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Aspettando la VI edizione del “Ferrara Film Corto Festival” (FFCF), che si terrà dal 25 al 28 ottobre, vi presentiamo i cortometraggi vincitori dello scorso anno. Curiosi?

Ferrara Film Corto si è affermato negli anni come Festival nazionale e internazionale dei cortometraggi, la cui attenzione è dedicata agli autori di cinema, alle professionalità spesso sommerse, alle maestranze artistiche, ai filmmaker indie e a tutti gli appassionati che arricchiscono la cultura del cinema. Incontro con gli autori e novità sono due elementi fondanti di questa iniziativa, che arriva alla sua VI edizione. Quest’anno si terrà dal 25 al 28 ottobre presso la rinnovata sala dell’ex refettorio di San Paolo, che il festival inaugurerà.

In attesa di incontrarvi in quelle date, con molte opere interessanti, vi presentiamo alcuni cortometraggi vincitori dello scorso anno. La prossima settimana, il seguito.

Chi ha trionfato nel 2022 e in quale categoria?

PREMIO “AMBIENTE È MUSICA”: GAS STATION, di Olga Torrico, con Olga Torrico, Claudio Collovà, Gabriele Zapparata; tra i cinque titoli finalisti nella categoria “Miglior Cortometraggio” dei Premi David di Donatello 2021.

“Per la scelta ed il modo di mescolare diversi linguaggi narrativi che raccontano l’essenza musicale della realtà e per la chiarezza dei collegamenti concettuali”.

PREMIO ASCOM ALLA “MIGLIORE ATTRICE”: Olga Torrico, GAS STATION
Per una recitazione fluida ed essenziale con la quale viene raccontato il personaggio.

Alice sogna un sommozzatore che cerca qualcosa, ma cosa? Lei lo guarda, ha freddo, ad un certo punto ha pure sete, come se avesse perso qualcosa, ma che cosa? Un tempo suonava il flauto, ma oggi lo vuole vendere, in fondo ha un bel lavoro a un distributore di benzina. Il passato però non dimentica, è in attesa, in agguato silenzioso e un giorno ritorna con Claudio, il suo maestro di musica. Colui che sa e che può aiutare. Alice ha affossato dentro sé stessa il fuoco che le bruciava dentro per la musica e inizia a chiedersi se sia rimasta per troppo tempo senza la sua benzina. Bisogna sapersi ascoltare, un po’ di più e piano piano. Provare a ricominciare nonostante le paure e passioni travolgenti, che magari erano e sono il nostro stesso carburante, riprendere il filo laddove si era interrotto.

PREMIO “BUONA LA PRIMA” (categoria aperta ad autori italiani, o residenti in Italia, di dedicata unicamente a opere prime, a tema libero): ICHOR, di Giovanni Chiappini
“Per il cambio di prospettiva adottato che genera immedesimazione ed empatia verso una specie a rischio di estinzione”.

PREMIO SPECIALE “MUSICA INDIE”: Francesco Tanzi e Massimiliano Palumbo, ICHOR
“Per l’ottimo uso delle melodie e dei timbri sonori e per l’efficace correlazione tra musica, immagine e colore”.

Creature perfette svolgono la loro funzione naturale in una società strutturata: un mondo costruito per loro, un giardino dell’Eden. Non potranno mai decifrare completamente l’essere onnipotente che gestisce questo paradiso recluso. Sono le api, che vivono in un regno da favola, governato da un dio lontano, l’apicoltore, intrappolato in un terribile e continuo ciclo di sfruttamento. La regina, tutti hanno bisogno di lei, i ferormoni esprimono i suoi desideri. Ma tutti gli imperi hanno un Custode che osserva a distanza, colui che, in un possente guscio protettivo, sopravvive a ogni regno e regina, architetto di tutti i castelli, guaritore di ogni malattia, guardiano della terra, demiurgo dell’Eden. E poi, con lui, il grande furto, finito un raccolto ne inizia un altro, il Custode vuole tutto. Sempre, I castelli vengono riorganizzati, requisiti, il tesoro diventa tributo. È razzia.

PREMIO COMUNE DI FERRARA AL “MIGLIOR DOCUMENTARIO”: UNDER THE WATER, di Davide Lupinetti
“Per la delicatezza e la sensibilità con cui è stato affrontato e raccontato il tema della disabilità e della condizione del sud del mondo, con un messaggio che apre alla speranza. E per l’ottima contestualizzazione delle musiche e del suono”.

La pellicola, del giovane regista abruzzese Davide Lupinetti, ha vinto il primo premio nella sezione ‘Diversità come Valore’ nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, nel 2020. Protagonisti Barak, nove anni, e i suoi compagni di scuola poco prima della pandemia. In otto splendidi, e a volte divertenti minuti, si racconta la giornata tipo di un ragazzo con disabilità motoria e dei suoi compagni, nella disperata cornice di Korogocho, in Kenya, in uno degli slum più poveri del terzo mondo. Ma la storia di Barak e della sua scuola, frequentata per lo più da ragazzini disabili e nella quale anche alcuni insegnanti presentano difficoltà, è anche un racconto di solidarietà: come dichiarato dal regista, i proventi del corto sono destinati alla riabilitazione motoria del piccolo.

PREMIO ADCOM ALLA “MIGLIOR FOTOGRAFIA”: Santiago Calogero, A MOMENT OF MAGIC, di Andrea Casadio
“Per la cura con cui è stato realizzato ogni singolo shot e che accompagna perfettamente la storia, grazie anche all’efficacia dei contrasti, dei neri profondi e della palette dei colori scelta, che conferiscono al film un look accattivante e simile alla pellicola”.

Vincitore di numerosi premi, come quello al Miglior Cortometraggio italiano e internazionale allo Spello Film Festival del 2021, la pellicola attraversa quelle notti irrequiete che non passano e non accadono mai. Ci sono sogni che non si avverano mai. E siamo a Los Angeles, la città dei sogni, è notte: Claire e Jazmine, sono due trentenni single in cerca della loro dimensione. Il film segue le protagoniste in una serata e il risultato è uno spaccato, asciutto e universale, della vita dei trentenni stanchi e disamorati. Le giovani donne intervallano la quotidiana routine con l’evasione notturna, cercando prospettive per ridare linfa a una vita percepita come arida e senza scopi chiari, senza direzione. Si incontrano per dimenticare una società dove nessuno ormai si sente più sé stesso, dove il disagio domina, dove non ci si sente mai accettati. Una parabola generazionale, sull’amicizia, sul futuro e sul disorientamento, in una città che brilla, si anima e vive di una bellezza imperturbabile e stridente rispetto agli eventi. Dove il tramonto non segna necessariamente una fine, né l’alba un inizio.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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