Da: Eventi Ferrara
Dialoga con l’autore Giuditta Brunelli, con il saluto di Daniele Negri.
Letture sceniche Centro Teatro Universitario di Ferrara
Promosso da Università degli Studi di Ferrara – dipartimento di Giurisprudenza
In collaborazione con ARCI Ferrara, SCUOLA FORENSE di Ferrara, IUSS Ferrara 1391
Con il patrocinio di Ateneo di Ferrara, Comune di Ferrara, UCCA e Fondazione Forense di Ferrara.
Se il populismo è sintomo e non malattia, da dove deriva il nostro rancore? Da Tocqueville a Tangentopoli, dal Sessantotto ai giorni nostri, la storia del lento divorzio tra cittadino e politica.
«La politica non controlla più il futuro. Ha sempre meno senso, potere, respiro. La sua funzione principale, ormai, è fare da capro espiatorio per il risentimento universale. Solo se riconosciamo che questa crisi ha le sue radici nel cuore della democrazia, e sta montando da almeno un secolo, potremo comprenderla a fondo»
Fino a pochi anni fa l’ascesa del populismo veniva interpretata quasi esclusivamente alla luce della crisi finanziaria. Ma se l’economia è tornata a crescere e il peggio sembra passato, perché i cosiddetti «partiti del risentimento» continuano a raccogliere consensi? Siamo forse di fronte all’epilogo di una storia che ha origini più profonde? Giovanni Orsina cerca queste origini all’interno della democrazia, ragionando sul conflitto tra politica e cittadini che ha segnato gli ultimi cento anni. Se alcune fasi di quel rapporto – il connubio inedito tra massa e potere a partire dagli anni trenta, la cesura libertaria del Sessantotto – sono comuni a tutto l’Occidente, Orsina individua la particolarità del caso italiano nella stagione di Tangentopoli. Il sacrificio simbolico di un’intera classe di governo conclude la repubblica dei partiti e allo stesso tempo inaugura un venticinquennio di antipolitica. Con la quale tutti hanno dovuto fare i conti – Berlusconi, Renzi, Grillo, i postcomunisti, la Lega –, ma della quale nessuno è riuscito a correggere o contenere le conseguenze nefaste.
Professore ordinario di storia contemporanea alla LUISS Guido Carli di Roma, insegna anche alla School of Government della stessa università.[1] È membro dell’Associazione per le ricerche di storia politica[2], della Fondation Emile Chanoux[3] e della Fondazione Magna Carta.[4] Ha inoltre insegnato presso le Università di Bologna, dell’Aquila e La Sapienza di Roma. È stato visiting professor e visiting scholar presso il St Antony’s College (Oxford), l’Institute d’Etudes Politiques (Parigi) e all’Ecole Normale Superieure (Cachan). Ha pubblicato articoli su Il Foglio e L’Occidentale[5].
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