Bibliotecari in viaggio:
Palermo, la BPG fa visita alla BOOQ
Tempo di lettura: 7 minuti
LA BIBLIOTECA POPOLARE GIARDINO IN VIAGGIO
(PRIMA TAPPA PALERMO)
Da mesi si parlava tra noi soci/e volontari/e della Biblioteca Popolare Giardino di metterci in moto per andare ad incontrare altre realtà affini alla nostra: biblioteche di quartiere, centri culturali impegnati nei territori di riferimento. Dopo diverse esperienze all’estero grazie ad alcuni viaggi Erasmus che hanno permesso ad alcunə di noi di arricchire conoscenze e curiosità, abbiamo deciso di cominciare ad organizzare dei tour in luoghi vicini e lontani, vicinissimi o lontanissimi, sulla base dei periodi dell’anno e della sostenibilità economica (particolare, questo, per nulla trascurabile, dal momento che, in assenza di fondi ed eventuali finanziamenti, tutto va affrontato a spese proprie).
Per il primo dei nostri spostamenti si è deciso di andare a Palermo, attrattə certo dalla bellezza della città, ma spintə soprattutto dalla volontà di incontrare l’amicissimo Gabriele e la sua BOOQ – Bibliofficina Occupata di Quartiere. Ci interessava sicuramente andare a conoscere luoghi, spazi, organizzazione, progetti della BOOQ, ma volevamo che a illustrarci il tutto fosse appunto Gabriele, che alcune di noi avevano conosciuto in Erasmus a Colonia e ad Atene. Partiamo in 10: Arianna, Alessandra, Guido, Cristina, Alida, Tito, Serena, Giuliana, Nice ed io.
Gabriele ci ha accoltə con la sua simpatia ed empatia ed entusiasmo e professionalità, ci ha aperto la BOOQ in un giorno festivo e ha risposto a tutte le nostre curiosità sia ‘tecniche’ che ‘intellettuali’ e di tipo sociale. A noi interessava anche inquadrare la BOOQ nel suo territorio di riferimento, per darle un posto adeguato nella visita che insieme stavamo facendo di luoghi e zone significativi della città di Palermo. Perciò la inseriamo nei percorsi che, nel pomeriggio del primo nostro giorno palermitano, ci conducono da Ballarò (necessaria tappa per gustare cibo e folklore colorato e rumoroso) al mare passando per Piazza Bellini con la bella Chiesa dell’Ammiraglio detta la Martorana e accanto la cappella di San Cataldo con le tre cupolette rosse, Piazza Quattro Canti, Piazza Pretoria con al centro la fontana omonima, il Lungomare che ci porta al Foro Italico, con la bella Passeggiata delle Cattive dalla quale, voltandosi indietro, si vede il suggestivo ed emozionante murale dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Arriviamo così alla Kalsa, l’Eletta, cittadella fortificata davanti al mare fondata in epoca araba. La presenza di BOOQ nel quartiere della Kalsa, che negli ultimi anni ha mutato fisionomia, composizione demografica e modalità di utilizzo degli spazi pubblici, parte, nel 2014, dalla sua collocazione in un complesso architettonico da tempo inutilizzato. L’edificio che la ospita è l’antico Convento di Santa Teresa delle Carmelitane Scalze poi Istituto delle Artigianelle di proprietà del Comune di Palermo. L’involucro storico è stato riconvertito, grazie ad un progetto attento e sostenibile, in uno spazio culturale e di integrazione aperto a tutta la comunità di abitanti. Il progetto di riqualificazione, nel rispetto della struttura esistente, propone una nuova configurazione spaziale, funzionale alle attività della bibliofficina di quartiere; tiene conto delle funzioni future, del contesto storico nel quale si trova, della sostenibilità dell’intervento.
Le scelte progettuali sono state frutto di un lavoro di interazione tra diversi soggetti che si sono confrontati sulle caratteristiche che lo spazio di BOOQ avrebbe dovuto avere (accoglienza, convivialità, studio, manualità, scambio di conoscenze), rappresentando, nelle forme come nelle scelte compositive e cromatiche, un vero e proprio metodo applicato alla progettazione, al recupero e all’uso degli spazi, agli arredi. Questi, disegnati su misura, sono riconoscibili per le caratteristiche cromatiche, le forme e i materiali scelti.
Gabriele ci illustra il vivace percorso che, a partire da esperienze molto significative, per il quartiere, di attivismo e occupazioni, ha portato alla individuazione dello spazio sopra descritto ed è giunto in diversi anni all’aspetto e alle funzioni attuali.
Il 2 gennaio del 2017 BOOQ diventa un’associazione di promozione sociale nella quale confluiscono cittadini e associazioni. La scelta di costituirsi in APS è il risultato di un lungo ragionamento sulle attività del gruppo e sulle contraddizioni in cui ci si trova ad agire: la gestione degli spazi pubblici, la cultura come bene comune, l’accesso ai servizi sempre più demandato al terzo settore.
Diventare un soggetto giuridico senza rinunciare a uno spirito di attivismo a favore dei diritti umani significa dialogare con le istituzioni pubbliche e private, pensare a forme di autoreddito, intervenire nei processi sociali e culturali per contrastare i fenomeni di marginalità ed esclusione.
Diffusa, aperta, solidale sono le parole e azioni che descrivono BOOQ e noi, anche se ci troviamo a visitarla in un giorno senza bambini né adulti intorno, riusciamo ad immaginare il fervore dei giorni di apertura, giacché ci muoviamo negli spazi in cui bambine e bambini troveranno libri belli e di qualità, posti morbidi e mondi da esplorare; intuiamo, dalla presenza di libri ad alta leggibilità e da informazioni su laboratori in cui si valorizzano le diversabilità, che chi ha delle difficoltà non verrà escluso.
Curiosando tra gli scaffali, guidati da Gabriele, scopriamo il ricco patrimonio di libri di letteratura, politica, educazione e società provenienti da donazioni e/o acquisti, atti a soddisfare esigenze di svago e di studio degli utenti; osserviamo, molto incuriositi, la zona della officina vera e propria, con una parete ricca di attrezzi di ogni tipo predisposti all’interno del Progetto ZERO (Zona Ecologica Riuso Oggetti) nato con l’obiettivo di promuovere la condivisione di strumenti domestici poco utilizzati, al fine di ridurre gli sprechi e promuovere un modello economico circolare. L’attività prevalente è quella che consente il recupero di vecchie biciclette. Grazie agli attrezzi specifici messi a disposizione e all’aiuto di altri ciclisti più esperti, chiunque può imparare a riparare la propria bici e mantenerla sicura.
Gratificatə dalla entusiasmante visita alla BOOQ, proseguiamo, nei giorni seguenti, i nostri itinerari in cerca di cose belle. La mattina del secondo nostro giorno a Palermo ci rechiamo al Palazzo Abatellis, sontuosa dimora tardo quattrocentesca – che fu anche convento benedettino – più volte rimaneggiata e poi ampliata. Nel 1954, dopo i pesanti danni subiti nel corso della guerra, fu restaurata e adattata da Carlo Scarpa a sede della Galleria Regionale Interdisciplinare della Sicilia.
Rimaniamo incantatə in particolar modo dagli interventi architettonici che danno risalto ai capolavori raccolti: in primo luogo Il trionfo della morte, grande affresco realizzato intorno alla metà del Quattrocento, collocato in una sorta di grande cappella e contemplabile anche dall’altro grazie a una sorta di balconata ideata da Scarpa. E poi l’Annunciata, l’inarrivabile piccola tavola di Antonello da Messina, in cui il perfetto ovale del volto della Vergine emerge dalla geometria essenziale del manto.
Il Teatro Massimo è la successiva, affascinante tappa, seguito dal magnifico Orto Botanico, in cui ci deliziamo tra alberi centenari, innumerevoli piante grasse e altrettante esotiche, ma soprattutto gioiamo quando va a buon fine la ricerca del sicomoro di cui parla Paola Caridi nel suo Il gelso di Gerusalemme.
Il terzo giorno ha visto alcunə di noi recarsi a Monreale e altrə al Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina e, in serata, tuttə in un luogo particolarmente significativo, collocato in un quartiere popolare, la Zisa, termine arabo che significa la Splendida, perché splendido era il castello omonimo costruito nel 1180, testimonianza dell’arte arabo-normanna in Sicilia.
Ci arriviamo di sera e giriamo per un po’ a vuoto, in cerca dei Cantieri Culturali, un’area di archeologia industriale trasformata in fabbriche per la produzione di valore culturale; il complesso, di 55.000 metri quadrati, è quello delle ex fabbriche di mobili Ducrot, chiuse nel 1968 e acquistate nel 1995 dal Comune di Palermo, che iniziò uno straordinario esperimento, in parte governato, in parte spinto dal basso, di rigenerazione urbana e sociale. Molti dei padiglioni del complesso sono stati recuperati e rivitalizzati come centro di cultura per mostre d’arte contemporanea e fotografia, spettacoli teatrali, musicali, cinematografici, incontri di letture, iniziative di comunità.
Dobbiamo ammirare ed intuire tutto dall’esterno, perché è domenica e tutti gli spazi sono chiusi, tutti tranne uno, proprio quello che desideriamo vivere, vedere, respirare: il Centro Internazionale di Fotografia di cui il sindaco Leoluca Orlando affidò nel 2017 la direzione a Letizia Battaglia che lo aveva sognato e immaginato e ci furono tanti che gli chiesero: Picchì idda? Ci aggiriamo tra le sale dalle suggestive pareti nere su cui spiccano le foto di una mostra che si inaugura proprio il 3 novembre, ma poi siamo assolutamente catturatə e catalizzatə dalla sala in cui sono esposte moltissime foto di Letizia stessa e di molti altri fotografi, che riproducono i tanti, troppi fatti drammatici che hanno insanguinato Palermo negli anni bui in cui la mafia sparava, si sparava e attentava.
Un brillante concerto jazz in un locale accanto al Carcere dell’Ucciardone ci restituisce un po’ di sorrisi e vitalità, nella sera conclusiva del nostro primo viaggio bibliotecario.
Le foto sono di Maria Calabrese, Alessandra Muntoni, Alida Nepa e Arianna Chendi.
In copertina: le volontarie della Biblioteca Popolare Giardino di Ferrara ospiti della Bibliofficina Occupata di Quartiere di Palermo.
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Maria Calabrese
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