16 Gennaio 2024
ADESSO BASTA! Le sardine di Ferrara insorgono contro la propaganda menzognera del sindaco Fabbri
Tempo di lettura: 4 minuti
ADESSO BASTA, in questi giorni a Ferrara è partita una forte propaganda da parte del sindaco Alan Fabbri che attacca Regione, Partito Democratico e nuovamente Monsignor Perego, una propaganda sterile e imbarazzante, una sorta di “chiamata alle armi” che travalica i confini comunali per chiamare a raccolta cittadini e sindaci da tutta la regione, soprattutto di centrodestra.
Strategia elettorale o un tentativo maldestro di nascondere gli imbarazzi provocati dal Presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi?
Oppure il sindaco temendo una sconfitta alle prossime amministrative, mette le mani avanti per le prossime regionali?
Fabbri forse dimentica di non trovarsi più all’opposizione, dimentica che ora amministra una città, una comunità, e che mentre all’opposizione più o meno tutto è lecito, persino alzare i toni o andare sopra le righe, quando sei sindaco lo devi essere di tutti, soprattutto devi mantenere un atteggiamento equilibrato.
Peccato che nelle ultime uscite mediatiche di equilibrato non si sia visto nulla, equilibrio che viene meno nel momento in cui il sindaco utilizza la pagina istituzionale e pagata dai ferraresi, non per svolgere un servizio a favore di tutta la comunità, ma per fare propaganda di partito, confondendo il ruolo di uomo sindaco con quello di uomo Lega.
Perché tutti i cittadini, anche chi non l’ha votato ma gli paga stipendio e comunicazione, da una settimana deve leggere una pioggia di post propagandistici, dai toni violenti e offensivi? Persino contro Monsignor Perego che secondo Fabbri non avrebbe diritto ad esprimersi sulla polemica innescata tra l’altro dallo stesso sindaco?
Perché Fabbri si permette di (stra) parlare a nome di tutti, mentre il Vescovo che semplicemente applica il proprio credo, deve tacere?
È evidente come il sindaco stia facendo un utilizzo improprio dei canali comunicativi ufficiali, ma ancor più grave è il terrorismo mediatico che sta muovendo da una settimana, grave il voler scatenare una guerra tra poveri, con la piena consapevolezza di fomentare rabbia su larga scala instillando nei cittadini un ingiustificato senso di ingiustizia, un senso di ingiustizia che non ha ragione di esistere.
Intanto è bene chiarire che il requisito della residenzialità storica (3 anni) resta, requisito che anzi fu adottato proprio dalla Regione Emilia Romagna nel 2015, tra l’altro con il voto contrario di Fratelli d’Italia, Forza Italia e con l’astensione dell’allora Lega Nord il cui capogruppo era proprio Alan Fabbri.
Semplicemente gli amministratori locali non potranno adottare questo requisito per attribuire ulteriori punteggi, quindi mi viene spontanea una domanda:
Su quali basi il sindaco ritiene che non potendo inasprire ulteriormente questo criterio a livello locale, si favorirebbe una discriminazione nei confronti delle famiglie ferraresi/italiane se i dati dicono chiaramente che già ad inizio 2019 e quindi in presenza della precedente amministrazione PD, a Ferrara gli alloggi popolari erano occupati per un 84,5% da nuclei familiari italiani pur senza aver messo mano al regolamento come poi fatto successivamente dalla sua stessa Giunta?
Come fa il sindaco ad affermare che durante la Giunta Tagliani gli stranieri si vedevano assegnare metà degli alloggi popolari se i fatti dimostrano il contrario? E come può mettere in relazione i residenti stranieri (circa 13.000) sulla popolazione totale del Comune (circa 130.000), se il 73% delle famiglie ferraresi vive in abitazioni di proprietà e circa tre quarti del restante 27% paga un affitto presso persone fisiche?
E ancora, a livello regionale dove il 77,4% degli alloggi popolari è assegnato a nuclei familiari italiani, ci sono oltre 25.000 persone in attesa di una casa popolare, oltre 6.000 alloggi sfitti, e mentre la Regione fa la sua parte e investe mediamente ogni anno 10 milioni di euro per ristrutturare le case popolari lasciate vuote, il Governo non ha intenzione di investire 15 milioni annui sulla Regione (cifra direi alla portata di un governo) per colmare la differenza.
E in tutto questo, il sindaco Fabbri che tra l’altro investe ancora troppo poco in questa direzione, con la sua maggioranza che ha recentemente bocciato una risoluzione ai bilancio del partito democratico che chiedeva di incrementare le risorse comunali destinate al recupero degli alloggi Erp vuoti presenti nel comune di Ferrara, non trova di meglio che avviare una polemica sterile?
Polemica oltremodo obsoleta, dal momento che da quasi un decennio va raccontando di una fantomatica invasione di immigrati che rubano le case popolari agli italiani, ovviamente tutto falso.
A Ferrara ci sono oltre 700 alloggi sfitti che non sono in condizioni di abitabilità, e delle oltre novecento famiglie che si sono viste accogliere la loro domanda nel corso dell’ultima graduatoria, solo un centinaio di loro hanno potuto beneficiare recentemente dell’assegnazione di un alloggio popolare, tra l’altro proprio grazie al Programma straordinario Recupero e assegnazione di alloggi Erp anno 2023 della Regione, quella stessa Regione che il sindaco Fabbri attacca in maniera scomposta.
Dispiace leggere sulla cronaca locale, preoccupazione e sdegno sui volti di famiglie ferraresi, a causa dell’atteggiamento di chi, anziché lavorare seriamente per la comunità e a favore di un tessuto sociale coeso, preferisce spargere a piene mani disinformazione, fomentando rabbia e creando ulteriori divisioni in un contesto locale già fortemente inquinato a causa di un ripetuto atteggiamento divisivo e discriminatorio.
E a proposito di investimenti, mentre la precedente amministrazione tramite Acer ha realizzato circa 300 alloggi, tra cui il complesso delle Corti di Medoro che Nicola Lodi voleva demolire a spese dei ferraresi e che Alan Fabbri riteneva un enorme spreco di denaro, cosa ha prodotto in questi cinque anni l’amministrazione Fabbri? Al momento zero, cancellando tra l’altro interventi già previsti in direzione degli alloggi pubblici e non presentendo progetti ad un bando nazionale da 30 milioni.
Ad Alan Fabbri in realtà non interessa nulla né delle case popolari, né dei ferraresi, il suo scopo è individuare il nemico di turno su cui costruire la sua folle propaganda.
Valerio Aldighieri
(dalla pagina Fb di Sardine – Ferrara)
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