ADDIO ALLE ARMI.
Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
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ADDIO ALLE ARMI.
Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre.
Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini “non sanno confliggere e fanno la guerra”. Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non è più il patriarcato come l’hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne.
Il mondo è cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c’è più, ma gli è subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all’invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell’Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell’identità, della “democrazia” e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. È tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l’intelligenza d’amore. È tempo di gridare il nostro desiderio di vita e libertà.
Libertà dalla guerra, sì, ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati.
Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le più sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell’ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:”
“C’è ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all’affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. È un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.”
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l’attenzione, la cura, l’amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 Marzo alle 11 in un’assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro)
Prime firmatarie:
Laura MInguzzi
Silvia Baratella
Cristina Gramolini
Stella Zaltieri Pirola
Lucia Giansiracusa
Daniela Dioguardi
Roberta Trucco
Daniela Danna
Paola Mammani
Flavia Franceschini
Marilena Zirotti
Danila Giardina
Rosi Castellese
Mariella Pasinati
Anna La Mattina
Agata Schiera
Fausta Ferruzza
Virginia Dessy
Daniela Musumeci
Anna De Filippi
Stefania Macaluso
Mimma Glorioso
Eliana Romano
Bice Grillo
Ida La Porta
Francesca Traina
Anna Marrone
Mimma Grillo
Luciana Tavernini
Pina Mandolfo
Nunziatina Spatafora
Maria Castiglioni
Giovanna Minardi
Rita Calabrese
Concetta Pizzurro
Giovanna Camertoni
Roberta Vannucci
Adele Longo
Katia Ricci
Anna Potito
Rosy Daniello
Isa Solimando
Franca Fortunato
Nadia Schavecher
Per contatti:
addioallearmi2023@gmail.com
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Roberta Trucco
Commenti (3)
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Questo appello mi lascia sconcertato. Non muove dal presupposto che la guerra insensata e temeraria è stata causata dell’aggressione imperialista e fascista della Russia di Putin. Che il popolo ucraino difende la propria libertà come ai tempi di Hitler gli europei si difendevano dalla Germania nazista. Gli ucraini hanno il diritto di difendersi contro chi uccide e tortura civili, bambini e donne, contro chi riceve supporto militare da regimi autocratici e torturatori come l’Iran. Questo non può essere dimenticato. NON C’È NESSUNA EQUIVALENZA DELLE PARTI!
non stupisce che questo commento venga da un uomo che guarda a questa guerra tra due contendenti, che la giustifica eppure gli interessi in gioco sono di tantissimi soggetti. vorrei ricordare che la guerra nel donbass c’è da più di 8 anni e morivano bambini e civili ma allora nessuno se ne preoccupava. oggi tutti a dare le colpe alimentano lo scontro invece di provare a mettere pace. è proprio lo sguardo maschile sulla realtà che alimenta la guerra. questo appello è scritto da un gruppo di donne e non per caso
Legge di Goodwin :più una discussione online si prolunga più la probabilità di un paragone con Hitler o i nazisti si avvicina al 100%.