Il testo stato accompagnato da vibranti proteste da parte della società civile europea, che lo considera, di fatto, lo smantellamento del diritto di asilo nell’Ue. Entro giugno 2026, in ogni caso, il Patto migrazione e asilo sarà legge su tutto il territorio dell’Unione.
Il patto
Fra due anni, infatti, gli Stati membri dovranno uniformare le procedure alle frontiere esterne, con l’obiettivo di valutare rapidamente la fondatezza delle richieste d’asilo. Le persone richiedenti asilo saranno trattenute in centri di detenzione fino a 12 settimane, in attesa di una decisione.
La riforma introduce inoltre misure controverse che riguardano i minori. L’età minima per l’applicazione delle nuove procedure viene infatti abbassata da 14 a 6 anni, rendendo vulnerabili anche i bambini molto piccoli a queste pratiche.
Sul piano operativo, però, sorgono molti interrogativi. Non è chiaro se i Paesi ai confini dell’Ue, già sotto pressione a causa dell’alto numero di migranti, riusciranno a gestire queste nuove procedure, e se verrà rispettato il principio di solidarietà tra Stati membri. In molti temono che la riforma possa ulteriormente sovraccaricare un sistema già al limite, con gravi ripercussioni per l’intera Europa.
Inoltre, nonostante queste misure restrittive, non si prevede che il flusso migratorio si arresti. Al contrario, le stime indicano un aumento delle migrazioni, anche a causa delle crescenti conseguenze del cambiamento climatico e delle guerre in atto.
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