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Il Battito della Città organizza per giovedì sera 2 maggio alle ore 20,30 (alla Sala Macchine del Grisù di via Poledrelli) una iniziativa pubblica per discutere sul futuro dei Beni Comuni e dei servizi che li erogano, in particolare quello idrico e della gestione dei rifiuti e per sostenere la loro ripubblicizzazione.
Lo facciamo con una sguardo rivolto prima di tutto alla nostra città, ma dando conto anche di un quadro nazionale e regionale, dove si stanno svolgendo discussioni importanti su questi temi. Infatti, oltre alla riflessione e alla proposta specifica che avanziamo per il futuro di Ferrara – l’incontro si aprirà con un intervento di Marcella Ravaglia –  abbiamo chiesto a protagonisti significativi di queste battaglie di portare il loro contributo: a partire da padre Alex Zanotelli – da decenni impegnato in Africa e in Italia per la causa dei diseredati e tra le voci più forti nell’affermare la centralità dei Beni Comuni, assieme a Paolo Carsetti, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e a Natale Belosi, della Rete regionale Rifiuti Zero.
E’ questo infatti il modo con cui Il Battito della Città ha deciso di stare nella campagna elettorale per le amministrative di Ferrara. Fallita l’opzione di costruire una Grande Lista Civica Unitaria di Sinistra, autonoma dai partiti, che chiedesse discontinuità nelle scelte del governo locale e una nuova prospettiva di democrazia partecipativa, Il Battito non ha voluto costruire una sua lista di parte, ma continuare invece a mettere al centro idee, contenuti e proposte innovative. E chiama tutto lo schieramento progressista a misurarsi su questi temi che interessano direttamente i cittadini, invece di rincorrere gli slogan sulla sicurezza imposti dalla Destra.
Il Battito della Città si colloca nel campo di tutti coloro che si battono contro le disuguaglianze sociali, per il contrasto alle politiche neoliberiste, per la giustizia ambientale, per l’allargamento della democrazia e la difesa dei principi costituzionali, in un campo dunque di sinistra. L’obiettivo prioritario, quindi, è che la nostra città non sia governata in futuro da una Destra, che accentua sempre più i suoi caratteri autoritari, xenofobi e razzisti, lungo una deriva regressiva che sta già facendo molto male al Paese e altrettanto lo farebbe a Ferrara.
Non a caso, abbiamo invitato a discutere con noi i candidati sindaci del Centrosinistra ( e anche del M5S, da cui ci sentiamo distanti, a partire dalla scelta di stare al governo con la Lega, ma che a livello nazionale e regionale hanno espresso posizioni di apertura verso i Beni Comuni). A margine dell’iniziativa, si è innescata nei giorni scorsi una piccola polemica sulla stampa locale da parte di alcuni esponenti e candidati della Destra ferrarese che avrebbero voluto che Il Battito invitasse “ufficialmente” anche i candidati sindaco del Centrodestra. La risposta è facile: Il Battito della Città non è un Centro Studi o un Organo Istituzionale che organizza dibattiti e approfondimenti scientifici o accademici su questo o quell’argomento. Il Battito è un soggetto sociale e politico di sinistra che vuole porre temi nuovi, proporre obbiettivi, aprire il confronto, e soprattutto chiedere risposte coraggiose e coerenti ai propri interlocutori, cioè a tutto lo schieramento progressista.
Se non ci interessano gli slogan e i personalismi, se crediamo produttivo discutere sui contenuti, sulle scelte progettuali che occorre compiere, sull’idea stessa di una Ferrara futura che allarga e potenzia i servizi alla persona, difende e garantisce i diritti e rigenera una nuova democrazia partecipata, il tema dei Beni Comuni appare assolutamente centrale. Proprio perché lavorare per i Beni Comuni significa da una parte favorire l’allargamento degli spazi di democrazia, di partecipazione e di controllo sui servizi da parte dei cittadini, mentre rafforza e qualifica l’intervento e la gestione pubblica dei servizi, come elemento decisivo per sottrarli alle logiche del mercato e del profitto.
Qui sta anche la necessità di costruire una forte discontinuità con le politiche praticate, a livello nazionale e anche locale, anche dal Centrosinistra, che ha continuato a portare avanti le privatizzazioni del servizio idrico e della gestione del servizio dei rifiuti, consegnandoli a grandi soggetti di natura privatistica quotati in Borsa, come Hera, interessati a produrre profitti da distribuire come dividendi più che a erogare servizi efficienti e a buon bercato..
Tutto questo riguarda anche Ferrara. Alla fine del 2017 è scaduta la concessione ad Hera della gestione del servizio dei rifiuti, mentre nel 2024 scadrà quella relativa al servizio idrico. Il momento della scadenza della concessione – in assenza di un quadro legislativo nazionale che proceda verso la ripubblicizzazione di questi servizi – è proprio quello più favorevole per produrre il passaggio da una gestione privatistica ad una pubblica, potendo avvenire con costi decisamente limitati, ben ripagati dai benefici futuri.
E’ stata questa la condizione in cui, per il servizio dei rifiuti, si è trovata ultimamente la città di Forlì, la cui Amministrazione ha deciso giustamente di togliere ad Hera la gestione del servizio e di affidarla ad un’azienda pubblica di nuova costituzione. La stessa identica situazione nella quale si trova oggi Ferrara, che può prendere la medesima decisione. A maggior ragione, in quanto nei mesi passati – a seguito dell’iniziativa della raccolta firme su una proposta di delibera popolare sottoscritta da circa un migliaio di ferraresi – è stato costituito un Tavolo partecipativo per studiare la ripubblicizzazione del servizio rifiuti.
Un analogo percorso può riguardare anche il futuro della gestione del servizio idrico. Il 2024, quando scadrà la concessione ad Hera, può apparire una data lontana. In realtà, è proprio il tempo che ci può consentire di preparare per bene quella scadenza, visto che si tratta di costruire un vero e proprio piano industriale e finanziario per rendere possibile la ripubblicizzazione. Anche in questo caso sarà fondamentale costituire un Tavolo partecipativo, promosso dall’Amministrazione e con la presenza di associazioni e soggetti sociali interessati.
Ecco quindi uno scenario che non ha nulla di utopistico, che può invece diventare una vera e propria agenda di lavoro: un programma da assumere come impegno per il prossimo quinquennio del governo locale. Anche di questo si parlerà la sera del 2 maggio. Sarà interessante conoscere le risposte dei candidati sindaci.
Queste proposte si possono poi utilmente incrociare con le discussioni in corso a livello nazionale e regionale. A livello nazionale, in Parlamento, si è aperto il dibattito sulla legge nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico, presentata dal M5S, che riprende la proposta di legge di iniziativa popolare già avanzata anni fa dal Forum Nazionale per l’Acqua Pubblica. Peraltro, oggi il dibattito sembra essersi fermato, causa l’opposizione della Lega, ma anche per la scarsa determinazione del M5S. A livello regionale, invece, i gruppi consiliari di Sinistra Italiana, Altraemiliaromagna, M5S e la consigliera Silvia Prodi del Gruppo misto – in accordo con i coordinamenti regionali del Movimento per l’Acqua Pubblica e per i Rifiuti Zero .- stanno depositando una proposta di legge per incentivare la ripubblicizzazione di questi servizi e abrogare Atersir (l’Agenzia regionale per il servizio idrico e quello dei rifiuti) e per ridare potere decisionale alle comunità territoriali nelle decisioni sull’assetto di questi servizi. Anche di questo ragioneremo giovedì sera, con l’idea che è possibile lavorare per l’affermazione dei Beni Comuni, sottrarli al dominio del profitto e costruire un futuro socialmente più giusto e solidale per la nostra città.

 

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Corrado Oddi

Attivista sociale. Si occupa in particolare di beni comuni, vocazione maturata anche in una lunga esperienza sindacale a tempo pieno, dal 1982 al 2014, ricoprendo diversi incarichi a Bologna e a livello nazionale nella CGIL. E’ stato tra i fondatori del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua nel 2006 e tra i promotori dei referendum sull’acqua pubblica nel 2011, tema cui rimane particolarmente legato. Che, peraltro, non gli impedisce di interessarsi e scrivere sugli altri beni comuni, dall’ambiente all’energia, dal ciclo dei rifiuti alla conoscenza. E anche di economia politica, suo primo amore e oggetto di studio.


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