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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


“Non è necessario essere una stanza o una casa per essere stregata. Il cervello ha corridoi che vanno oltre gli spazi materiali.”
(
Emily Dickinson)

 

Il Canto della Strega

(ispirata al 17esimo arcano maggiore dei tarocchi, La Stella)

 

Mi sporgo sull’acqua del fiume
che muta, ed è uguale a se stessa –
E osservo la volta riflessa
del cielo, e gli occulti segreti

 

Avverto il chiarore lunare
che sfiora e carezza la pelle –
Io, figlia di tutte le stelle,
raccolgo i rabeschi del vento

 

E mescolo l’oro e l’argento,
l’eterno e i confini del tempo –
E tutto, ormai saldo nel Centro,
diviene presenza ed Incanto

 

Io Strega, incoercibile santa,
mi arresto e rinasco a ogni istante –
E so che alla luna calante
già segue la falce d’oriente

 

E ancora, mi sporgo sull’acqua
e osservo il mio volto, riflesso –
La mia solitudine, adesso,
trasmuta e s’invola
in un cono di luce
che a un nuovo Congresso conduce

 

*

 

L’albero degli impiccati

Ha serrato le imposte e le porte, la notte,
ed il borgo trasuda silenzio
Annebbiato di vite e d’assenzio
muovevo i miei passi, svegliando la sorte

…Non volevo insozzarne la carne, i pensieri,
né spezzare il suo gesto, lo giuro –
Se soltanto invertissi le carte,
e l’alba – domani – chiamassimo ieri…

Ma l’aurora, infuocata di sangue,
riversava i suoi raggi sul suolo
E tracciava un sicuro percorso
davanti al mio uscio, il Giudizio del cielo

I gendarmi hanno letto il mio nome, e la colpa,
occultando ogni lume, ogni specchio
…Hai rubato la vita e l’onore – hanno detto –
la tua morte non ti vedrà vecchio!

…Ora tutto è già freddo e silenzio,
mentre pendo col cappio alla gola
Neri corvi volteggiano in cerchio,
fiutando il peccato nel sangue che gela

Questo è l’albero degli impiccati,
del suicida, di chi è giustiziato
Non v’è uno che pianga o disperi…
Per ladri e assassini non sprecano ceri

Ed io – ormai – più non sono, e la bocca
per gli insetti diviene una tana
Pare bruna, la pelle, qui al buio
E i miei occhi, sbiancati di luna

 
*
Quiete

 

Ora siedi, ora riposa,
entro i solchi del tramonto –
La penombra è un quieto manto,
e si chiude ormai la rosa
a proteggere i confini del tuo pianto

Il profilo della luna
lento si assottiglia
…E’ tardi –
Puoi riporre i tuoi ricordi
e l’antica, eterna offesa,
nella stanza silenziosa del letargo

Levo il drappo dagli specchi,
per ritrarre i tuoi sorrisi –
…Chiusi gli occhi, forse sogni,
ma nei tratti del tuo viso
leggo l’ombra inquieta dei tuoi mille affanni

Non temere, questa è l’ora
tra l’allodola ed il gufo
…Presto il vento sarà muto –
Nello sguardo del rapace
scorgerai la pace che ti ha destinato

 

Walter Chiesa, docente di chitarra, risiede in provincia di Milano.  E’ risultato vincitore in numerosi concorsi musicali e letterari, sia nell’ambito della prosa che della poesia.
Per anni ha collaborato con periodici locali, curando prevalentemente la pagina culturale. Alcuni suoi racconti e testi poetici sono stati inseriti in pubblicazioni firmate da autori vari.
Alla fine del 2022 ha pubblicato con le edizioni Ester “La notte e i suoi abitanti“, che coniuga prosa e poesia ed è risultato finalista in due concorsi letterari. Nel 2023 ha pubblicato il libro di narrativa “Dei mondi riflessi”, edizioni Zephyro, la cui prima parte è incentrata sul mondo magico delle bolle di sapone. Entrambi i testi sono a carattere fantastico e intrisi di atmosfere oniriche.

La redazione di “Parole a capo” informa che è possibile inviare proprie poesie all’indirizzo mail: gigiguerrini@gmail.com per una possibile pubblicazione gratuita nella rubrica. 

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio. Questo che leggete è il 249° numero. Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

 

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it