Viaggio a Tresigallo, l’utopia di Rossoni
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da: organizzatori
Un viaggio tra i tesori dimenticati di Tresigallo, il paese che negli anni ’30 si trasformò da piccola borgata al sogno quasi utopistico di Edmondo Rossoni, il sindacalista e ministro dell’agricoltura che nella sua terra natale voleva mettere in pratica il sogno di “una città unica, corporativa, industriale e funzionale”, dove “l’attività economica e sociale si dovrà basare sul lavoro e sul capitale. Non in lotta tra loro, ma in collaborazione per il raggiungimento di obiettivi superiori: paese, patria e natura”.
A documentare i sogni di Rossoni e la straordinaria evoluzione urbanistica di Tresigallo è Marco Marighelli, autore del documentario “Tresigallo, la città di Edmondo Rossoni”, che verrà presentato oggi pomeriggio (sabato) alle 17 in Camera di Commercio. Assieme a Marighelli sarà presente anche l’architetto Moreno Po, in un dialogo in cui la storia e l’urbanistica si incroceranno con le considerazioni su un presente che non ha ancora dato la giusta rilevanza ai mille tesori nascosti a Tresigallo e nella sua zona industriale creata dal nulla da Rossoni, ispirandosi anche all’Addizione Erculea ferrarese.
Proprio quella zona industriale rappresentava il sogno di Rossoni, interrotto sul più bello dall’alleanza con la Germania nazista e dall’entrata in guerra. Marighelli non esprime giudizi politici. Ma il senso della riflessione, in realtà, è proprio questo: non occorre caricarsi un’ideologia sulle spalle per poter studiare e osservare l’opera di un personaggio come Rossoni, tra i più atipici tra tutti i gerarchi fascisti. Di certo uno tra i più attenti – memore dei trascorsi da sindacalista – delle istanze dei lavoratori, tanto da sviluppare una visione politica ed economica molto personale, in cui capitale e lavoro devono unire le forze per favorire gli obiettivi dell’intera comunità.

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani