Skip to main content

Via degli Sgarbi :
per una nuova guida di Ferrara

Articolo pubblicato il 6 Ottobre 2020, Scritto da Mauro Presini

Tempo di lettura: 2 minuti


Ferrara, 6 ottobre 2023

“Ferara, stazione di Ferara”, dice l’altoparlante. Fuori, un signore appena arrivato col treno, chiede un’informazione ad un passante.
Signore: “Mi scusi, potrebbe indicarmi la strada per andare in Municipio?”
Passante: “Certamente. Lei prosegua dritto fino all’incrocio con via Adolfo Itleri, poi al semaforo prenda a destra per Contrada del Manganello.
A quel punto vedrà il parco-giochi Erode il Grande, quello recintato e senza panchine; lei prosegua sulla sua destra fino a piazzale Benito da Predappio.
Una volta lì, noterà una vecchia biblioteca dedicata a Gianni Rodari che ora è diventata un’armeria; la superi e poi vada a destra per vicolo del Crocifisso Ostentato.
In fondo, svolti ancora a destra per via Italo Balbo fino a che si troverà in Largo dei Fasci Littori.
Da quel punto dovrebbe vedere il Castello Estivo, dove vivevano gli Este d’Estate.
Continui, attraversi il Ponte dell’Impero, cammini su via della Croce Celtica e, una volta in fondo, giri a destra in via Feldmaresciallo Rommel.
Dopo pochi metri, sarà arrivato in Municipio.
Una volta lì, le consiglio di visitare la mostra BIMBA, BAMBA, BUMBA & BOMBA. Sottotitolo: Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro; è  dedicata all’esaltazione della donna elegante, sempre in camicia nera, vista come angelo del focolare ed una condanna alla femmina (bimba) drogata (bamba) e ubriaca (bumba) che cerca di farsi stuprare per poi far scoppiare il caso mediatico (bomba) e rubare i soldi agli uomini per bene.”
Signore: “Grazie mille, è stato gentilissimo. Non conosco nessuna di queste vie ma ricordo che in centro c’erano Corso Martiri della Libertà e via delle Volte. Ci sono ancora?”
Passante: “Purtroppo no, gli hanno cambiato nome. Sa, delle Volte  penso che se fossi nei panni dei Martiri anche io avrei Corso lontano da qui per cercare un po’ di Libertà”
Nel frattempo, vicino alla vecchia altalena rotta del parco del grattacielo, un bambino saltella da solo, cantando una filastrocca:
Ferrara, Ferrara, che bella città
si mangia, si beve, l’amore si fa.
Ferrara, Ferrara, la nebbia dov’è?
Guardaci bene: è lì dentro di te.
Ferrara, Ferrara, tu dimmi però
meritiamo davvero questa popò?

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani