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di Federica Mammina

Sono giovani, belle, atletiche e vestite tutte con succinti shorts, maglietta con la scritta della polizia e un simpatico baschetto rosso. Ma non sono né le aspiranti miss di un concorso di bellezza, né le partecipanti ad una festa a tema.
Siamo a Brummana, piccola città del Libano a est di Beirut, dove il sindaco Pierre Achkar ha reclutato queste giovani ragazze, per lo più studentesse, come agenti del traffico per la stagione estiva. Precisando subito che il sindaco non ha violato alcuna legge in quanto non è prescritta una specifica divisa, e volendo qui tralasciare come nessuna iniziativa di questo tipo abbia riguardato gli omologhi di sesso maschile, ciò che lascia piuttosto perplessi è la motivazione addotta.
Alle critiche fioccate non appena si è sparsa la voce di questa idea, il sindaco ha candidamente risposto che, ben conscio del fatto che il Libano abbia una reputazione negativa in Occidente che non incoraggia il turismo, gli sia sembrato un buon sistema per provare ad avvicinare i turisti: lo scopo sarebbe quindi quello di farli sentire a proprio agio, vista la diffusione che questi pantaloncini hanno nei paesi occidentali.
Onestamente io voglio credere sia stata una fine operazione di marketing (visto quanto scalpore e quindi curiosità abbia suscitato la notizia), perché altrimenti dovrei pensare che in certi paesi abbiano realmente quest’idea di noi occidentali, ovvero di persone che non sono in grado di apprezzare altre culture, diverse negli usi e costumi, o, ancora peggio, di persone che abbiano bisogno di attrattive di questo infimo livello.

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Redazione di Periscopio



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