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Appello al voto del Battito della Città per le elezioni del 26 gennaio

Le elezioni del 26 gennaio in Emilia Romagna costituiscono un appuntamento decisivo per la nostra regione e anche per tutto il Paese. Le elezioni non sono tutto, perché il futuro lo costruiamo ogni giorno con l’impegno quotidiano e volontario di ognuno: per la democrazia, l’ambiente e i beni comuni, la cultura diffusa, la difesa dei diritti, la rivendicazione di nuovi servizi, la lotta per il lavoro dignitoso, la solidarietà verso i migranti, le fasce deboli e meno protette. La mobilitazione importante prodotta dalla Sardine ci dice anche questo.

Le elezioni non sono tutto ma la scadenza elettorale regionale può segnare, oggi, un punto di svolta fondamentale per costruire o meno il futuro di noi tutte e tutti. Si avverte forte la necessità di contrastare una politica che si basa soltanto su slogan logori e sul gridare “basta” ma senza proporre alternative credibili.Oggi più che mai bisogna andare a votare e, soprattutto, bisogna votare contro una destra reazionaria, razzista, autoritaria, che non ha idee, che non conosce il territorio e che balbetta proposte già realizzate dall’amministrazione uscente.

Occorre andare a votare per sconfiggere una destra, nemica di tutti i principi iscritti nella nostra Costituzione, che è presente sulla scheda elettorale con il nome di Lucia Borgonzoni, ma che in realtà è rappresentata da Matteo Salvini.C’è bisogno di una partecipazione straordinaria per votare chi si colloca a sinistra e nell’area progressista, con l’intenzione di far prevalere lo schieramento che può governare la nostra Regione in alternativa alla destra.

C’è bisogno di andare a votare anche se i programmi dei candidati non colgono appieno il nostro desiderio e le nostre proposte di cambiamento, anche se conserviamo dubbi e critiche su diverse scelte compiute dal centrosinistra in questi anni di governo regionale, anche se – e siamo impegnati a farlo a partire da Ferrara – riteniamo vadano messe in campo politiche più incisive e forti di quanto fatto finora per garantire l’universalismo dei diritti, a partire dalla scuola e dallo Stato sociale per accogliere ed includere tutte le diversità, combattere le diverse forme di povertà e precarietà, promuovere una piena e buona occupazione, difendere l’ambiente e i beni comuni, ripubblicizzando il servizio idrico e quello della gestione dei rifiuti, sviluppare la cultura diffusa, estendere la democrazia e la partecipazione.

L’Emilia Romagna ha rappresentato una realtà importante per far avanzare la democrazia, i diritti sociali e civili in tutto il Paese. La nostra regione può tornare a svolgere questo ruolo di fronte alle nuove sfide che il tempo presente ci consegna, dalla lotta al cambiamento climatico al contrasto alle disuguaglianze, all’affermazione della pace contro i venti di guerra che tornano a soffiare nel mondo. Per farlo, dovremo continuare a lavorare insieme anche dopo l’appuntamento elettorale, per ricreare quella cultura di impegno e responsabilità necessaria ad una politica che sia davvero partecipata quindi degna di questo nome.

Ma intanto, non voltiamoci dall’altra parte, non fingiamo che siano tutti uguali, non rimaniamo indifferenti illudendoci che non cambierà niente: andiamo tutti a votare, scommettendo su un futuro migliore e mettiamo nell’urna il nostro voto contro la destra.

 

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