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Visita azienda Battelli di santa bianca: una realtà che produce componentistica per le major

Articolo pubblicato il 2 Luglio 2020, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Comune di Bondeno

C’è un luogo, alla periferia di Bondeno, dove le multinazionali sono “di casa”. Si tratta della sede dell’Azienda Battelli Srl, situata a Santa Bianca, in cui si lavorano alcune componenti raffinatissime con la precisione del laser e dove sia le grandi case del settore meccanico (e persino quelle del comparto del lusso) si rivolgono per realizzare manufatti altrimenti irrealizzabili. Il sindaco Simone Saletti e il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, hanno voluto ricominciare da qui il loro giro per le aziende del territorio comunale. «Per capire– spiegano Bergamini e Saletti – come affinare gli strumenti di sostegno all’occupazione pensati in questi anni, per la stabilizzazione dei precari, ma anche per ascoltare le esigenze del mondo del lavoro, alle prese con la ripresa dopo l’emergenza sanitaria». L’azienda guidata dai due fratelli Alessandro e Roberto Battelli, traccia il segno di una gestione familiare che guarda all’innovazione. «Abbiamo alcuni clienti per i quali è indispensabile rimanere un passo avanti – dicono i fratelli Battelli – e, per questo, cerchiamo di soddisfare questi ordini, con le tecnologie, ma anche con l’esperienza. Perché – è il messaggio di Roberto Battelli – non esiste un software per surrogare l’esperienza». La quale, da queste parti, ha radici solide. Non a caso è il padre Maurizio Battelli, oggi consigliere della società, ad esibire il suo primo brevetto del 1978. «Ho iniziato nel 1967-’68 – racconta il patron della società – quando avviai la mia officina: alla sera studiavo e progettavo, per poi realizzare al mattino quello che avevo teorizzato». Racconta che una delle sue prime macchine fu un particolare congegno basato su di un pistone idraulico, in grado di interrare i teli di nylon nelle campagne, che vengono ad esempio impiegati nella produzione del melone. «Il macchinario – dice Maurizio – ridusse della metà i tempi di lavoro». Dai primi ingranaggi, esibiti come vessillo di un’epoca industriale ormai lontana, fino al laser impiegato oggi per lavori di alta precisione, il passaggio non è stato semplice. «Quello che facciamo – racconta Alessandro Battelli – è tutto codificato con un Qr Code e marchiato su ogni singolo pezzo dalle macchine al laser: il codice permette di tenere aggiornato il gestionale. I nostri dipendenti hanno un I-Pad attraverso il quale aggiornare lo stato di lavorazione e che ci permette di informare il cliente, fino alla bolla finale». Grandi major della moda e della meccanica si sono rivolte all’Azienda Battelli. I titolari esibiscono ora nuovi prototipi: «Non possiamo ancora rivelare di che cosa si tratta – ammettono – ma possiamo solo dire che siamo sempre al lavoro, per cercare di portare innovazione, anche in questo momento difficile».

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani