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Venerdì 26/4 STAREBABY, quintetto ad alto voltaggio sonoro del batterista DAN WEISS, approda al Torrione. Con lui CRAIG TABORN, MATT MITCHELL, BEN MONDER e TREVOR DUNN

Articolo pubblicato il 24 Aprile 2019, Scritto da JAZZ CLUB FERRARA

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara
Venerdì 26 aprile (inizio ore 21.30) il Jazz Club Ferrara ospita Starebaby, progetto ad alto voltaggio sonoro del batterista statunitense Dan Weiss, per il quale ha composto tutte le musiche oltreché avvalersi di uno stuolo di portenti creativi quali la “doppietta” Craig Taborn-Matt Mitchell al pianoforte e tastiere, Ben Monder alla chitarra e Trevor Dunn al basso elettrico.
Starebaby rappresenta la realizzazione di un sogno a cui Weiss ha lavorato a lungo: contornarsi di alcuni dei più valenti musicisti del panorama internazionale per suonare una musica che combini la natura improvvisativa del jazz con la potenza dell’heavy metal e dell’elettronica. Il risultato è un’opera decisamente originale, in gran parte senza precedenti, che riflette lo stato di grazia del musicista statunitense e lascia intravvedere il suo modo di intendere e vivere la musica.
Tra le fonti d’ispirazione dichiarate vi è la serie televisiva Twin Peaks di David Lynch, il cui paesaggio emotivo surreale ha contribuito a plasmare la sensazione generale di questa musica, come anche sonorità elettroacustiche e il ritmo ciclico tipico della musica indiana. L’insieme che ne deriva è stupefacente: un’enorme varietà di trame e colori vorticosi eseguiti fondendo meticolosa precisione, potenza prodigiosa e magistrale improvvisazione. Cosa aspettarsi quindi da questo concerto? Qualcosa di magniloquente, “come un Pat Metheny ipercinetico e in fissa coi King Crimson o dei Weather Report in anfetamina”.
Dan Weiss (Tenafly – New Jersey, 1977) è attualmente uno dei batteristi più richiesti in ambito jazz e si esibisce indifferentemente con svariati artisti quali Rudresh Mahanthappa, Chris Potter, John Zorn e Jen Shyu, a testimonianza della sua versatilità e della vastità dei suoi orizzonti musicali.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani