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da: ufficio stampa SBArcheo Emilia-Romagna

Dalle 17 alle 21, rievocatoti in costume d’epoca illustrano mestieri, ricette e attività degli antichi romani.

Nell’anno che celebra il bimillenario della sua morte, avvenuta a Nola nel 14 d.C., l’imperatore Ottaviano Augusto va menzionato anche per una festa nota a tutti, quel Ferragosto (da feriae Augusti) istituito proprio da lui nel 18 a.C. per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli.
E non c’è luogo migliore del complesso rustico della Villa Romana di Russi, nel ravennate, per ricordare l’origine pagana di questa festività che il calendario cattolico assegnerà poi all’Assunzione di Maria.
Venerdì 15 agosto, dalle 17 alle 21 (ultimo ingresso ore 21), i volontari della Pro Loco di Russi e del Gruppo Ravennate Archeologico, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e il Comune di Russi, organizzano la quarta edizione de “Le Ferie di Augusto”, originale Ferragosto nell’area archeologica che conserva i resti dell’importante complesso residenziale e produttivo di età romana sviluppatosi per far fronte alle esigenze alimentari della flotta militare romana che, dall’epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna.
A partire dalle ore 17 sarà possibile tuffarsi nella vita quotidiana nella Villa Rustica di Russi così come si svolgeva duemila anni fa, con contorno di visite guidate, laboratori interattivi di creta, mosaico ed erbe officinali e realizzazione di coroncine votive vegetali legate ai miti.
Tema dominante di questa quarta edizione sarà la coltivazione e l’uso delle erbe officinali nel mondo romano. Il pubblico potrà consultare piccole guide alla cucina di Apicio, con i condimenti e le salse a base di erbe, e a conclusione della serata potrà gustare la porchetta condita con aromi vegetali.
L’area archeologica sarà allestita in modo da ricreare tradizioni e momenti della vita pubblica e privata degli antichi abitanti del complesso. I volontari, in abbigliamento d’epoca, presidieranno le aree del sito in cui si svolgevano attività particolari, illustrando il proprio mestiere, uso e funzione dei tanti oggetti utilizzati e la funzione della struttura in cui si trovano, rispondendo alle domande dei visitatori.

http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/russi_15ago2014.htm

Venerdì 15 agosto (Ferragosto) la Villa Romana è aperta dalle 9 alle 21 (ultimo ingresso ore 21)
Ingresso € 2,00 – ridotto € 1,00
Informazioni presso: Pro Loco di Russi tel. 0544587670 (martedì e venerdì 10-11.30) – 338 4016346 proloco@comune.russi.ra.it
Ufficio Informazione Turistica tel. 0544 587671
Villa Romana di Russi tel. 0544581357

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La villa rustica di Russi conobbe il massimo splendore tra il I e il II sec. d.C. quando il complesso venne completamente ristrutturato, anche scenograficamente, da un proprietario probabilmente arricchitosi vendendo le eccedenze agricole alla flotta militare romana che, dall’epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna.
È in questo periodo che la villa, gestita da un liberto con mansioni di fattore (procurator) al comando di un gran numero di schiavi, esce dall’autosufficienza per diventare una macchina da sesterzi.
Le dimensioni della cucina comune testimoniano che vi si potesse cucinare per un gran numero di persone, quale doveva essere il personale della villa nei momenti di maggiore impegno come l’aratura, la semina e la mietitura (generalmente di cereali) e, per quanto riguarda il vino, la potatura delle viti, la raccolta e pigiatura dell’uva.
Dei due magazzini presenti nella villa, quello di dimensioni maggiori, collegato al torcularium, era destinato alla conservazione delle anfore vinarie mentre l’altro, con un piano interno soprelevato, serviva per conservare i prodotti più delicati e sensibili all’umidità, come le granaglie.
Il proprietario (dominus) viveva in villa saltuariamente, più che altro per controllare i momenti clou delle fasi produttive. Il suo alloggio era comunque lussuoso, con sala da pranzo (triclinium), stanza per ricevere (tablinum), impianto termale e pavimenti a mosaico.
Lo scavo di alcuni pozzi ha restituito una buona campionatura di ceramiche da mensa e un discreto numero di vasi, pentole e tegami esposti nell’Antiquarium Comunale della Rocca.
Molto importanti anche i resti vegetali e le ossa di animali che documentano, con buona divisione cronologica, le diverse fasi di occupazione legate alle vicende della vicina Ravenna.
Dopo un periodo di decadenza coincidente con l’allontanamento della flotta militare, la villa è parzialmente rioccupata quando la corte imperiale si trasferisce a Ravenna (V e il VI sec.) per poi essere definitivamente abbandonata in epoca medievale. Già sul finire del VII secolo d.C., l’area è ampiamente incolta mentre boschi ed acque si riappropriano del territorio: le ossa di castoro rinvenute testimoniano un ambiente ricco di acqua corrente ma totalmente privo di presenze umane.

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