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Venerdì 19/4 A Sound’s A Million Shapes, progetto fresco di stampa della cantante Alessia Obino, chiude Ladies In Mercedes

Articolo pubblicato il 18 Aprile 2019, Scritto da JAZZ CLUB FERRARA

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara
Venerdì 19 aprile (ore 21.30) chiude Ladies In Mercedes, rassegna nella rassegna dedicata a vocalità e creatività femminili, Alessia Obino con il suo A Sound’s A Million Shapes, progetto fresco di stampa in cui la musica trae ispirazione dalle composizioni di alcuni personaggi rappresentativi della scena jazz e soul degli anni ’70. A spalleggiare la creativa jazz singer troviamo fior fiore di protagonisti della scena jazz nazionale quali Federico Pierantoni al trombone, Piero Bittolo Bon ai sassofoni, flauti ed elettronica, Giancarlo Bianchetti alla chitarra, Stefano Dallaporta al basso elettrico e Marco Frattini alla batteria.
Alla rilettura di brani celebri si mescolano composizioni originali dal sapore visionario dove jazz, libera improvvisazione, rock e soul sconfinano l’uno nell’altro per restituire un suono eterogeneo che costituisce la cifra stilistica del gruppo coadiuvato, in alcuni brani, da un coro formato da Sara Simionato, Francesca Della Puppa, Luisa Torresan, Alice Busato e Giovanna Castellaro.
Di solida formazione accademica, Alessia Obino è cantante, compositrice e arrangiatrice. Il talento unito a spiccata versatilità le hanno permesso di calcare in breve tempo i palcoscenici di numerosi festival e prestigiose manifestazioni. La Obino vanta altresì numerose collaborazioni con musicisti del calibro di Elliott Sharp, Markus Stockhausen, Javier Girotto, Peter Churchill e Gilad Atzmon solo per citarne alcuni.
“Echoes” (Caligola Records, 2009) è il suo primo album da leader. Più recente è invece “Deep Changes”, a nome del progetto CORdas, in cui “la musicista esplora alcuni percorsi della musica afroamericana e americana in genere conficcando per bene dita e piedi nella terra, ritrovando un contatto con pratiche e forme anche delle origini, per andare dritto al cuore dell’espressione musicale”. 

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani