che ‘parlasse di noi’, favorendo così lo scambio e la reciproca conoscenza.

Anche i momenti conviviali sono stati opportunamente collocati nel programma con scopi sensati ed efficaci: i break a metà mattinata, le passeggiate nel quartiere e i pranzi insieme alle operatrici. Ci sono stati forniti materiali di studio, bibliografie, suggerimenti che porteremo con noi e arricchiranno il nostro lavoro in biblioteca.

Il percorso svolto ha anche contribuito a creare e/o a rafforzare relazioni stimolanti, certo favorite dal comune interesse verso gli argomenti che via via venivano trattati, ma anche dal clima positivo, leggero, sorridente e appassionato che si è venuto a creare.

È bello poter constatare come, anche in pochi giorni, si possa verificare la trasformazione di quello che era nato come “gruppo destino” in un ben assortito “gruppo progetto”, cui si è aggiunto e perfettamente integrato, il giovane John-Mark, professore scozzese presso la UEA (University of East Anglia a Norwich) appassionato di biblioteche multiculturali.

La città di Atene ha fatto da cornice speciale e di riguardo alla nostra fantastica avventura. Già la sera del nostro arrivo si è rivelata palese l’attitudine del nostro bel gruppo alle camminate – ed è proprio così, come curiosi flaneurs, che si scoprono e si gustano le città.

Atene dalla Collina del Licabetto

La meta scelta, il Lofos Lykavittos (Collina del Licabetto) ci ha regalato, dopo un bel tratto a piedi e quello conclusivo in una pittoresca funicolare, un panorama a 360°, che abbiamo dovuto conquistare passo dopo passo, praticamente sgomitando tra la folla di turisti per lo più impegnati a cercare le inquadrature più efficaci per i loro selfie (e vi risparmio le mie tirate sul turismo di massa…).

La mattina seguente il tragitto da compiere per andare dall’hotel alla sede di WE NEED BOOKS ci ha fatto conoscere ed attraversare il Pedio Areos (Parco di Ares), il più grande parco di Atene (XIX secolo), dai larghi viali costellati delle statue degli eroi della guerra d’indipendenza (1821-1832) dall’Impero Ottomano.

Quello stesso giorno, il primo del corso, Iohanna e Margherita ci accompagnano, a ora di pranzo, in giro per il quartiere Kypseli, “multietnico e popolare ma anche alternativo il giusto…rappresenta l’Atene vera per i veri Ateniesi”, come scopro curiosando nei siti turistici che offrono tour ‘al di fuori dei soliti tracciati’.

Il quartiere Kypseli – Atene
Il quartiere Kypseli – Atene

Anche le strade intorno al nostro hotel, in zona Viale Alexandras, ci appaiono animate e vivaci, con il loro alternarsi di edifici ristrutturati e altri purtroppo abbastanza cadenti, se non addirittura fatiscenti, ma resi pittoreschi dai numerosi graffiti intensi e coloratissimi… Percorrendole mi è venuto da pensare, che sembra di stare in un ‘Centro Sociale a cielo aperto’…

L’Acropoli di notte – Atene

Naturalmente, non potevano mancare, nelle nostre peregrinazioni durante i momenti liberi dal corso, i ‘pezzi forti’: l’Acropoli, ammirata in notturna da lontano e in successive passeggiate in avvicinamento prima della necessaria visita pomeridiana, sotto il sole cocente mitigato da un vento piacevolissimo.

Non posso aggiungere nulla se non condividere le emozioni davanti al Teatro di Erode Attico, pronto per ospitare concerti e spettacoli serali, o durante la salita dei Propilei, o al passaggio accanto all’Eretteo con le bianche Cariatidi e la sosta alla base del Partenone, il più grande amore della mia vita, ma anche la Fondazione Stavros Niarchos con il Centro Culturale, la Biblioteca Nazionale ‘nuova’ e l’Opera Nazionale Greca progettata da Renzo Piano.

Di quest’ultima recupero una affascinante descrizione in un articolo comparso su Donna di Repubblica nel novembre 2017: viene intervistato Costas Voyatzis che con il suo sito Yatzer, fondato nel 2007 è considerato uno degli influencer globali più apprezzati e che usa, per descrivere la ‘nuova’ Atene, aggettivi come energica, creativa, travolgente.

Centro culturale Stavros Niarchos – Atene

Per lui “Atene è la città perfetta per chi ama passeggiare, divertirsi e fare il pieno di storia sotto un cielo sempre incredibilmente blu”. E suggerisce una visita proprio allo “Stavros Niarchos Foundation Cultural center a Kallithea, appena ultimato: lo splendido, gigantesco parco, dice, collega l’edificio di Renzo Piano con il mare da un lato e la città dall’altro. La vista, grazie alla collinetta artificiale, è mozzafiato”.

Tutto vero anche per noi, che ci estasiamo nella terrazza coi divanetti bianchi e grigi, gustandoci la vista strabiliante che ci ripaga da impressioni non positive vissute, da alcunə più, altrə meno, vedendo tante, troppe guardie giurate (volute dalla Fondazione, ci dice la gentilissima direttrice) nelle sale della Biblioteca, a fronte di una frequentazione di utenti e visitatori che ci colpisce, perché davvero bassa.

Biblioteca Nazionale – Atene

Il che ci porterà la mattina seguente ad affrontare la questione con le nostre amiche di WE NEED BOOKS e a discutere sulla efficacia della creazione di simili “cattedrali nel deserto” in una zona così lontana dalla gente e, come da noi stessə sperimentato, non facilmente raggiungibile.

Io sono un po’ di parte, perché adoro Renzo Piano e difendo la sua scelta e sostengo che la bellezza deve essere portata nelle periferie, a patto che poi ci si adoperi per far sì che anche la gente, i giovani, i bambini, gli anziani, vengano portati a godere della bellezza e stimolati a frequentare Biblioteca, Centro Culturale e Opera Nazionale.

Come si evince, questa volta la parte ‘turistica’ del mio reportage, non è condita, come altre volte, con riferimenti a romanzi letti: non ho avuto, prima di partire, il tempo di arricchire il panorama delle mie letture dei libri di Petros Màrkaris, che ambienta i racconti delle indagini del commissario Charitos prevalentemente ad Atene, con indicazione dettagliata di strade e piazze ed edifici salienti.

Però non ho resistito alla tentazione di fare una ricerca su cosa di nuovo avrei potuto leggere e ho scoperto due volumi che sicuramente acquisterò e li vivrò come un prolungamento della visita a posteriori, in attesa di nuove possibilità di recarmi in Grecia. Si tratta di  Ad Atene con Markaris, di Patrizio Nassirio e di Atene nel metrò, di Petros Màrkaris stesso.

Bibliografia:

  • Cartoville Atene, Touring Editore, 2019
  • DCASA, novembre 2017
  • Patrizio Nassirio, Ad Atene con Màrkaris, Giulio Perrone Editore 2023
  • Petros Màrkaris, Atene nel metrò, La nave di Teseo 2023

Le foto della cover e nel testo sono di Maria Calabrese

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Maria Calabrese

Pugliese di Foggia, trapiantata a Venezia, poi a Ferrara, il che dimostra che amo le città belle. Amo altresì i libri, i quadri, i dischi, l’archeologia. Ho studiato letteratura e lingue classiche e le ho insegnate per molti anni con grande passione. Canto in un coro, studio la fisarmonica di papà. Amo scrivere ma ancor più leggere, anzi nel leggere e nell’incontrare scrittori mi capita di trovare linfa per il mio scrivere.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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