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ELEZIONI: “Si respira aceto”
e a seguire: “Il lavoro da morire”

Articolo pubblicato il 29 Settembre 2022, Scritto da Roberto Dall’Olio

Tempo di lettura: 2 minuti


Si respira aceto
Doveva succedere
È successo
Ma il fato
Non c’entra
Nemmeno il vento
Sinistra dove sei?
La tua Politica
Vicina al cuore
Della gente
Ti sei perduta
Tra mille correnti
Lontana
Stregata da nuovi
Movimenti

Siamo al tappeto
Senza una zattera
E una bussola
Di valori

Si respira aceto
(Roberto Dall’Olio)

 

Le elezioni sono state domenica scorsa: Dai, è normale, giornali e televisioni devono pur commentare. Infatti commentano, commentano tutti, a proposito e a sproposito. Poi c’è la formazione del nuovo governo: Stai tranquillo, puoi dormire tra due guanciali, Giorgia sta lavorando h24 per mettere insieme la squadra. E non è un lavoro da niente: ho sentito che ci vorranno almeno venti giorni per riempire tutte le caselle. Così siamo già entrati nel totoministri, il gioco a quiz preferito da giornalisti e commentatori. Sulla carta stampata e sul video non c’è spazio per nient’altro  Con l’eccezione dell’ultimo uragano in Florida. Quando passava a Cuba non fregava a nessuno, ma in America un uragano funziona molto meglio: vento a 260 chilometri l’ora e immagini molto fotogeniche.
Ieri però, nel silenzio mediatico, ci sono stati tre (3 in 24 ore) morti sul lavoro, oggi un altro morto. E’ proprio un peccato, ma non c’è proprio posto, magari in un angolino. Non c’è tempo, colpa di ‘sta storia del nuovo governo. Ne parliamo un’altra volta, ci organizziamo, tanto di morti bianche c’è n’è almeno una al giorno, insomma, non è neanche una notizia.
(Francesco Monini)


Il lavoro da morire

Ancora
Arocna
Sì da leggere
Al contrario
Tutta questa strage
È una storia al contrario
Dei diritti
Delle tutele
Rovesciate
Come le vite
In morte
È il lavoro da morire
Ogni giorno distratto
Ogni giorno
Questo fatto
Non lo si può
Più
Più sentire
(Roberto Dall’Olio)

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Roberto Dall’Olio

Bolognese da sempre ancora prima di nascervi. È nomade cosmopolita. Scrisse poesie da anni otto circa. E non smise più. Pubblica libri in versi. Ritiene la poesia una forma di stoviglia, detta alla Gozzano. Ah, poeti di riferimento: Italiani: Roberto Roversi mio maestro e amico Antonia Pozzi Alfonso Gatto Guido Gozzano Stranieri: Neruda Lorca Salinas Yanez Piznik Brecht Prevert Plath Sexton Seifert Cvetaeva Ritsos Pasternak Saffo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani