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Il vincitore del premio World Press Photo Burhan Ozbilici

Anche quest’anno la World Press Photo ha tre vincitori. Si tratta del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, nato nell’ormai lontano 1955.
A vincere è stato il fotografo turco Burhan Ozbilici dell’agenzia Associated Press, con uno scatto dal titolo che non lascia alcuno spazio all’immaginazione: ‘Un assassinio in Turchia’, di cui si è parlato molto nelle fasi immediatamente successive ai fatti che hanno coinvolto ovviamente la diplomazia turca e quella russa. La foto, che ha fatto vincere ad Ozbilici anche il primo premio nella categoria spot news-storie, riprende la figura intera dell’attentatore Mevlüt Mart Altintaš, nei momenti immediatamente successivi all’uccisione dell’ambasciatore russo Andrey Karlov, un’episodio che ha avuto luogo presso una mostra d’arte nella capitale Ankara il 19 dicembre scorso  ed è stato ripreso anche da altri reporter.

Mary F. Calvert, che fa parte della giuria, ha detto che la foto vincitrice rappresenta al meglio il significato e la definizione del World Press Photo: “È stata una decisione molto molto difficile, ma alla fine abbiamo ritenuto che la foto dell’anno fosse un’immagine esplosiva che parlasse davvero dell’odio dei nostri tempi. Ogni volta che arrivava sullo schermo dovevi quasi spostarti indietro, tanto è forte quell’immagine”.

Burhan Ozbilici, il vincitore, ha 59 anni, è nato a Erzurum, in Turchia, e prima di entrare a far parte di Associated Press (AP), nel 1989, aveva lavorato per diversi giornali turchi, tra cui un quotidiano in lingua inglese (‘Turkish Daily News’). Per Ap ha seguito tutte le storie che riguardano la Turchia, compreso il tentato colpo di stato dell’estate 2016, ma anche la crisi in Siria, e ha avuto diversi incarichi in paesi come l’Arabia Saudita, il Qatar, l’Egitto e la Libia, tra gli altri. Ha raccontato anche la crisi del Golfo in Arabia Saudita nel 1990, la prima guerra del Golfo al confine turco-iracheno, l’esodo dei curdi in Turchia e il loro ritorno in Iraq dopo la guerra nel 1991, tra le altre cose.

Scorrendo i vari premi assegnati nelle diverse sezioni del Wpp (la giuria ha esaminato, un lavoro estenuante, fra ben 80.408 fotografie di 5034 fotografi provenienti da 125 diversi Paesi), fra i tanti nomi spunta quello di un fotografo friulano di Qualso di Reana del Rojale: Francesco Comello.
Comello si è infatti aggiudicato il terzo premio Daily Life-Storie con la fotografia intitolata ‘L’Isola della salvezza’. La serie di cui fa parte l’immagine vincitrice racconta la vita di una comunità isolata chiamata Isola della Salvezza, che si trova vicino a una strada trafficata che porta da Mosca a Yaroslavl’, in Russia. Fondata nei primi anni Novanta da un prete ortodosso, è un centro spirituale, educativo e culturale che ospita attualmente 300 ragazzi e ragazze, molti dei quali visti come emarginati sociali.

Comello, nato a Udine nel 1963, subito dopo aver conseguito il diploma all’Istituto d’arte Sello, ha iniziato a lavorare nel campo della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione. Appassionato di fotografia fin da giovane, ha iniziato a dedicarle più tempo solo recentemente, intensificando i suoi viaggi in luoghi remoti o lontani con il principale intento di produrre racconti fotografici. Uno dei suoi ultimi reportage è stato realizzato a Cuba, dopo la morte di Fidel Castro. Predilige il bianco e nero e dedica molto tempo ai suoi progetti. Al suo attivo ha già diverse esposizioni e premiazioni. Fra questi, i primi premi vinti al Fiav Fvg e al 12° Trieste PhotoFestival di Trieste, entrambi nel 2013, e quello ottenuto nel 2011 a Rovereto Immagini.

Tutte le fotografie vincitrici del World Press Photo 2017 saranno in mostra a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, dal 28 aprile al 28 maggio 2017.

La giuria internazionale del premio cambia a ogni edizione: viene nominata dal direttore del Wpp Lars Boering ed è composta da sette membri che votano a scrutinio segreto finché un’immagine non ottiene sei preferenze, aggiudicandosi il premio. Il capo della giuria dell’anno scorso, Francis Kohn, aveva spiegato che per favorire la concentrazione gli organizzatori mantengono bassa, attorno ai dieci gradi, la temperatura nella sala proiezioni in cui vengono mostrate le fotografie: i giurati scelgono quindi le foto da premiare avvolti nelle coperte e in una sala che è tenuta quasi sempre nella semioscurità, per far vedere meglio le immagini.
Il vincitore per la foto dell’anno riceve un premio di 10 mila euro, mentre i primi classificati in ogni categoria ne ricevono 1.500. La cerimonia di premiazione si terrà ad Amsterdam ad aprile.

Ecco i primi premi:

Burhan Ozbilici- An Assassination in Turkey
Burhan Ozbilici- An Assassination in Turkey

World Press Photo of the Year
Il grido di Mevlüt Mert Altıntaş dopo aver sparato ad Andrey Karlov, ambasciatore russo, in una galleria d’arte ad Ankara, capitale della Turchia. Altıntaş era un ex poliziotto, prima di uccidere Karlov ferì altre persone che erano presenti alla stessa mostra. Il fatto avvenne il 19 dicembre 2016.

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Jonathan Bachman ,  Taking a Stand in Baton Rouge
Contemporary Issues, 1° premio
L’attivista Leshia Evans durante una protesta contro la violenza della polizia a Baton Rouge, Louisiana, il 9 luglio 2016. Evans, 28 anni, infermiera, stava protestando contro l’uccisione di Alton Sterling, un 37enne nero ucciso il 5 luglio da due agenti di polizia

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Paula Bronstein , The Silent Victims of a Forgotten War
Daily Life, 1° premio
L’Afghanistan ha subito un conflitto armato del 1979, quando è stato invaso dall’Unione Sovietica, ma i civili sono in pericolo di vita più oggi che in qualsiasi altro momento dai tempi del regime talebano, che si è concluso nel 2001. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, nella prima metà del 2016 almeno 1.600 persone sono morte e più di 3.500 persone sono rimaste ferite. Nonostante i miliardi di dollari spesi dalla comunità internazionale per stabilizzare il paese, l’Afghanistan ha visto solo un piccolo miglioramento in termini di stabilità e sicurezza.

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Laurent Van der Stockt, Offensive on Mosul
General News, 1° premio
Una bambina mentre le forze speciali irachene entrano casa per casa a Gogjali, un quartiere orientale di Mosul, alla ricerca di membri o attrezzature dello Stato Islamico, il 2 novembre 2016. La Golden Division è l’unità delle forze speciali irachene che guida la lotta contro lo Stato Islamico, affiancata dai raid aerei delle forze di coalizione. Sono stati i primi a entrare nella città controllata dall’ISIS.

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Magnus Wennman , What Isis Left Behind
Persone, 1° premio
Una bambina di 5 anni che una settimana prima era scappata con la sua famiglia da Hawija, fuori Mosul, in Iraq. La madre ha raccontato che se n’erano andati per la paura e la mancanza di cibo. Qui Maha è sdraiata su un materasso sporco nel centro profughi di Debaga. “Non faccio più sogni e non ho più paura di niente”, dice Maha con calma, mentre la mano di sua madre le accarezza i capelli.
Trovate tutte le foto premiate a questi indirizzi: qual è quella più significativa per voi?

Fonti: www.ilpost.itwww.worldpress.org, www.ansa.it

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Diego Gustavo Remaggi



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