Zander
Concedendoci una fuga da tutte le brutture del mondo, celebriamo oggi il cumple di un personaggio a cui ho sempre dato una grande importanza.
Nasceva infatti oggi, nel 1947, Dave Alexander.
Bassista degli Stooges, “Stooge dimenticato”, ubriacone e forse membro più “sfigato” del “Club 27”.
Io gli ho sempre voluto molto bene perché suonava il basso in un modo primitivo ma finissimo.
Gli ho sempre voluto molto bene anche perché, purtroppo, fu il primo martire dei Santi di Ann Arbor.
Quando si parla degli Stooges si parla, ovviamente, sempre di Iggy e – al massimo – della grandiosa chitarra di Ron Asheton.
Non capita mai di sentire qualcuno che ha delle buone parole per quel basso.
Vero, a volte ci si ricorda che fu quest’uomo a tirare fuori pezzi come “We Will Fall”, “Little Doll”, “Dirt” e “1970”.
Ma per come la vedo io è ancora troppo poco.

Forse ho qualche patologia alle orecchie ma per come la vedo io – e come ho detto varie volte ricevendo delle gran pernacchie – tutte le parti di basso registrate da Dave “Zander” Alexander sono fra le vette della creatività umana.
O almeno, io, semplicemente, da bassista plettraro convinto, non ho mai sentito delle cose così semplici, sottili, grosse, primitive.
C’è poco da fare: il basso di Dave Alexander rimane irreplicabile e in grado di ispirare ancora oggi, anche se sono passati quasi 50 anni.
Nemmeno il suo sostituto, un bassista universalmente “bravissimo” come Mike Watt, è riuscito ad arrivare al brutale, sobrissimo minimalismo di Zander.
Ennesima dimostrazione, come se ce ne fosse ancora bisogno, che la “bravura” è un concetto bisognoso di una seria ridiscussione.
Quindi via col pezzo a tema e tanti auguri alla vecchia spugna.
Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.
Accetta il consenso per visualizzare questo
Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3
Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

Sostieni periscopio!
Radio Strike
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)