Da Paolo Giardini
L’Anac dovrebbe completare le indagini
Sembra trascorsa un’eternità da quando è stato concesso ad Hera di installarsi qui e dominare in regime di monopolio, ma l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ci ha fatto aspettare fino al 6 giugno 2017 – Anno VIII E.T. (*) – per rilasciare la Delibera n. 626/2017 in cui dichiara d’aver capito che:
a) – gli affidamenti ad Hera sono eccessivamente “prolungati” e in regime di poca trasparenza;
b) – la società feudataria Hera spa e la sua diretta vassalla Herambiente spa fanno quello che a loro pare e piace, infischiandosene delle prescrizioni del quadro normativo che le riguarda.
Nel punto a) non c’è niente di strano; risulta conforme ai diritti di prevaricazione in uso nei sistemi feudali. E quanto detto al punto b) non è certo una novità per i sudditi, anche se restano indifferenti per endemica apatia (è acquiescente perfino l’ANPI, che dovrebbe tenere viva la memoria della tirannia degli occupanti locali prima di guardare al Medio Oriente di cui non capisce niente).
Quando Ferrara non era ancora stata data in feudo ad Hera, lo “spazzamento degli spazi pubblici” citato negli statuti sottoscritti veniva svolto dal Comune senza eccessi maniacali (per usare un eufemismo), ma comprendeva regolarmente tutti i marciapiedi. Ora non più. La pubblica pulizia dei marciapiedi resta un ricordo di anziani non troppo rincoglioniti.
Provi infatti l’ANAC a trovare, se ne è capace, nei quartieri periferici di Ferrara un marciapiede largo meno di un metro e mezzo fatto spazzare da Hera negli ultimi dieci anni.
Provi l’ANAC a verificare cosa intenda la feudataria Hera per “lavaggio strade”.
Se passare una spazzola umida sull’asfalto significa “lavare la strada”, dovremmo pretendere che le auto di Hera e del Comune vengano sempre “lavate” allo stesso modo, rigorosamente senza lo scrosciare dell’acqua. Bisogna applicare la legge del Taglione ai dominanti, senno la civiltà crolla.
Prima dell’invenzione di municipalizzate e feudi camuffati da società di diritto pubblico, d’estate le nostre strade erano quotidianamente percorse da autobotti che le lavavano, irrorandole non virtualmente ma con abbondanza d’acqua.
Si otteneva col lavaggio sia il raffrescamento delle vie che l’abbattimento delle polveri. Non si riciclavano, stupidamente come oggi, le polveri prodotte per mesi sulle strade cittadine, lasciando al caso l’eventualità di farle confluire in fogna mediante le piogge.
Auspichiamo che l’ANAC, già che ha rotto il ghiaccio, tenga conto di questi dettagli. Non abbiamo altri avvocati a nostra difesa. Quello che occupa attualmente la poltrona da sindaco è inadeguato: ad ogni lettura in cui appare la successione di lettere H,E,R ed A è preso da ineffabile compiacimento. Giunto alla A raggiunge l’apice dell’estasi e non può proseguire oltre senza cadere in deliquio.
Paolo Giardini
(*) Anno VIII Era Tagliani
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