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A 360 gradi

Non è vero che io abbia il dente avvelenato con Giorgia Meloni. Oppure sì, ma Giorgia mi spiace più o meno come gli ultimi 12 Presidenti del Consiglio (fate il conto). Giorgia di nome Giorgia, la donna più citata e più sfottuta dai social, è una politica di lungo corso, una che “ci sa fare”, e piena di qualità: un’innata predisposizione al comando, la risposta prontissima, una parlantina planetaria e chilometrica. In più, quella tipica faccia di bronzo che distingue il politico di razza da un semplice apprendista.

Ma c’è una cosa non sopporto in Giorgia, la sua passione (ossessione) per i 360 gradi. Giorgia non riesce a farne a meno, i  360 gradi sono diventati il suo mantra. Un intercalare che vorrebbe convincere o almeno riempire qualche buco, ma che produce l’effetto contrario: il vuoto, la nebbia, il nulla.

… ci stiamo lavorando a 360 gradi
… abbiamo bisogno di risposte a 360 gradi
… un modello di collaborazione a 360 gradi
… sostegno all’Ucraina a 360 gradi
… sarà una battaglia a 360 gradi
… dobbiamo tornare a produrre energia a 360 gradi 
… affrontare i problemi a 360 gradi

Per chi vuole vederne ed ascoltarne altri, consiglio un video molto divertente : https://www.la7.it/laria-che-tira/video/giorgia-meloni-a-360-gradi-15-03-2023-476039

Naturalmente i 360 gradi non sono appannaggio esclusivo della Meloni. Piacciono moltissimo a Salvini, ma anche a Conte, a Serracchiani e a tanti altri. Si usano in politica ma anche nel commercio, al dettaglio o all’ingrosso: “una polizza che ti copre a 360 gradi”. Vorrebbero rappresentare la totalità e la completezza, il successo assicurato, ma chi ascolta capisce  benissimo che dietro il fumo di quei 360 gradi non c’è nessun arrosto. Parole vuote: quasi cinquant’anni fa Rino Gaetano ne faceva un dettagliato elenco.

A scuola sugli angoli ci siamo spaccati la testa. Angolo retto (il più famoso), angolo acuto, angolo ottuso, angolo piatto, e in fondo (serviva a poco ma bisognava impararlo) c’era  l’angolo giro, pari a 360 gradi. Tra me e la trigonometria non c’era nessuna empatia, ma avevo capito come funzionava l’angolo giro: se sei seduto sul divano e stai guardando la finestra di fronte a te, puoi fare un viaggio, un giro lunghissimo di 360 gradi. Alla fine del viaggio ti ritrovi al punto di partenza, seduto sullo stesso divano a guardare la stessa finestra.  Parti da A (un qualsiasi punto dello spazio) e raggiungi A (il medesimo punto dello spazio).

I 360 gradi funzionano cosi: non si arriva da nessuna parte, si gira solo in tondo. Lo sanno tutti. Qualcuno lo dica anche a Giorgia.

 

 

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

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